Accenti tonici «sbagliati»

Spazio di discussione su questioni di fonetica, fonologia e ortoepia

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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non si potrebbe pensare a uno sviluppo endogeno, sulla base e per influsso di meglio/peggio (il DELI non ne parla)? Infatti in Toscana si dice comunemente la meglio/peggio cosa al posto dell’italiano normale la miglior(e)/peggior(e) cosa. È solo un’ipotesi, non ho trovato nulla nel Rohlfs né nel Castellani.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Non saprei… Oltretutto non si presenta la stessa situazione per gli analoghi maggióro, minóro e deterióro, che il Treccani dice anch’essi di derivazione tardo-latina (maiorare, minorare, deteriorare); il DOP non riporta aberrazioni, mentre il DiPI registra dei tre solo «deterioro» /dete'rjoro/ con la variante «tollerata» /de'tE-/.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
Bue
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commutare

Intervento di Bue »

Marco1971 ha scritto:permutare: pèrmuto; antiq. permúto
Mi è stato fatto notare che il Treccani.it prescrive commúto come unica forma, mentre in ambito universitario anche qui a Pisa tutti siamo stati abituati a usare còmmuto.

La mia ipotesi è che qui sia abbastanza determinante l'analogia con "permuto", e che quindi commúto sia da considerarsi ormai antico come permúto. Che dite?
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Questo è ciò che dice il DiPI di Canepàri:

commuto /'kOmmuto. kom'mu-/

Francamente, dacché ho memoria, ho sempre detto e sentito còmmuto.
Ultima modifica di Luca86 in data sab, 14 mag 2011 0:44, modificato 3 volte in totale.
Utente cancellato 676

Intervento di Utente cancellato 676 »

Luca86 ha scritto:Questo è ciò che dice il DiPI di Canepàri:

commuto /'kOmmuto. kom'mu-/*.
E questo è ciò che dice il DOP:
http://www.dizionario.rai.it/poplemma.a ... 69&r=62936
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Decimo
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Re: commutare

Intervento di Decimo »

Bue ha scritto:Mi è stato fatto notare che il Treccani.it prescrive commúto come unica forma…
Beh, quale sorpresa? Nei grandi lessici la registrazione delle nuove tendenze ortoepiche è molto cauta. A maggior ragione, dunque, in un dizionario d’impostazione —per cosí dire— «tradizionale» come il Treccani, che proscrive («meno corrett[e]») pronunce oggi maggioritarie e canoniche come ad esempio vàluto o evàporo.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Canape lasco ctonio ha scritto:E questo è ciò che dice il DOP:
http://www.dizionario.rai.it/poplemma.a ... 69&r=62936
Forse piú interessante quello che il DOP dice alla voce permutare
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Si può aggiungere che il recentissimo Garzanti 2.0 (2010) ha in nota alla voce commutare:

La prima persona singolare dell’indicativo presente viene pronunciata commúto; la pronuncia còmmuto è sconsigliabile. Lo stesso vale per la seconda e la terza, ecc.

Diverso trattamento è assegnato a valutare, in cui si dice che anche vàluto è pronuncia ammessa, il che significa che forse possiamo ancora ritenere commúto non scomparso dall’uso cólto.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Utente cancellato 676 »

Infarinato ha scritto:Forse piú interessante quello che il DOP dice alla voce permutare
La ringrazio, ho cosí appreso anche il significato di rizotonico e rizoatono. :oops:
Bue
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Intervento di Bue »

Forse può avere una certa rilevanza il fatto che còmmuto l'ho sempre sentito usare in matematica in senso intransitivo ("questi due operatori còmmutano"), mentre devo dire che mi suona molto meno straniente nella frase "il tribunale commùta la pena da detentiva a pecuniaria".
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Decimo
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Intervento di Decimo »

