«Badare» + indicativo

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Ferdinand Bardamu
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«Badare» + indicativo

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Buongiorno a tutti,

nella Grammatica del Serianni c'è un elenco di verbi che reggono una proposizione oggettiva e ammettono sia il costrutto col congiuntivo che quello coll'indicativo; la scelta comporta però una diversa sfumatura di significato assunta dal verbo reggente.

Tra questi verbi c'è badare, che, seguito dal congiuntivo, assume, secondo Serianni, il significato di «osservare». Mi chiedevo se questa accezione non fosse antiquata o, comunque, di basso uso, dacché non ne ho trovato traccia né sul dizionario Treccani in linea, né sul Devoto-Oli.

Esistono esempi letterari di questo costrutto di badare con questo significato? Grazie in anticipo.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Serianni sicuramente pensa a frasi del tipo Bada che le cose non stanno affatto cosí, simile a ‘guarda che’, ‘osserva che’. Ecco qualche esempio letterario:

– Bada, Luciano – lo ammoniva io – bada che dimenticando tutto sopraggiunge poi il giorno che ci ricorda di qualche cosa, e allora troppo tardi ci accorgiamo d’aver dimenticato di farci uomini. (Nievo, Confessioni di un Italiano, cap. 21)

Bada che in questa casa capitano patrizi del Gran Consiglio, procuratori e avogadri, e se io dicessi loro chi sei tu e chi eri tu e cosa tu hai fatto... (Rovani, Cento anni, libro 2, 12)

– Bene, alle quattro dunque, e silenzio. Se taci avrai quello che ti ho promesso, se parli ti licenzio sui due piedi e senza salario. Hai inteso? Bada che tutti, anche la cameriera, devono credere che andiamo a San Michele, dalla marchesa Giulia. (C. Boito, Nuove storielle vane, «Senso»)

Oh bada che ha ragione il signor Firbo, sai! Cosa da manicomio, uno scherzo di così cattivo genere, pagarlo a un così caro prezzo. Va’ là, va’ là! Pigliati qua Bibì, e pòrtala un po’ fuori. (Pirandello, Uno nessuno centomila, libro 5, 2)

Bada che io lo saprò – soggiunse Giorgio, divenuto pallidissimo, con la voce un po’ soffocata, trattenendo a fatica lo scoppio del suo risentimento che cresceva come più egli rivedeva ora l’uomo nel suo aspetto odioso, come più chiare gli apparivano le conseguenze dell’atto inconsiderato. (D’Annunzio, Trionfo della morte, libro 2, 7)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ora tutto mi è piú chiaro. Grazie tante. :)
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