Proposta di legge di iniziativa popolare

Spazio di discussione su questioni che non rientrano nelle altre categorie, o che ne coinvolgono piú d’una

Moderatore: Cruscanti

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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Scusatemi, ma non ancora capito se è possibile raccogliere le firme con internet (come si fa per le petizioni, per intenderci). :? Se cosí non fosse, sarà davvero dura raccogliere 50.000 firme per strada.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Luca86 ha scritto:Scusatemi, ma non ancora capito se è possibile raccogliere le firme con internet (come si fa per le petizioni, per intenderci). :? Se cosí non fosse, sarà davvero dura raccogliere 50.000 firme per strada.
Per questo all'inizio ho detto che servono tempo e risorse [finanziare]: occorre per forza la collaborazione di una istituzione linguistica.
50 (70 per stare in sicurezza) mila firme, comunque, non sono traguardo irraggiungibile: sono appena un decimo di quanto serve per un referendo 8).
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

PersOnLine ha scritto:...occorre per forza la collaborazione di una istituzione linguistica.
E chi la contatta per metterla a parte di questa possibilità?
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
cosissimo
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Intervento di cosissimo »

Se facciamo questa petizione in Rete...aiuto sicuramente a diffonderla (purtroppo non so se la potro' firmare siccome vivo negli Stati Uniti).
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Modna
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e se ci rivolgessimo alla Società Dante Alighieri?

Intervento di Modna »

Causa impegni personali mi ero ripromesso di intervenire solo quando avessi avuto più tempo, ma ritengo che valga la pena di fare una proposta al volo..
In questo filone ho già accennato alla Dante Alighieri, i cui comitati (circa 500) sono presenti in tutto il mondo: in Italia, in particolare, i comitati sono 95, distribuiti in quasi tutte le province.

Se qualcuno, tra i linguisti professionisti che frequenta questo foro, avesse contatti all'interno di questa istituzione linguistico-culturale potremmo chiedergli di usarli; la diffusione capillare delle sedi locali potrebbe esserci di grande aiuto nella promozione dell'iniziativa e nella raccolta delle firme. ;)
cosissimo
Interventi: 4
Iscritto in data: ven, 22 ago 2008 4:34

Intervento di cosissimo »

Ciao...io ho l'indirizzo di posta elettronica personale di Luca Serianni (credo che sia il vice presidente della Societa' Dante Alighieri). Magari gli mando io un messaggio chiedendogli di usarli. Che ne dite? Fatemi sapere cosa, secondo voi, dovrei dire. Grazie!
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Marco1971
Moderatore
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Intervento di Marco1971 »

Magari spiegare a grandi linee il progetto e dare il collegamento a questo filone. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Marco1971
Moderatore
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Intervento di Marco1971 »

Oppure, visto che sono già stato in contatto epistolare con Luca Serianni, potrei scrivergli una lettera.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Non sarebbe meglio prima stendere il testo della proposta di legge (eventualmente modificabile) per avere qualcosa di concreto da presentare?

Inoltre, forse, bisognerebbe pensare anche a un modo per coinvolgere le facoltà linguistiche: attraverso professori e associazioni studentesche non dovrebbe essere difficile raccogliere le firme all'interno degli atenei.
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Modna
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Intervento di Modna »

Benissimo, dunque il contatto lo abbiamo, e anche di un certo livello. ;)

Condivido l'osservazione di PersOnline: sarebbe preferibile procedere al contatto avendo già qualcosa di concreto da presentare. Non è necessario che sia il testo completo della proposta di legge, per quello potremmo avvalerci anche delle competenze giuridiche della Dante e altre istituzioni che volessero unirsi, ma deve quantomeno riflettere gli obiettivi principali che questa normativa intenderà (speriamo!) perseguire.

