Si dice «lo Stato» o «lo stato»?

Spazio di discussione su questioni di grafematica e ortografia

Moderatore: Cruscanti

Intervieni
Avatara utente
umanista89
Interventi: 39
Iscritto in data: lun, 14 ago 2006 22:22

Si dice «lo Stato» o «lo stato»?

Intervento di umanista89 »

Salve a tutti. Il quesito che vi pongo, come da titolo, è il seguente:
la parola «stato», nel suo significato di 'stato' come istituzione, si scrive con l'iniziale minuscola o maiuscola?
Ho consultato il mio dizionario della lingua italiana (lo Zingarelli) ma non è affatto chiaro: non espone alcuna regola al riguardo e, negli esempi, usa a volte la maiuscola, altre volte la minuscola, senza alcun criterio logico.
Ringrazio anticipatamente quanti mi risponderanno.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Tendenzialmente, si usa la maiuscola in questo caso, come esemplifica Luca Serianni nella sua grammatica (I, 194, l):
Alcuni nomi che designano nozioni astratte e organismi pubblici, in contrapposizione ad omografi relativi a dati particolari o concreti: la Legge non ammette ignoranza / la legge sugli ex combattenti; un funzionario dello Stato / lo stato dei dei lavori...
E, come dice un po’ prima:
...l’uso della maiuscola è legato a fattori stilistici: ci aspettiamo di leggere Papa se chi scrive è un cattolico o comunque un ammiratore del pontefice, papa se il discorso muove da indifferenza o addirittura da ostilità.
Direi quindi che nel contesto si capirà senz’altro a che cosa ci si riferisce, con o senza la maiuscola. Tuttavia, l’uso prevalente prevede, per ora, la maiuscola.
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Ho l'impressione che ultimamente l'uso della minuscola – sempre in espansione – si sia esteso anche a questo caso; resta comunque l'utilità della maiuscola ai fini della distinzione fra istituzione e condizione, che rendono consigliabile la maiuscola forse sempre, e sicuramente quando c'è possibilità di confusione (anche solo remota).
Marco1971 ha scritto:
...l’uso della maiuscola è legato a fattori stilistici: ci aspettiamo di leggere Papa se chi scrive è un cattolico o comunque un ammiratore del pontefice, papa se il discorso muove da indifferenza o addirittura da ostilità.
Senza dimenticare che papa dovrebbe essere sempre minuscolo quando è apposizione, a meno di entrare nel campo della maiuscola reverenziale.
PersOnLine
Interventi: 1303
Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

L'Ultimo dell'anno

Intervento di PersOnLine »

Sulla parola ultimo, quand'è usata per indicare l"ultimo dell'anno" in maniera assoluta, può essere giustificato l'uso della maiuscola: «Cosa hai fatto l'Ultimo?».
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Mi pare un po’ eccentrico: la maiuscola, di là dai nomi propri e dall’inizio di frase, serve a personificare, a sottolineare la riverenza, a indicare un che di solenne. Le parole usate assolutamente non prendono la maiuscola. Ciò detto, lo può fare per vezzo personale nella corrispondenza informale. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
Interventi: 1303
Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30

Intervento di PersOnLine »

Probabilmente è dovuto al fatto che io sento l'ultimo dell'anno come un giorno "quasi festivo", un po' come avviene per la vigilia di Natale; la quale spesso viene sentita come una festività vera e propria, e anche scritta con la maiuscola, la Vigilia, proprio per indicare il 24 dicembre (e non un altro giorno!) e proprio quello che vi accade in termini di festeggiamenti.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, ma Vigilia, come Natale, Pasqua, ecc., sono nomi di feste religiose, c’è in origine quel senso di sacro e di solenne. L’ultimo dell’anno è una ricorrenza laica, del tutto estranea a misteri e divinità. Per questo avverto la maiuscola inappropriata, e certamente inaccettabile in uno scritto formale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Carnby
Interventi: 5292
Iscritto in data: ven, 25 nov 2005 18:53
Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

La mia preferenza è per Stato (maiuscolo) nel senso di "stato sovrano" e stato (minuscolo) nel senso di "entità federata". Per esempio, «La Germania è uno Stato federale» e «La Baviera è uno stato federato alla Germania».
Avatara utente
Federico
Interventi: 3008
Iscritto in data: mer, 19 ott 2005 16:04
Località: Milano

Intervento di Federico »

Carnby ha scritto:La mia preferenza è per Stato (maiuscolo) nel senso di "stato sovrano" e stato (minuscolo) nel senso di "entità federata". Per esempio, «La Germania è uno Stato federale» e «La Baviera è uno stato federato alla Germania».
Francamente trovo la distinzione arbitraria (come tutte, in effetti). A meno che lei si senta tedesco ma non bavarese (a giudicare da quanto dice il Treccani).
Fausto Raso
Interventi: 1725
Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25

Intervento di Fausto Raso »

Federico ha scritto:Francamente trovo la distinzione arbitraria (come tutte, in effetti). A meno che lei si senta tedesco ma non bavarese (a giudicare da quanto dice il Treccani).
Cortese Federico, ho cliccato su "Treccani" ma è comparsa "Wikipedia".
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, ma è citato il Treccani nella nota a piè di pagina. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Intervieni

Chi c’è in linea

Utenti presenti in questa sezione: Nessuno e 15 ospiti