Lingua italiana (?)

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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Beh, posso assicurarle che nella GGIC (Grande Grammatica Italiana di Consultazione), in tre volumi, si parla solo di topicalizzazione.

Mi è di grande sollievo che esistano ancora linguisti che, nelle loro lezioni e nei loro scritti, adoperano i termini piú acconci.

Da estromettere sarebbe anche referente, ma qui dobbiamo lasciare ogni speranza...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Artorius
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Intervento di Artorius »

Marco1971 ha scritto:Da estromettere sarebbe anche referente
Intende dire che la diatesi del termine non concorda col significato, vero? Sa, dalle mie parti, alcuni dicono gomma masticante (forse una traduzione letterale di chewing gum?). Non volendo finir maciullato, mi tengo alla larga da questo tipo di dolci. :D
Lei cosa suggerirebbe, al posto di referente?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Io, non avendo autorità alcuna, mi rimetto a quella dei miei maestri. Sono state proposte varie soluzioni, fra le quali designato mi pare la piú felice. Se desidera avere l’articolo del Castellani Terminologia linguistica, glielo mando volentieri.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Scritto bene? Sintassi veloce? Mi volete dire che quello di cui allego il copia/incolla qui sotto, è un esempio di italiano mederno'? In futuro si dovrà ysare la punteggiatura in questo modo? Ci sono più parentesi in questo articolo che in un'equazione di terzo grado...

"Nel giro di pochi anni, da quando cioè si è diffuso – si badi bene – come pratica interclassista in Francia, dove nacque nelle periferie di Parigi verso la fine degli anni Ottanta, le parkour (con la tipica k giovanilistica di Kikka ti voglio, kiamami tu ecc., nota in Francia come in Italia, seppure influenzata, in questo caso, dalla k dell’inglese park; ma la denominazione è successiva agli anni dell’effettiva nascita della pratica), cioè le parcours ‘il percorso della gara, del circuito’, il correre, saltare, arrampicarsi, volteggiare per strada lungo un percorso metropolitano, cercando di toccare terra coi piedi il meno possibile e usando gli ostacoli come trampolini e catapulte per rilanciarsi oltre e in avanti, subito si diffonde oltremanica, poi oltreoceano e infine in tutto il mondo, laddove esistano teen ager compressi negli spazi cementizi delle grandi metropoli – da Helsinki a Singapore, insomma."

Ai miei tempi, quando ci insegnavano a leggere, ci dicevano che non si poteva "prender fiato" fino al punto di sospensione.
Io ho provato a farlo col periodo in oggetto, ma l'età ormai avanzata non me lo ha permesso; dubito molto, però, che ci sarei riuscito anche quarant'anni fa.

Cordiali saluti a tutti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Federico
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Intervento di Federico »

Fabio48 ha scritto:Ai miei tempi, quando ci insegnavano a leggere, ci dicevano che non si poteva "prender fiato" fino al punto di sospensione.
Io ho provato a farlo col periodo in oggetto, ma l'età ormai avanzata non me lo ha permesso; dubito molto, però, che ci sarei riuscito anche quarant'anni fa.
Per curiosità ci ho provato e ci sono riuscito, quindi è tutt'altro che impossibile; il problema però è leggere in modo comprensibile facendo comprendere la struttura sintattica e logica della frase all'ipotetico ascoltatore, ciò che è difficile anche per il lettore, che peraltro (anche volendo mantenere la stessa sintassi) sarebbe stato molto aiutato da un uso maggiore e piú assennato di lineette, parentesi e magari punti e virgola, che permettessero ad esempio di recuperare facilmente il soggetto della principale, rimasto indietro di qualche riga rispetto al suo predicato.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per me rimane in ogni modo un esempio di cattiva scrittura.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Per me rimane in ogni modo un esempio di cattiva scrittura.
Mi pareva di averlo solo ribadito.
Oggi ho ripensato a questa discussione sentendo l'interrogazione parlamentare a risposta immediata al ministro della Giustizia, il quale leggeva un documento con periodi complicatissimi e interminabili tentando contemporaneamente di essere un minimo convincente (con una certa dizione) e di comprimere tutto nei tre minuti. Il risultato è che si è mangiato le parole, è inciampato diverse volte e ha sforato di due minuti senza nemmeno finire.
Quantomeno, ha scelto uno stile di scrittura non adeguato al contesto.
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