«Frontestante» o «Frontistante»

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Ferdinand Bardamu
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«Frontestante» o «Frontistante»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Buonasera a tutti,

ho trovato l'aggettivo «frontestante» in un corsivo del giornalista Michele Serra. (La variante «frontistante» è comparsa nei risultati di ricerca su Google.) La frase che contiene il termine è questa:
Quasi tutti gli automobilisti in coda al semaforo frontestante telefonano alla guida con il cellulare incollato all'orecchio
La parola non è attestata né sul Treccani in linea né sul Devoto-Oli e sembra essere usata molto negli annunci immobiliari.

Mi piacerebbe avere qualche dettaglio in piú sul suo uso; in particolare vorrei sapere se l'uso che ne fa Serra possa essere accettabile anche in altri contesti oppure se sia limitato allo stile di lui.

Come sempre, grazie in anticipo. :D
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Dev’essere un neologismo, perché non lo trovo né nel Battaglia né nel GRADIT. M’interrogo però sulla sua utilità: abbiamo già antistante. Né sono sicuro che sia ben foggiato, ché la locuzione è di fronte e non fronte. Che ne dite?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Ho sfruttato la funzione di ricerca della versione elettronica del GRADIT per trovare tutti i composti con -stante che indicano una posizione. Sono questi (salvo omissioni involontarie):

antistante, circostante, dietrostante, entrostante, latistante, retrostante, sottostante, sovrastante/soprastante.

Sono tutti costruiti su confissi, tranne lati- (che esiste come confisso scientifico ma nel senso di ‘largo’: laticauda, latifloro, latifoglia).

Latistante legittimerebbe forse un frontistante, che tuttavia a me evocherebbe piú ‘che sta a fronte’ e non ‘di fronte’. Ma ammetto che l’attuale calura ottunde alquanto le mie facoltà mentali. :D
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

La ringrazio dell'impegno, malgrado l'opprimente afa. :D

L'aggettivo sembra essere proprio del lessico burocratico: una breve ricerca su Google mostra infatti come sia usato largamente in atti giuridici o in discorsi inerenti a testi di legge.

Ecco alcuni esempi:
due edifici sono in posizione di parziale frontistanza. [qui è stato addirittura foggiato il sostantivo de-aggettivale]

La legge nazionale pone l'obbligo del rispetto della distanza minima di 10 ml tra pareti finestrate e pareti di edifici frontistanti.

Detto terrazzo risultava di altezza superiore a tutte le finestre dell’edificio frontistante […].

Il Comune di [omissis] ritiene che un cittadino e nel caso di specie il frontistante siano estranei al rapporto pubblicistico relativo alla concessione ad aedificandum o insanatoria […]
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie a lei per le citazioni! :)

Continuo a domandarmi se sia del tutto lecita una formazione consimile, ma in fondo non mi disturba, soprattutto se confinata a quello che, giustamente, Italo Calvino definí antilingua. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

GoogleLibri attesta la prima ricorrenza di frontistante nel 1913 e l'uso si incrementa nei decenni successivi per non parlare degli ultimi due, ma quasi esclusivamente in ambito giuridico.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Bene. L’ho già detto: s’accetta in ambito giuridico. Poco male.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Marco1971 ha scritto:Latistante legittimerebbe forse un frontistante
Considerata anche la tendenza d’uso —ricavabile per ora solo dal numero di occorrenze in rete— dovremmo dunque preferire frontistante alla variante in «-e-».
Posto ciò, siamo davvero sicuri della perfetta intercambiabilità con antistante? Il secondo esempio citato da Ferdinad sembra dimostrare il contrario: se parlo infatti di «edifici antistanti», non si evince la reciprocità. Può darsi ch’io mi basi su un’interpretazione errata del significato, ma, quando impiegato in senso assoluto, antistante si riferisce al posto in cui si trova il soggetto o, secondo il contesto, al luogo appena indicato o descritto. Se cosí fosse, quest’aggettivo non sarebbe poi cosí inutile…
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

La parola non sembra sempre avere un significato specifico, tuttavia la troverei al massimo utile per indicare due oggetti che stanno l'uno di fronte all'altro reciprocamente e, soprattutto, in senso verticale: insomma, due palazzi possono essere tra loro frontistanti (visto che si parla anche di frontistanza), ma un giardino può essere solo antistante a una casa.
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