«Molti di noi sono/siamo» e «molti di voi sono/siete»

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Marco1971
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«Molti di noi sono/siamo» e «molti di voi sono/siete»

Intervento di Marco1971 »

Un dubbio che può sorgere è quello della concordanza del verbo con molti di noi/voi. Per questo penso che sia utile trattarlo qui. Le attestazioni dell’uso consolidato e classico mostrano che convivono le due possibilità: accordo con molti (terza persona del plurale) o con noi/voi (si noti anche l’esempio dell’Alfieri, col si).

Dubitavamo molti di noi, magnifici Signori, di essere insieme, ancora che per cagione publica, per ordine privato... (Machiavelli, Istorie fiorentine, Libro 3, cap. 5)

Onde molti di noi verso la terra
fuggimmo, e pria non fummo in su le porte,
che i Romani ci fur dietro a le spalle.
(Trissino, Sofonisba, atto 1, scena 3)

...ché, sopportando pazientemente la fame e la sete, ci lasciamo molti di noi più tosto morire che stare con voi, preponendo allegramente la morte a la servitù. (Gelli, La Circe, dialogo 6)

Introdusse questo senato Luigi re di Francia nel ducato di Milano, alla quale infelice deliberazione molti di noi furno [= furono] presenti... (Guicciardini, Storia d’Italia, Libro 15, cap. 2)

...e molti di noi non presono [= presero] arme, parendoci avere a combattere con gente disarmata. (Ramusio, Navigazioni verso le Indie orientali, T. Lopez 9)

Molti secoli giacque Marko nella sua tomba sul colle, e molti di noi lo credettero morto, per sempre morto. (Slataper, Il mio Carso, Parte 1, [2])

Malgrado questi nostri tanti lumi, malgrado che da molti di noi ben si sappia che ogni autorità illimitata non può avere altra base che la nostra debolezza... (Alfieri, Del principe e delle lettere, Libro 1, cap. 9)

...penso che vi farà ridere sì per la persona di cui parla che molti di voi conoscete, e altresì che la novella di cui v’intendo ragionare mi pare solazzevole e degna de le vostre festevoli risa. (Bandello, Novelle, Parte 1, novella 54)

Ma perché molti di voi non curate di ubbidire al giusto e a quello che per ogni termine di gratitudine vi si conviene... (Boccalini, Ragguagli di Parnaso, Cent. 2, ragg. 96)

Egli, come molti di voi ponno aver veduto, è giovine di grande statura, ben proporzionato, di giocondo e veramente signorile aspetto e de la persona molto prode, come colui che da gran prencipi disceso sempre s’è da fanciullo ne l’arme essercitato. (Bandello, Novelle, Parte 1, novella 47)

...(e di ciò molti di voi saranno chiamati a testimoniare)... (De Marchi, Arabella, II, 7)

Mi domando se ci sia una preferenza nell’uso attuale. Vi chiedo perciò quale delle due soluzioni vi suona piú naturale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Personalmente, mi viene spontaneo accordarlo alla 3ª persona plurale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Grazie della risposta. Io oscillo, secondo i casi, ma propendo generalmente, come lei, per la terza plurale. Aspettiamo altri pareri.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Anch'io uso quasi esclusivamente l'accordo con la terza persona plurale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Una ricerca nei siti del Corriere e della Repubblica conferma che l’accordo, in questo caso, si fa con la terza persona del plurale. Ma è bella la scelta, senza stonature, e la variatio conferisce alla lingua maggiore espressività e bellezza senz’altro aggiunto. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Luca86 ha scritto:Personalmente, mi viene spontaneo accordarlo alla 3ª persona plurale.
Idem. L'"io" potrebbe essere escluso da quei "molti" (di noi), peraltro.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Anche a me vien più naturale accordarlo con la terza plurale.

Ma ho notato, in un altro filone, che Per aspera ad astra ha usato l'accordo con il noi, quindi usando la prima plurale, anche se non con l'espressione molti di noi/voi (ma il fenomeno dell'accordo è il medesimo):
Sicuramente, ma il discorso parte dal fatto che tutti i cittadini siamo uguali davanti alla legge.
Essendo abituato all'accordo con la sesta persona (come voi) m'ha proprio colpito. Invece è la norma in ispagnolo.
Per aspera ad astra.
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Intervento di Per aspera ad astra. »

A dire il vero, anch'io di solito lo accordo alla terza persona (così come uso il verbo al signolare quando dico "la maggior parte di"), ma nel messaggio che cita l'ho inteso come "tutti noi cittadini", nella mia mente c'era un noi inespresso. :)
Ho un cervello, non sono analfabeta e non sento l'irrefrenabile bisogno di deturpare la mia lingua madre con "k" e abbreviazioni.
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