Discussione sui traducenti di forestierismi

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

Freelancer ha scritto:Ma se lo stesso Migliorini scriveva che una nozione esclusiva di altri popoli (oggetti, usi, titoli, ecc.) - come harakiri o tomahawk, e senz'altro boomerang è una di queste parole - non ha bisogno di essere espressa con una parola italiana. Per carità...
Parlavo in generale, non specificamente di boomerang, che è sí una parola di quelle, ma del resto è ormai molto comune e usata in varie locuzioni ("questa azione sarà un boomerang" ecc.)... Insomma, qui non è tanto facile decidere come comportarsi (mentre non penserei mai di tradurre harakiri o tomahawk). Quindi certo non si bollerà di sciatteria ecc. chi usa boomerang, ma mettere bumerango nella lista male non fa.
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Freelancer
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Intervento di Freelancer »

Federico ha scritto:...ma mettere bumerango nella lista male non fa.

Invece male fa, perché può provocare una reazione di rigetto totale in chi magari partirebbe con le migliori intenzioni di non abusare di certi anglismi.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Forse. E forse no. Abitudine è tutto.
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giulia tonelli
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Intervento di giulia tonelli »

È abitudine anche quali parti del corpo si possono scoprire, ma se uno va in giro col sedere di fuori lo arrestano.
Se un'abitudine è radicata, è più forte di qualsiasi legge, non ci si può andare contro a testa bassa, ci si scorna e basta.
fabbe
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Intervento di fabbe »

giulia tonelli ha scritto:È abitudine anche quali parti del corpo si possono scoprire, ma se uno va in giro col sedere di fuori lo arrestano.
Se un'abitudine è radicata, è più forte di qualsiasi legge, non ci si può andare contro a testa bassa, ci si scorna e basta.
Comunque, in genere, una nuova tendenza all'inizio si presenta come "controtendenza strana". Poi si diffonde e diventa moda coinvolgendo coloro che tendono a conformarsi.

In ogni modo ho capito benissimo il senso del suo intervento, volevo solamente sottolineare che la fantasia è libera e se nessuno mettesse in discussione il sistema vigente non ci sarebbe crescita.

Insomma il conformarsi non è un metodo sempre positivo, specialmente in questo caso dove si intende creare qualcosa di diverso.
Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

Freelancer ha scritto:
Federico ha scritto:...ma mettere bumerango nella lista male non fa.
Invece male fa, perché può provocare una reazione di rigetto totale in chi magari partirebbe con le migliori intenzioni di non abusare di certi anglismi.
Ma la nostra non è una lista perentoria («qui c'è una lista di forestierismi inutili: sostituiscili colle loro traduzioni che abbiamo graziosamente inventato e raccolto, o dimostrerai di essere solo un barbaro ignorante!») - al contrario ad esempio di quella del sito Ipli -, bensí un semplice elenco di suggerimenti ed idee.
Non solo non sono traduzioni "obbligatorie", ma non sono nemmeno sempre traduzioni "auspicate". Non dalla lista in sé, almeno*.
Certo, bisogna chiarirlo con una presentazione adeguata, ma non credo ci siano problemi su questo fronte (dubito che nell'intervista Marco abbia vestito i panni dell'intransigente purista - tanto per fare un esempio -).

*infatti ciascuno di noi la pensa diversamente sulle varie traduzioni, a livello di principio ma talvolta anche solo "a pelle" - non c'è nulla di male -, però ciò non impedisce che tutti rispettino le decisioni degli altri, specie quando si tratta di termini come boomerang: solo se mancasse questo senso di misura (verso l'esterno) si correrebbe il rischio di rigetto, ma non mi sembra il nostro caso.
Gino Zernani
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Intervento di Gino Zernani »

Perdonatemi, non so se c'entri, ma "hooligan" (e le sue varie connotazioni) non è una designazione per antonomasia?
Ne conseguirebbe che dobbiamo tradurre anche Leerdammer?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Beh, uligano è un semplice adattamento fonetico. E quando una parola non conforme alla fonetica italiana diventa d’uso comune, andrebbe adattata (vedi bistecca da beef-steak, lanzichenecco da Landsknecht, berretta/berretto da berret, ecc.). La mania della «sacrosanta veste alloglotta» è recentissima...
fabbe
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Intervento di fabbe »

In finlandese è "huligaani".
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Federico
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Intervento di Federico »

Be', giacché non ci sono osservazioni sulla G e stiamo già parlando di hooligan, passiamo alla revisione della H.

