Neanch'io voglio fare sterile polemica, ma… che cosa significa codesto discorso? Le macchine possono parlare anche il veneto veronese: e con ciò?caixine ha scritto:Caro Marco
non per sterile polemica ma per correttezza antropologica devo specificare che non sono del tutto d'accordo con la sua affermazione sovrasottolineata, in quanto:
1) non è certo la lingua italiana il discrimine tra un'antropomorfa e l'essere umano; persino le macchine riescono a parlare la lingua italiana;
2) la cultura/coltura non è certo riducibile all'uso della lingua italiana o al suo uso "corretto" secondo le indicazioni o il modello di taluni "specialisti".
La coltura o cultura come la spiritualità si possono esprimere in tutte le lingue del mondo: la scienza matematica e la sienza spirituale (non mi riferisco alle ideologie religiose ma all'universalismo spirituale) si possono esprimere in tutte le lingue del mondo. Eppoi la coltura/cultura è anche saper adoperare per benino e la testa e le mani e non solo la lingua: un bravo agricoltore e un bravo marangon valgono tanto quanto un bravo professore di lettere, di qualsiasi letteratura o lingua. E un sordomuto può adoperare la testa (intelletto) e le mani meglio di un grande letterato.
Marco parlava di rigore e di cultura riferendosi all'espressione scritta (sta nel testo che lei ha citato!). Non credo ci si possa sbagliare, a meno che non si voglia – ma spero non sia il suo caso – mettere in discussione la lingua italiana come lingua nazionale; e magari pure l'Italia come unità politico-amministrativa.