«Camminare fino a/in», «Riservato da/a»

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

Moderatore: Cruscanti

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Giorgio1988
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Iscritto in data: lun, 16 feb 2009 0:30
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«Camminare fino a/in», «Riservato da/a»

Intervento di Giorgio1988 »

Due brevi quesiti riguardo alla preposizione più adatta da usare.

1) In una frase in cui si dice che si è raggiunto, camminando, un dato indirizzo (poniamo: “Via Carducci 43”, con indicazione del nome della via e del numero civico), come bisogna esprimersi?
«Ho camminato fino a via Carducci 43» oppure «Ho camminato fino in via Carducci 43»?
Secondo me sono possibili entrambe le opzioni, pur io preferendo la seconda.

2) Nelle espressioni, tipiche delle indicazioni commerciali relative alle opere d’ingegno, quali: «Tutti i diritti riservati», i diritti sono riservati a o da un determinato marchio?

Giorgio
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Marco1971
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Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Come è preferibile il tipo in via/piazza X, cosí preferiremo il tipo tradizionale fino in via/piazza X:

Non potendo più resistere al desiderio di sapere quel che l’avvocato poteva aver detto in proposito al cavalier Balzalotti, una domenica, mentre i ragazzi erano a spasso nei giardini pubblici con Demetrio, uscì di casa, fece una corsa fino in via Velasca, trovò facilmente la porta dei bagni, chiese del cavaliere, le fu indicata una scala e suonò a un uscio del primo piano. (De Marchi, Demetrio Pianelli)

Mario spingevasi fino in via del Pellegrino; compariva ormai tutte le sere. (Chelli, L’eredità Ferramonti)

Per i diritti, penso che siano riservati a un dato marchio.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Giorgio1988
Interventi: 45
Iscritto in data: lun, 16 feb 2009 0:30
Località: Bari

Intervento di Giorgio1988 »

Grazie mille!
Sempre puntualissimo! :D

Giorgio
Gino Zernani
Interventi: 136
Iscritto in data: lun, 11 lug 2005 18:19

Intervento di Gino Zernani »

Nel caso di marchi, brevetti, invenzioni o opere dell'ingegno lato sensu, i diritti (di sfruttamento commerciale delle opere) sono riservati per legge ai "proprietari" dei medesimi, che non necessariamente sono gli autori o gli inventori. Vero è che in prima battuta, quale titolo originario (paternità), lo stesso viene assegnato al creatore dell'opera, il quale potrebbe anche cederlo a terzi. Spero fosse questo il suo dubbio.
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