===H===
*hall: atrio
*hamburger: [bistecca] svizzera
*handicap: menomazione; svantaggio; impedimento
*handicappato: disabile, menomato, andicappato
*handout: dispensa, datino (Castellani), allegato (Serianni)
*hard copy: copia cartacea; copia dura
*hardware: materiale, strumentario, apparecchiatura
*heading: intestazione
*hearing: indagine conoscitiva; audizione; udienza
*help desk: servizio d’assistenza (tecnica), sportello assistenza
*help line: linea d’aiuto, assistenza in linea
*high tech: alta tecnologia; di ultima tecnologia
*hinterland: retroterra, cintura, conurbazione
*history [del navigatore]: cronologia
*hit parade: rassegna di successi, superclassifica
*hit: accesso, visita
*hoax mail: burla/bufala telematica
*hoax: burla, bufala
*hobby: passatempo, interesse, attività, ubino (Castellani 1987). Per -: per diletto, per passione
*holding: società capogruppo/contenitore; (società) finanziaria
*homepage: atrio, pagina d’accoglienza, pagina d’ingresso, pagina iniziale, prima pagina
*home recording: registrazione/incisione casalinga/fai-da-te
*homeless: vedi clochard
*hooligan: uligano (Migliorini)
*host broadcaster: diffusore ufficiale; emittente principale, ufficiale
*host: ospite
*hostare: ospitare; caricare
*hosting: ospitamento, ospitazione, ospitalità
*hostname: nome (macchina) ospite
*hostserver: serviente ospite
*hotel: albergo
*hotline: permanenza telefonica; linea calda
*hotspot: vedi access point
*hover (il mouse)(v.): posizionare, fare scorrere, puntare
*(effetto) hover: sovrapposizione, (effetto) camaleonte
*hub: snodo, nodo
*human powered mobility: spostamenti a piedi, semovenza
*humour: spirito, umorismo
*hyperlink: collegamento/nesso ipertestuale
Ultima modifica di Federico in data sab, 11 feb 2006 14:24, modificato 1 volta in totale.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Per me va bene cosí, e, se va bene anche agli altri, si può procedere. Aggiungerei solo che uligano è di Migliorini.
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miku
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Intervento di miku »

Marco1971 ha scritto:Beh, uligano è un semplice adattamento fonetico. E quando una parola non conforme alla fonetica italiana diventa d’uso comune, andrebbe adattata (vedi bistecca da beef-steak, lanzichenecco da Landsknecht, berretta/berretto da berret, ecc.). La mania della «sacrosanta veste alloglotta» è recentissima...
Ciao Marco,

vero, è recente: sfogliavo l'altro giorno una annata non poi preistorica dell'Espresso (1965) ed era pieno di adattamenti adattatissimi, quasi trascrizioni fonetiche (e l'Espresso era, allora, una delle riviste di punta della cultura italiana, rivolta a un pubblico molto ridotto di lettori attenti).

C'è da dire però che il tempo non scorre in modo lineare, è pieno di buche, di sussulti, di ripensamenti e accelerazioni improvvise. Sono passati 40 anni, eppure la distanza, illusoria, delle infinite parallele che intersecarono il mezzo del cammino di quel fine millennio, è enorme.

