«Il secondo migliore»

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rossella messina
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«Il secondo migliore»

Intervento di rossella messina »

Buonasera. Ho visto tradotta l'espressione "second best" come "secondo migliore". Per esempio, l'annata 1982 è la seconda migliore dopo quella del 1981, che è la migliore.
Siccome mi suona malissimo, vorrei sapere se si può usare. Io mi sono sempre servita di giri di parole, tipo "la seconda in ordine di importanza" "il secondo in quanto a rendimento" ecc. a seconda del contesto.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Si può dire, credo senza dubbio, che è un calco dall’inglese (non ho trovato esempi simili nella grande letteratura). Ora, pur essendo un calco, non ci vedrei nulla di ‘empio’, nel senso che questa sequenza non è in aperto contrasto con le strutture dell’italiano, e ha il duplice vantaggio della concisione e della trasparenza. L’accoglierei, insomma, come un arricchimento (ecco per me l’evoluzione ‘sana’ :)). Naturalmente, segua il suo gusto: le sue soluzioni sono ottime!
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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rossella messina
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Intervento di rossella messina »

Grazie. Dato che si tratta di traduzioni di film e telefilm, a volte bisogna trovare un'espressione che abbia la stessa "lunghezza" del testo inglese originale, per esigenze di doppiaggio. Naturalmente cerchiamo di trovare soluzioni almeno accettabili...
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Intervento di Freelancer »

Io ci vedo un impoverimento dell'italiano, che invece ha i mezzi e la flessibilità per esprimere i diversi concetti che in un'altra lingua sono resi da una stessa espressione (come spesso capita quando si mettono a confronto due lingue), quindi non è necessario riprodurre passivamente le strutture sintattiche di un'altra lingua.

Nello specifico, l'espressione second best, univoca in inglese, si può rendere in vari modi. Ad esempio, he came off second best vale si è dovuto accontentare del secondo posto, o simili. Ma arrendendosi subito per ammirare il calco per la sua chiarezza e trasparenza (!) si finisce poi per dire è arrivato secondo migliore e si è sulla buona strada per perdere la flessibilità e la gamma di mezzi espressivi a nostra disposizione.

Spesso occorre riflettere un po' per rendersi conto di come rendere nel modo migliore una certa espressione, ma ne vale la pena e dà soddisfazione; nel caso dell'annata di un vino, dicendo l'annata del 1982 è la migliore dopo quella del 1981, tutti capiscono cosa vuol dire, non c'è equivoco quindi c'è trasparenza, e quanto a concisione mi pare che più o meno siamo lì, se proprio si vuole essere sempre ossessionati dalla brevità.

Abbiamo così rispettato le nostre strutture sintattiche - cosa che dovrebbe fare piacere a chiunque parte sempre lancia in resta a difesa dell'italiano - e abbiamo usato i nostri mezzi espressivi senza bisogno di riprodurre passivamente, ossia di copiare, l'altra lingua.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Come si può parlare d’impoverimento? Non ho mica detto che bisogna adottare questo calco sintattico in tutti i casi! Dicevo che non è un trauma per l’italiano se, come ci mostra Google Libri, esso si va affermando nell’uso. Le ricordo che abbiamo ereditato da altre lingue diverse costruzioni, ad esempio stare + gerundio dallo spagnolo: non che ce ne fosse bisogno, ma vede, è stato comunque un arricchimento. :)

C’è chi è ossessionato dalla brevità, e chi vede passività dappertutto. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Scrive il suo eroe Arrigo Castellani, toscano doc:
Sta dormendo: a me viene più spontaneo Dorme, e così per Sta pranzando direi piuttosto È a tavola. [...]Attribuirei l'attuale tendenza a servirsene sempre di più [...] e alla moderna predilezione per modelli unici e semplificati (l'aspetto durativo sia sempre e soltanto espresso mediante stare + gerundio). È magari inevitabile che sia così. Debbo però dire che l'ossimorico stare andando continua a farmi un certo effetto.
(da La Crusca per voi, N. 2, Aprile 1991)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sí, grazie. :) Avevo riportato qui un brano piú esteso di questo stesso articolo. Non capisco però che cosa c’entri con l’oggetto di questa discussione.

P.S. Il Castellani non è il mio «eroe», è il mio padre spirituale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Ma mi sembra ovvio: Castellani, persona di grande sensibilità linguistica, trova inevitabile il diffondersi della riproduzione (in questo caso dallo spagnolo) di questa struttura sintattica, ma vi preferisce strutture più genuinamente italiane e che variano di caso in caso, quando addirittura non la bocci perché genera un ossimoro. Si confronti con il caso di seconda migliore [dopo quella del 1981] riferito ad annata, dove esiste un caso di ridondanza - meno evidente dell'ossimoro osservato da Castellani - ma che ciò nonostante esiste, come mostra il fatto che il semplice migliore convoglia perfettamente il significato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Va bene. Ma il Castellani non condanna stare + gerundio (come io non condanno il secondo migliore/piú + aggettivo), condanna l’uso «automatico» e appiattente (come io condannerei l’impiego sistematico del calco in questione, pur ritenendolo lecito).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Tornando allo specifico, ho trovato un esempio ottocentesco (con Google Libri). Dovrei cercare ancora, ma ecco, non sembra un costrutto nato ieri (grassetto mio).

La linea piú breve alla strada ferrata badese sarebbe quella da Venezia a Verona... La seconda linea piú breve sarebbe quella indicata di sopra, da Venezia per Chiavenna a Coira... La terza piú breve sarebbe la già spesso citata linea da Trieste per Bruck e Salisburgo. (Raccolta di atti officiali e di diversi scritti pubblicati in Italia, in Francia ed in Germania intorno alle presenti vertenze fra l’Austria ed il Piemonte: preceduta di alcune memorie intorno alle strade ferrate ed alle presenti condizioni politiche dell’Italia e dell’Austria, 1846)

A scanso d’equivoci preciso che con questa citazione non propugno l’uso di quello che sembra (oggi) un influsso dell’inglese: cerco solo d’individuarne meglio la genesi, e quest’esempio parrebbe dirci che in fondo potrebbe anche trattarsi d’uno sviluppo interno. Ma servono ulteriori indagini.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di PersOnLine »

In economia second best rappresenta pure un concetto tecnico, ed esiste anche il first best; come si potrebbero tradurre questi due casi?
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

La IATE non dà traducenti italiani, ma si trovano, per lo spagnolo, teoría del segundo optimo e teoría de la segunda preferencia; per il francese si trovano théorie de l’optimum second e théorie de l’optimum de second ordre. In italiano sembra nell’uso specialistico teoria del secondo ottimo (presente in diversi siti universitari) e in un articolo omonimo del 1964.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Credo che allora l'uso di 'ottimo' stia per 'punto di ottimo', che è un concetto matematico nella teoria dei giochi applicata all'economia.
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