Pronunzia di «poiché»
Moderatore: Cruscanti
Pronunzia di «poiché»
Buona sera a tutti i frequentatori del forum, sono un nuovo utente appena registratosi.
Vorrei porvi una domanda riguardo la corretta pronunzia della parola «poiché».
Il termine «poi», preso singolarmente, ha la vocale «o» aperta. Essendo «poiché» composto da tale vocabolo piú «che», presumo sia da leggersi con la «o» aperta.
Il mio ragionamento è corretto?
Grazie in anticipo per le vostre risposte.
Vorrei porvi una domanda riguardo la corretta pronunzia della parola «poiché».
Il termine «poi», preso singolarmente, ha la vocale «o» aperta. Essendo «poiché» composto da tale vocabolo piú «che», presumo sia da leggersi con la «o» aperta.
Il mio ragionamento è corretto?
Grazie in anticipo per le vostre risposte.
Benvenuto, Rogowin! 
Le vocali ‘e’ e ‘o’, quando non sono toniche, hanno un grado che definirei medio-chiuso, cioè non cosí chiuso come la ‘o’ di ‘sole’ o la ‘e’ di ‘vero’, ma piú vicino a essi rispetto alla ‘e’ aperta di ‘genio’ o alla ‘o’ aperta di ‘gioco’.
P.S. Riguardo richiede la preposizione ‘a’: riguardo alla corretta pronunzia. Non se n’abbia a male!

Le vocali ‘e’ e ‘o’, quando non sono toniche, hanno un grado che definirei medio-chiuso, cioè non cosí chiuso come la ‘o’ di ‘sole’ o la ‘e’ di ‘vero’, ma piú vicino a essi rispetto alla ‘e’ aperta di ‘genio’ o alla ‘o’ aperta di ‘gioco’.
P.S. Riguardo richiede la preposizione ‘a’: riguardo alla corretta pronunzia. Non se n’abbia a male!

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Interventi: 1725
- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Al cortese Rogowin, consiglio - per dubbi di pronuncia - di consultare il DOP
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Purtroppo, come abbiamo notato in vari casi, la pronuncia registrata non è sempre perfetta.Fausto Raso ha scritto:Al cortese Rogowin, consiglio - per dubbi di pronuncia - di consultare il DOP
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Di nulla. Mi sentirei s’un altro pianeta se dicessi che utilizzare è pesante e usare piú leggero quando non s’intenda sottolineare che di qualcosa si trae vantaggio?Rogowin ha scritto:Oh, la ringrazio per la correzione!Avendo utilizzato tale forma errata per molti anni, a volte la scrivo soprappensiero.
Due esempi.
(1) Usiamo la parola ma per introdurre un’opposizione.
(2) Utilizziamo l’energia solare per salvare il pianeta.
Ormai non ho piú speranza, ma chi approda qui deve avere un interesse per la lingua, e rimando a quest’anticaglia.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: Pronunzia di «poiché»
Il Canepàri illustra tanto chiaramente l’adeguamento vocalico (MaPI, 2.3), che —spero mi sia concesso— voglio riportarne uno stralcio:Rogowin ha scritto:Il termine «poi», preso singolarmente, ha la vocale «o» aperta. Essendo «poiché» composto da tale vocabolo piú «che», presumo sia da leggersi con la «o» aperta.
Luciano Canepari [i](op. cit.)[/i] ha scritto:Oltre ai sette fonemi vocalici in sillaba accentata, l’italiano neutro usa altri due timbri vocalici [E, σ], intermedi rispettivamente tra [e ɛ] e [o ɔ]. Sono la realizzazione fonetica di due serie diverse di fonemi: in un caso, d’/ɛ, ɔ/ (aperti) senz’accento primario nella frase o nei composti. Infatti, trovandosi in sillaba con intensità ridotta, pur «mirando» al timbro, delle caselle di [ɛ, ɔ], la pronuncia effettiva s’arresta a [E, σ], per un fenomeno d’adeguamento vocalico di «semi-chiusura» (per assimilazione parziale) delle sillabe non-accentate.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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