"Misurare la febbre": metonimia?

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"Misurare la febbre": metonimia?

Intervento di LinguisticaMente »

L'espressione "Misurare la febbre" può essere considerata come una metonimia dell'espressione "Misurare la temperatura", dove la condizione patologica sta per quella fisiologica?
:)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Nessuno ha risposto, il che vuol dire che nessuno è proprio sicuro o che tutti se n’impipano. :D Per quanto mi riguarda, non ci vedrei una vera e propria figura retorica, ma una collocazione consacrata dall’uso. In fondo sarebbe un po’ come misurare il tavolo (la sua lunghezza, larghezza o altezza), misurare la passione (stabilirne il grado), ecc. Mi pare, in definitiva, che si tratti di un’ellissi: misurare la [temperatura della] febbre.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

A me sembra invece che basta considerare la definizione di febbre, ossia aumento patologico della temperatura del corpo (dal Devoto-Oli) per rendersi conto che misurare la febbre significa né più né meno che misurare la temperatura - in vari istanti, per valutare l'eventuale gravità di un andamento anomalo. Per cui non mi sembra né metonimia né ellissi - misurare la temperatura della febbre è una ridondanza = misurare la temperatura dell'aumento di temperatura - bensì una semplice espressione alternativa che però così su due piedi non saprei definire meglio.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Mi sembra però, caro Roberto, che sovrapporre una definizione – che per forza di cose specifica in modo preciso, se è fatta bene, quello di cui si tratta – a un termine non sia metodo valido per valutare una ridondanza (l’esperimento si potrebbe fare con migliaia di parole). La sequenza temperatura della febbre è attestata in testi medici almeno sin dall’Ottocento, si veda qui.
Ultima modifica di Marco1971 in data gio, 12 mag 2011 2:06, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Se persone, anche del settore, parlano in modo improprio, non significa che occorra adeguarsi. Tutti sanno - e discende dalla definizione - che avere la febbre significa avere la temperatura [corporea] alta. Osserviamo anche quest'altra definizione dal Devoto-Oli: F. intermittente, 'quando nell'arco delle 24 ore si alternano periodi con febbre elevata ad altri con temperatura normale', dalla quale si evince una volta di più che febbre è sinonimo di temperatura anomala o più precisamente di ipertermia.

Seguendo il ragionamento che lei espone, non si dovrebbe criticare l'espressione requisiti necessari perché [quasi] codificata dall'uso attuale, dato che non si dovrebbe tener conto della definizione Ciascuna delle qualità necessarie e richieste per uno scopo determinato.


:wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In realtà, da biasimare sarebbe piuttosto requisiti richiesti, in cui la ripetizione è, per cosí dire, etimologica. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Una cosa che vorrei dire è che le definizioni del Devoto-Oli non sono piú quel che erano; il decadimento della lessicografia italiana è palese. Detto questo, proviamo a dare anche solo un altro esempio, attingendo sempre al neo D-O (mi riferisco all’edizione 2004-2005).

passione 2. Momento o motivo della vita affettiva caratterizzato da uno stato di violenta e persistente emozione, spec. in quanto riconducibile a un ambito erotico-sentimentale o in contrasto con le esigenze della razionalità e dell’obiettività.

Prima di tutto, non è né un momento né un motivo, la passione è uno stato, piú o meno duraturo, ma pur sempre stato, e come tutti gli stati, conosce diversi gradi, in tutti i sensi (come la febbre, che può andare dai 38 ai 42 e oltre gradi). Ma non importa. Qui appaiono, per definirla, aggettivi quali violento, persistente, erotico. Per questo stesso fatto dovremmo considerare ridondanti accoppiamenti come violenta passione, passione persistente, passione erotica, ardente, travolgente? O anche passione effimera, pura, folle, legittima, ecc.?

Appelliamoci, piuttosto, al buon senso. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Intervento di Freelancer »

Io uso ancora l'edizione del 2000 del D-O.
:wink:

Secondo me arrampicarsi sugli specchi non la porterà lontano. Aspetto comunque la pubblicazione del dizionario compilato da lei, così potremo confrontare le sue definizioni con quelle di Giacomo Devoto.

Un suggerimento: legga il libriccino di Devoto Dizionari di ieri e di domani, contenente alcuni illuminanti saggi sui problemi della lessicografia italiana.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Temo allora di deluderla, perché il mio dizionario non conterrà definizioni mie e si concentrerà sui dubbi, guidando il consultatore verso scelte ragionate e consapevoli.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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