«Spengere» ~ «spegnere»

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maddi
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«Spengere» ~ «spegnere»

Intervento di maddi »

Mi sono sempre domandata perché il verbo spengere è diventato spegnere, mentre altri con la stessa desinenza come spingere, piangere, giungere ecc.. sono rimasti invariati.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Veramente, la forma del fiorentino antico era spegnere, divenuta spengere successivamente per influsso del pisano, se non ricordo male. C’è un passo del Rohlfs al riguardo (I § 256), ma la stanchezza m’impedisce di riprodurlo ora.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
promessainfranta
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Intervento di promessainfranta »

Marco1971 ha scritto:Veramente, la forma del fiorentino antico era spegnere, divenuta spengere successivamente per influsso del pisano, se non ricordo male. C’è un passo del Rohlfs al riguardo (I § 256), ma la stanchezza m’impedisce di riprodurlo ora.
Riporto dal Rohlfs.

Il nesso ng davanti a vocale palatale.
Nella lingua letteraria del Medioevo si trovano affiancate le due forme pungere e pugnere, fingere e fignere, piangere e piagnere, spegnere e spengere, mungere e mugnere, àngiolo e àgnolo. L'opinione di Meyer-Lubke, che ñ sia il risultato di proparossitoni, è già stata confutata dal Levi (AR 13, 389) con la citazione di piagne, cigne, dipigne, sospigne, strigne (tutti nella Divina Commedia). Le forma in gn sono caratteristiche della lingua antica di Firenze, mentre a Lucca e a Pisa si ha sempre o prevalentemente ng, cfr. il lucchese sunza di fronte al fiorentino sugna (axungia). Per i dialetti odierni, l'AIS attesta la diffusione di gn nella Toscana orientale (Barberino di Mugello, Incisa, Caprese Michelangelo, Chiavaretto, Sinalunga, Cortona), però attualmente esclude Firenze (che ha ng), cfr. per Cortona mogne 'mungere', ogne 'ungere', giogne 'giungere', logne 'lungi' ; l'intera zona ad occidente della linea Firenze-Siena ha ng.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie a Promessainfranta per la trascrizione del brano. :)

Una ricerca eseguita con la LIZ[a] mostra che la forma spengere compare nel tardo Quattrocento: uno spenge in Niccolò da Correggio (1450-1508) e spengendo, spenger in Boiardo (1440 [o 1441]-1537). Le Tre Corone (Dante, Petrarca, Boccaccio) hanno sempre spegnere. Le Prose della volgar lingua del Bembo, che si richiamava appunto all’aureo Trecento, escono nel 1525, ed è probabile che – nonostante la variante in -ng- continui a essere impiegata fino al Novecento, con esempi anche in scrittori non toscani come Verga, Pirandello e D’Annunzio – i dettami del Bembo siano stati determinanti nel riportare in auge la forma in -gn-, che è dell’italiano normale d’oggi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
maddi
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Iscritto in data: mar, 06 gen 2009 16:05

Intervento di maddi »

Grazie per aver preso in considerazione questo mio piccolo dilemma, sorto notando che nella parlata delle mie parti le forme dialettali: ugn,tign, piegn,stregn ecc... vengono rese in italiano rispettivamente: ungere, tingere, piangere, stringere...
Per questo ero propensa a credere che il fonema gn nel verbo spegnere fosse una forma dialettale che non si è evoluta e aggiornata come le altre simili.
Ancora grazie per le precise ed esaurienti delucidazioni.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie a lei per averci porto il destro di fare ricerche in merito. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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