«Come si» o «come se si»
Moderatore: Cruscanti
«Come si» o «come se si»
Ciao a tutti,
vorrei sapere se è corretto omettere il "se" in casi del tipo: "come se si trattasse di" che risulterebbe: "come si trattasse di".
Grazie
Frank
vorrei sapere se è corretto omettere il "se" in casi del tipo: "come se si trattasse di" che risulterebbe: "come si trattasse di".
Grazie
Frank
Grazie, ma il motivo?
Grazie, mi sapresti dire qualcosa in più? Vorrei capire bene il motivo. Quindi è corretto anche "come avesse", "come facesse", ecc.? Ed è per lo stesso motivo per cui si può iniziare una frase ipotetica con "Avessi..." senza usare il "se"? Il "se" può essere sempre omesso? Perché invece non si può omettere in casi come "se lo farà" o "se sono arrivati"? Dipende dal tempo del verbo?
Mi piacerebbe anche sapere da dove viene la tendenza a ometterlo, quale delle due versioni è più antica e quale più moderna.
Frank
Mi piacerebbe anche sapere da dove viene la tendenza a ometterlo, quale delle due versioni è più antica e quale più moderna.
Frank
Per quanto riguarda l’antichità, possiamo dire che i due costrutti si alternano nell’uso sin dalle origini:
In un boschetto trova’ pasturella
più che la stella – bella, al mi’ parere.
Cavelli avea biondetti e ricciutelli,
e gli occhi pien’ d’amor, cera rosata;
con sua verghetta pasturav’agnelli;
[di]scalza, di rugiada era bagnata;
cantava come fosse ’namorata:
er’adornata – di tutto piacere. (Cavalcanti, Poesie, 46)
Et questo appare manifestamente in alcuno savio che non sia parlatore, dal quale se noi domandassimo uno consiglio certo no-llo darebbe tosto cosìe come se fosse bene parlante. (Latini, La rettorica, Argom. 3)
Quando è possibile omettere il ‘se’? Nelle frasi introdotte da come se e in quelle ipotetiche con la protasi al congiuntivo imperfetto o trapassato (ma non al presente o al futuro):
(Se) fossi io al tuo posto, lo licenzierei subito.
(Se) non ci fosse stato lui, non avremmo combinato nulla. (Esempi tratti dal DISC, ossia Sabatini-Coletti.)
Lo stesso DISC fa notare che l’omissione del ‘se’ produce un effetto di maggior enfasi.
Quanto all’origine, infine, di tale omissione, immagino che si debba ascrivere al fenomeno dell’ellissi, per il quale si fa economia d’una parola non strettamente necessaria, affidando, in questo caso, al tempo verbale il chiarimento semantico. Si veda anche l’omissione del ‘che’ congiunzione (penso [che] sia meglio tacere, ecc.).
P.S. La convenzione di questo foro è di darsi del lei.
In un boschetto trova’ pasturella
più che la stella – bella, al mi’ parere.
Cavelli avea biondetti e ricciutelli,
e gli occhi pien’ d’amor, cera rosata;
con sua verghetta pasturav’agnelli;
[di]scalza, di rugiada era bagnata;
cantava come fosse ’namorata:
er’adornata – di tutto piacere. (Cavalcanti, Poesie, 46)
Et questo appare manifestamente in alcuno savio che non sia parlatore, dal quale se noi domandassimo uno consiglio certo no-llo darebbe tosto cosìe come se fosse bene parlante. (Latini, La rettorica, Argom. 3)
Quando è possibile omettere il ‘se’? Nelle frasi introdotte da come se e in quelle ipotetiche con la protasi al congiuntivo imperfetto o trapassato (ma non al presente o al futuro):
(Se) fossi io al tuo posto, lo licenzierei subito.
(Se) non ci fosse stato lui, non avremmo combinato nulla. (Esempi tratti dal DISC, ossia Sabatini-Coletti.)
Lo stesso DISC fa notare che l’omissione del ‘se’ produce un effetto di maggior enfasi.
Quanto all’origine, infine, di tale omissione, immagino che si debba ascrivere al fenomeno dell’ellissi, per il quale si fa economia d’una parola non strettamente necessaria, affidando, in questo caso, al tempo verbale il chiarimento semantico. Si veda anche l’omissione del ‘che’ congiunzione (penso [che] sia meglio tacere, ecc.).
P.S. La convenzione di questo foro è di darsi del lei.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Di nulla!
Personalmente, avverto piú letteraria l’omissione del ‘se’ nel costrutto con come se. E generalmente concordo con il DISC sulla maggiore enfasi. Quindi, direi che in uno stile formale è forse preferibile non ometterlo, riservando l’omissione a contesti letterari o emotivi.

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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