nel rispondere a un nuovo utente in un altro filone, m'è venuto un dubbio. Serianni dice che, con i verbi servili che reggono un infinito pronominale, se il pronome atono è enclitico, l'ausiliare può essere sia essere che avere.
Serianni usa un esempio in cui la particella atona, a quanto mi sembra, è un avverbio locativo («non sono potuto entrarci» = «non sono potuto entrare lí»). Mi chiedo però se lo stesso valga per i verbi riflessivi diretti. Es. «Mi sono potuto lavare» può essere reso anche come «sono potuto lavarmi»?Luca Serianni, Italiano, Garzanti, VII.74 ha scritto:Nei tempi composti l'ausiliare è quello dell'infinito quando il pronome atono è anteposto al verbo reggente («non ci sono potuto entrare», perché si dice «sono entrato»), può essere quello richiesto dal verbo servile quando il pronome è enclitico («non ho potuto entrarci», come si dice «ho potuto» assolutamente; ma è altrettanto corretto: «non sono potuto entrarci»).
Chiedo scusa dell'ingenuità della domanda e vi ringrazio in anticipo per le vostre risposte.