Non credo che, in assenza d’un contesto che dimostri chiaramente un’interpretazione diversa, si possa percepire una sfumatura semantica in quest’ipèrbato.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Allora a che pro invertire l'ordine delle parole? Lo capirei in un testo letterario d'un certo livello in cui si volesse creare un effetto particolare, ad esempio una rima, ma non ne vedo l'utilità nel parlato quotidiano.
Credo che sia uno slogano della RAI. La pubblicità sfrutta molto le figure retoriche.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sí, appunto, la televisione ha un grande potere, che non conosce chi ci lavora.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.