«Troubleshooter»

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Marco1971
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«Troubleshooter»

Intervento di Marco1971 »

Nella lista abbiamo:

troubleshooter: risolutore di problemi

Vorrei proporre qualcosa di piú agile e svelto: spazzaguasti, composto normalissimo del tipo ‘verbo + sostantivo’.

Dal Treccani:

spazzare 1 b. In usi fig., per lo più con valore iperb., ripulire, liberare da qualcuno o qualcosa che costituisce un pericolo, un danno, un ingombro: s. la città dalla malavita; [...] 2 b. In usi estens. e fig., spesso nella forma rafforzata s. via, far sparire, eliminare completamente: il vento ha spazzato (via) tutte le nuvole; il sole spazzò via la nebbia; l’ultimo bombardamento gli ha spazzato via tutto (Marotta); la scienza spazza via pregiudizî e superstizioni.

Che ne dite? Non potrebbe funzionare?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Non sarebbe meglio usare un verbo meno "violento" (il Treccani da lei citato, dopotutto, parla di iperbole), che richiami piú da vicino la sistemazione dei problemi? Non so, accomodaguasti (due sillabe in piú, però).
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chiara
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Intervento di chiara »

Eliminaguai?
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Intervento di Freelancer »

Marco1971 ha scritto:Nella lista abbiamo:

troubleshooter: risolutore di problemi

Vorrei proporre qualcosa di piú agile e svelto...
Propongo: sparaguai.

Il vero problema è che nei manuali non si parla mai di troubleshooter, però c'è sempre una sezione intitolata troubleshooting, e allora che si fa?

:wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Freelancer ha scritto:Il vero problema è che nei manuali non si parla mai di troubleshooter, però c'è sempre una sezione intitolata troubleshooting, e allora che si fa? :wink:
Un semplicissimo riparazione? E riparatore per troubleshooter?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

No, perché troubleshooting include la diagnosi di un problema e la descrizione dell'intervento necessario.

Comunque una resa frequente nei manuali, oltre a [ri]soluzione dei problemi, è ricerca guasti. Ancora troppo lungo per i suoi gusti?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

A me non importa poi cosí tanto la lunghezza, purché si tratti d’un termine e non d’una circonlocuzione. Ma in fondo il senso di riparazione come definito dal Battaglia non mi pare troppo dissimile da quello (generale) di troubleshooting:

Troubleshooting is the activity or process of solving major problems or difficulties that occur in a company or government. (COBUILD)

Riparazione 4. Rimedio a una situazione critica o ingiusta. – In partic.: misura per risolvere problemi di natura sociale o politica. (Battaglia)

E in fondo non importa, non difendo questo termine, dico solo che non è del tutto inadeguato. Quelli usati nei manuali e da lei citati mi paiono idonei – che altro dovrei dire che già non avrei detto? È sufficiente che ci si renda conto che a furia di intraduzione, la lingua s’inquina. Che la traduzione sia X o Y incide poco, dal momento che diventa loquela.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Non mi è chiaro cosa sia l'intraduzione, né perché la lingua s'inquini con soluzione dei problemi. Comunque tornando un attimo all'originale troubleshooter e alla sua ricerca della soluzione univerbale, mi sembra che il termine risolutore, come dalla definizione del Devoto-Oli, si possa usare anche assolutamente, perché significa per l'appunto 'eliminatore di complessità o di difficoltà'. Insomma risolutore di problemi sarebbe un po' ridondante se uno cerca la massima sinteticità.
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Intervento di Marco1971 »

L’intraduzione, mi sembra, è la mancanza di traduzione, cioè l’utilizzo del forestierismo irriflesso (per esempio l’ormai consolidato e aberrante mouse).

La lingua non s’inquina con soluzione di problemi, s’inquina con parole superflue che non s’integrano bene nel tessuto della lingua.

Vanno benissimo risolutore e risoluzione, per come la vedo io e per come non la vedono coloro che rivedono le traduzioni.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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