Se cosí fosse, caro Bue, saremmo di fronte a una settorializzazione di varianti di pronuncia, come già nelle opposizioni non normalizzate tra regíme e règime (quest’ultima propria del tecnoletto ingegneristico) e tra zaffíro e zàffiro (la seconda detta «dei gioiellieri», in contrapposto ai poeti). «Commutare» avrebbe dunque ricalcato nel linguaggio matematico, piú facilmente che in quello giuridico, il modello di ritrazione già avvenuta in «permutare». Sarebbe interessante verificarne la circoscrizione.
V’ha grand’uopo, a dirlavi con ischiettezza, di restaurar l’Erario nostro, già per somma inopia o sia di voci scelte dal buon Secolo, o sia d’altre voci di novello trovato.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Completo l’intervento di Decimo con un messaggio «di servizio». Della pronuncia specialistica règime parlò Atticus nel defunto fòro della Crusca:

A proposito di règime cui accenna Ugocon.
Già verso la fine degli anni Sessanta, nelle Università italiane, molti docenti di materie scientifiche (Facoltà di ingegneria elettronica, ma non solo) dicevano règimen (non règime), riproponendo tal quale il termine inglese che incontravano nei testi della Schaum's Outline Series; testi allora non ancora tradotti in italiano. E gli studenti, che da buoni italiani non sentivano la n finale, presero a dire règime. Fin da allora, ripeto.
Si tratta di una delle tante parole il cui destino ho seguito nel tempo. E dunque, parlo esperto.


Della differenza tra la pronuncia poetica zaffíro e quella – diciamo cosí – «commerciale» zàffiro rende conto invece il DOP s. v., citato da Marco in questo intervento:

A proposito di zaffíro/zàffiro, è interessante il commento fatto sui gioiellieri di Ponte Vecchio (ma come mi garba il Migliorini normativo: zaffíro, súccubo/súccuba... Tra l’altro credo che azzecchi tutte le ‘e’ e ‘o’ aperte e chiuse, ma si sente il veneto sotto... ), che trova riscontro anche in quest’affermazione del DOP (s. v.):

ma freq. pure, non da ieri, una pn. sdrucciola (attestata già dal Baldinucci, 1681, per l’uso dei «Gioiellieri» in contrapposto ai «Poeti», poi da vari dizionari dialettali)...
Andrea Russo
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Re: Accenti tonici «sbagliati»

Intervento di Andrea Russo »

Marco1971 ha scritto:A che punto siamo? Dobbiamo ormai ritenere accettabili e corretti gli «accenti sbagliati»? Un piccolo campione (segno l’accento corretto): anòdino, (io mi) arrògo, bocciòlo, (io) centellíno, cosmopolíta, cucúlo, (io) devío, diàtriba, edíle, guaína, incàvo, infído, leccornía, mollíca, (io) ovvío, persuadére, pudíco, rubríca, salúbre, scandinàvo, seròtino, zaffíro
Qualcuno ha mai sentito pronunciare guaína in modo corretto? Anche in ambito medico ho sempre sentito dire guàina. E addirittura, visto che ci siamo, íncavo invece di incàvo
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

La maggior parte delle parole in lista mi sono sconosciute... infatti penso che se dovessi incontrarle da qualche parte, le leggerei con l'accento su una sillaba casuale, a seconda del vezzo momentaneo...

Interessante notare che anche in cinese esistono pronunce "settoriali".

Per esempio, anatomia si dovrebbe dire "jie pou", ma è pronunciato "jie pao" da tutti i medici.
Forse perché in cinese mandarino è molto più comune il suono "pao" rispetto a "pou" (praticamente usato esclusivamente per jie pou=anatomia) .

Oppure, sia l'ulna che l'osso pubico si pronunciato "chi gu".
Per ovvi motivi pratici, i medici pronunciano l'osso publico come "che gu" per distinguerlo dall'ulna che rimane "chi gu".
Pygoscelis
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Re: Accenti tonici «sbagliati»

Intervento di Pygoscelis »

Andrea Russo ha scritto: Qualcuno ha mai sentito pronunciare guaína in modo corretto? Anche in ambito medico ho sempre sentito dire guàina.
Ogni tanto mi "sfugge" la pronuncia giusta! :) Nel Simon Boccanegra di Verdi, il protagonista ordina energicamente di riporre "nelle guaìne i brandi": mi suona familiare.
Indescrivibili le occhiate che ricevo in tali occasioni... :D
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