"si sarebbe sentito meglio quando la medicina avesse cominciato a fare effetto". E' giusto "avesse cominciato" oppure bisogna mettere "avrebbe cominciato "?
Sono molto indecisa.
Grazie
A mio avviso, modestissimo, va bene tanto il congiuntivo quanto il condizionale: l'uso dell'uno o dell'altro modo dipende dalle circostanze temporali e modali.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi) «Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Mi sembra che la voce quando del Treccani offra bell’e pronta la risposta (quand’è possibile l’indicativo, lo è anche il condizionale).
a. Con valore temporale [...] Oltre che l’indicativo può reggere anche il congiuntivo nel caso che il tempo dell’azione sia prospettato con indeterminatezza: ti prometto, q. io muoia, di lasciarti tutta la mia roba (Leopardi).
c. Con valore condizionale, ha il verbo più spesso all’indicativo se coesiste un valore temporale (q. c’è la salute c’è tutto), al congiuntivo se prevale quello condizionale (q. loro fossero d’accordo, accetterei anch’io una transazione), e inoltre nella forma rafforzata quand’anche, anche se (mi vendicherò, quand’anche dovessi rovinarmi).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Direi sarebbe più corretta la frase: "si sarebbe sentito meglio quando la medicina avrebbe cominciato a fare effetto".
La correlazione congiuntivo-condizionale ed il suo inverso è da utilizzarsi in periodi ipotetico-deduttivi. Qui, il quando non implica una vera condizione, bensì un unico periodo temporale. Dunque sarebbe più appropriato mantenere il modo coerente.
Non si tratta di piú o meno «corretto» ma di sfumature semantiche: il condizionale esprime in maniera neutra il futuro del passato; il congiuntivo colora d’indeterminatezza il verificarsi dell’effetto (si veda quanto riportato sopra dal Treccani).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
In questa frase e in questo senso, sí, al condizionale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.