«Reduplicazione»
Moderatore: Cruscanti
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«Reduplicazione»
La nostra lingua ha creato poche parole attraverso il fenomeno della reduplicazione; mi sovvengono sempre le solite parole: leccalecca e fuggifuggi.
L'ambito dialettale fonisce qualche curioso esempio, basti pensare a "magna magna" e "a umma umma"(in questo caso locuzione avverbiale e non so se sia pertinente), che ormai si possono udire un po' ovunque. Conoscete altre espressioni di questo, a mio avviso, divertente processo morfologico?
Grazie anticipatamente.
L'ambito dialettale fonisce qualche curioso esempio, basti pensare a "magna magna" e "a umma umma"(in questo caso locuzione avverbiale e non so se sia pertinente), che ormai si possono udire un po' ovunque. Conoscete altre espressioni di questo, a mio avviso, divertente processo morfologico?
Grazie anticipatamente.
Ultima modifica di promessainfranta in data sab, 18 ott 2008 22:40, modificato 1 volta in totale.
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Basta aprire la Grammatica italiana di Luca Serianni, V 74 e V 75, per leggere vari esempi e scoprire che è un processo normalissimo, eseguibile potenzialmente con qualsiasi aggettivo o sostantivo: "nel letto divenuto duro duro, sotto le coperte divenute pesanti pesanti" (Manzoni, I promessi sposi, XXI, 44); un caffè caffè; "greco greco" (Janni, Il nostro greco quotidiano) ecc.
Certo, caro Roberto, ma Promessainfranta – se ho capito bene – chiedeva di sostantivi cosí formati (un leccalecca, un fuggifuggi, ecc.). Non me ne vengono in mente altri (se non un irre orre, che non è reduplicazione perfetta).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Freelancer
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Ah, eccone altri due: frufrú e cucú.
Ma con radice verbale, oltre a fuggifuggi, leccalecca e pigiapigia...
Ci sono anche espressioni come stringi stringi, cammina cammina, e simili. Cerchiamo di completare la lista dei sostantivi coll’aiuto di tutti. 
P.S. Dimenticavo il pissipissi.



P.S. Dimenticavo il pissipissi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Gentile Freelancer,
avrei dovuto spiegarmi meglio, e me ne scuso: non intendevo il raddoppiamento dell'aggettivo, anche in funzione avverbiale, per conferire maggior enfasi, equiparabile al superlativo assoluto. Mi riferivo a quanto accennato dal gentile Marco1971 nel suo precedente intervento.
P.S. Cesare Pavese era un amante del "raddoppiamento enfatico". La casa in collina conta perlomeno un centinaio di esempi
.
P.S.II Mi è venuto in mente il celebre ballo del "tuca tuca"
, che potrebbe anche essere utile per tradurre "Petting", di cui si è dibattuto in un altro filone.
Grazie per i vostri preziosi contributi.
avrei dovuto spiegarmi meglio, e me ne scuso: non intendevo il raddoppiamento dell'aggettivo, anche in funzione avverbiale, per conferire maggior enfasi, equiparabile al superlativo assoluto. Mi riferivo a quanto accennato dal gentile Marco1971 nel suo precedente intervento.
P.S. Cesare Pavese era un amante del "raddoppiamento enfatico". La casa in collina conta perlomeno un centinaio di esempi

P.S.II Mi è venuto in mente il celebre ballo del "tuca tuca"

Grazie per i vostri preziosi contributi.
- Freelancer
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Beh, io ho aumentato la casistica del 30% con pigiapigia
Adesso, come ha detto Marco, aspettiamo se altri contribuiscono. Ma se i CD dei dizionari non hanno strumenti di ricerca appositi, occorre aspettare che a uno gli venga in mente qualcosa oppure, se si consulta spesso il dizionario (come faccio io per lavoro) prima o poi ci si può imbattere in un termine appropriato.
Ad esempio, proprio ora mi sono imbattutto in due termini attinenti ad argomenti completamente diversi e già svolti in altri filoni: uno è totip, tot(alizzatore) ip(ippico), a proposito delle parole macedonia terminanti in consonante (avevamo già esaminato bancomat e colf ); l'altro è totem, a proposito del quale mi chiedevo con un vago senso di curiosità come l'adatterebbe Marco.

Adesso, come ha detto Marco, aspettiamo se altri contribuiscono. Ma se i CD dei dizionari non hanno strumenti di ricerca appositi, occorre aspettare che a uno gli venga in mente qualcosa oppure, se si consulta spesso il dizionario (come faccio io per lavoro) prima o poi ci si può imbattere in un termine appropriato.
Ad esempio, proprio ora mi sono imbattutto in due termini attinenti ad argomenti completamente diversi e già svolti in altri filoni: uno è totip, tot(alizzatore) ip(ippico), a proposito delle parole macedonia terminanti in consonante (avevamo già esaminato bancomat e colf ); l'altro è totem, a proposito del quale mi chiedevo con un vago senso di curiosità come l'adatterebbe Marco.

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Nulla di piú facile, Roberto: da total energy module io farei tòtemo.Freelancer ha scritto:...l'altro è totem, a proposito del quale mi chiedevo con un vago senso di curiosità come l'adatterebbe Marco.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
- Freelancer
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totem
Avrebbe dovuto specificarlo, giacché nel dizionario figurano due voci e stava parlando di parole macedoniaFreelancer ha scritto:Veramente io mi riferivo alla voce indigena Algonchina dell'America settentrionale...

Lo stesso (già proposto in questo senso da me): tòtemo. Ma non dipende da me.Freelancer ha scritto:Veramente io mi riferivo alla voce indigena algonchina dell'America settentrionale...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Non sarebbe, caro Fabio, una vera e propria reduplicazione (considerando la formazione): viavai è costituito da via e l’imperativo di andare. Ma la vicinanza fonica dei due elementi avvicina la parola a una forma di reduplicazione imperfetta.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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