Un salutino enorme,

Miku
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Federico
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Intervento di Federico »

Marco1971 ha scritto:Per me va bene cosí, e, se va bene anche agli altri, si può procedere. Aggiungerei solo che uligano è di Migliorini.
Ah, bene. Non l'avevo fatto perché uligano è già lemmatizzato.
Una cosa: mettiamo l'accento? Se non ricordo male in un qualche dizionario dovrebbe essere scritto ulígano (a me ad esempio viene spontaneo pronunciarlo "uligàno", forse per assonanza con uragano).
Gino Zernani
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Intervento di Gino Zernani »

Marco1971 ha scritto:Beh, uligano è un semplice adattamento fonetico. E quando una parola non conforme alla fonetica italiana diventa d’uso comune, andrebbe adattata (vedi bistecca da beef-steak, lanzichenecco da Landsknecht, berretta/berretto da berret, ecc.). La mania della «sacrosanta veste alloglotta» è recentissima...
Vero, caro Marco, ma quelli da lei citati sono adattamenti fonetici di termini che non hanno la caratteristica dei nomi propri tipica dell'antonomasia: costola di manzo, servo della terra/nazione, (o qualcosa di simile, non me ne vorrete, vado a memoria!) non hanno nulla a che vedere con il nome proprio di una fazione di tifosi di calcio. Se così fosse la nostra carne, qualora la cucinassimo con l'ovetto sopra, dovremmo servirla dicendo: et voila, bistecca alla bismarco (noti la minuscola al cancelliere rifonetizzato!).
In ogni caso dobbiamo essere animati dallo stesso principio nell'affrontare termini con caratteristiche similari, nello specifico le designazioni per antonomasia; e, aggiungo, dovremmo adattare non solo le regole fonetiche, ma anche quelle d'ortografia: si pensi a Gotha, presente quale traducente per elite: seguendo il suo ragionamento farebbe Gota (con buona pace delle guance!).
P.s. Cosa ne facciamo del Leerdammer? Lerdamme o Lerdammero? :D
Avatara utente
Federico
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Intervento di Federico »

Gino Zernani ha scritto:non hanno nulla a che vedere con il nome proprio di una fazione di tifosi di calcio.
Per la verità non si tratta di questo: pare sia il nome di una famiglia se non ricordo male irlandese particolarmente rissosa, arrivato in Italia attraverso la Russia (questo non so quando: probabilmente se n'è persa memoria e abbiamo reimportato direttamente dall'Inghilterra il termine hooligan, nel frattempo passato a definire i tifosi violenti).
Gino Zernani ha scritto:si pensi a Gotha, presente quale traducente per elite: seguendo il suo ragionamento farebbe Gota (con buona pace delle guance!).
Infatti vi è solo per la ricerca del "meno peggio". In prospettiva, l'obiettivo potrebbe essere di scriverlo "gota", né ci vedrei nulla di male.
Gino Zernani ha scritto:P.s. Cosa ne facciamo del Leerdammer? Lerdamme o Lerdammero? :D
Ma questo è un altro caso: si tratta di un prodotto tipico; è giusto che mantenga il proprio nome invariato. Qui sí che è possibile la totale assimilazione alla categoria dei nomi propri, che si conviene vadano lasciati cosí come sono (ma anche questo non è un dogma: dopotutto in un tempo di minore importanza dello scritto rispetto al parlato qualunque adattamento, anche il piú spinto, sarebbe naturale, credo).
Mi pare che non ci sia stata discussione su questo punto, perché tutti sono d'accordo nel trovare ridicoli "Francesco Bacone", "Guglielmo Shakespeare", "Luigi Braccioforte" e via dicendo; ma forse potrebbe essere interessante parlarne.
Io ad esempio, pensandoci un po', su due piedi giustifico (dopo averla accettata intuitivamente come giusta) la conservazione della «sacrosanta veste alloglotta» - come l'ha definita Marco - in quanto forma di rispetto dell'identità della persona, del luogo ecc.; ma è anche volendo un modo per sancire una certa distanza fra noi e quello che la parola rappresenta (ecco perché sicuramente chiamerò sempre hamburger quelli di McDonald's).
Questo perché l'assimilazione fonetica e grafica di un termine implica anche l'assimilazione culturale di ciò che rappresenta (anche solo per l'abitudine di usarla).

Ecco, da questo risulterebbe che adattamenti come uligano e gota sono tutt'altro che censurabili...
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