Per fare ordine e cominciare a definirli chiaramente potremmo iniziare lavorando su una lista degli obiettivi. È importante concentrarci sui punti in comune, cercando di mitigare eventuali differenze di opinioni e cercando di immaginare come questi influenzeranno le possibilità di successo della proposta alle Camere.
Provo a cominciarla io. Lo scopo della proposta è far sì che l'Amministrazione pubblica si rivolga ai cittadini italiani in un italiano corretto, chiaro, accessibile, in ossequio al principio costituzionale della comprensibilità. Gli obiettivi che si pone per arrivare a tale scopo sono:
  1. creare un contatto permanente, un tavolo tecnico di confronto tra le PA e associazioni linguistiche che abbiano lo scopo di tutela e promozione della lingua italiana;
  2. procedere alla traduzione dei nuovi forestierismi, creando neologismi (o ampliando la portata semantica di termini esistenti) in grado di esprimere adeguatamente il concetto, in accordo con le caratteristiche fondamentali della lingua italiana;
  3. agire nel rispetto dell'articolo 6 della Costituzione, tutelando le minoranze linguistiche nei modi e nei casi previsti dalla legge (per esempio conservando il diritto alla comunicazione bilingue/multilingue nei modi previsti dalla legge).
Mi rendo conto che è solo una bozza, non esaustiva, e che i punti da me proposti ossono essere discussi e migliorati (un punto su cui ragionare può essere quello dei vecchi forestierismi, già diffusi). Però credo sia una sorta di inizio su cui lavorare. :)

Tornerò a intervenire tra alcuni giorni. Sono d'accordo con PersOnline anche riguardo al coinvolgimento delle facoltà linguistiche; proverò a vedere "che aria tira" nella mia zona.
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Marco1971
Moderatore
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Intervento di Marco1971 »

Appoggio con forza l’intervento di Modna. Mi sembra che la lista di obiettivi sia chiaramente definita (se qualcuno vuole aggiungere qualcosa, lo faccia pure) e che dobbiamo concentrarci sulla stesura del testo (magari solo provvisorio) da sottoporre.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Modna
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Proposta di testo

Intervento di Modna »

Salve a tutti, dopo un periodo di assenza, rieccomi qui. :)

In seguito a una proficua consultazione con Marco, ho elaborato una bozza di testo che vi propongo. Dando un'occhiata al materiale gentilmente fornito da PersOnLine avrete una idea del percorso legislativo che attende le iniziative legislative popolari.
La mia proposta si rifà allo scopo e agli obiettivi puntualizzati nel mio ultimo intervento, aggiungendo però dei richiami a una serie di princìpi e norme fondamentali, e tracciando un primo schema di riferimento e la dichiarazione degli intenti fondamentali.
Spero di ricevere a breve i vostri commenti, proposte e osservazioni costruttive. Invito tutti a focalizzarsi sugli obiettivi pratici e sulla sostanza del messaggio; potremo lavorare sulla correttezza formale del testo una volta che questo sia sufficientemente definito e condiviso.

Eccovi dunque il testo, buona lettura e fatemi sapere. :D
Proposta di legge di iniziativa popolare

Tale proposta di legge prende atto della crescente importazione di anglicismi nella lingua italiana, fenomeno che già da diversi anni investe la comunicazione a tutti i livelli, da quello quotidiano dei soggetti privati fino ai massimi vertici istituzionali.
Innanzitutto si sottolinea, con forza, la libertà assoluta della comunicazione tra soggetti privati nel perseguimento delle loro attività, nonché la libertà di espressione e il pluralismo dei mezzi di comunicazione di massa, garantiti, in primo luogo, da:
  • Art. 2 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali);
  • Art. 19 della Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo;
  • Art. 10 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
  • Art. 6 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali);
  • Artt. 6 e 7 del Trattato sull’Unione europea.
I princìpi a cui tali disposizioni si rifanno non vengono messi in discussione.
Ciò detto, la proposta di legge intende agire sulle modalità di comunicazione della Pubblica amministrazione, al suo interno e nel rapporto con i cittadini, italiani e stranieri, residenti nel nostro paese.
Ormai da vari anni le istituzioni attuano, a vari livelli, una massiccia importazione di forestierismi nelle comunicazioni interne e in quelle al pubblico, in quantità di anno in anno sempre maggiori. Tale comportamento è stato raramente giustificato ai cittadini, fruitori dei servizi stessi, salvo qualche sporadico e ufficioso accenno al presunto tecnicismo dei prestiti linguistici, in maggioranza anglicismi, abbondantemente utilizzati nella comunicazione cartacea ed elettronica. L’opportunità di tale condotta, così come i suoi effetti sull’azione delle amministrazioni statali, è stata abbondantemente trascurata, con conseguenze che si ripercuotono sul fondamentale diritto del cittadino alla comprensione e alla conseguente partecipazione attiva all’azione della Pubblica amministrazione; esso trova infatti riscontro:
  • nell’Art. 3, secondo comma, della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali). Le difficoltà di comprensione delle comunicazioni delle Amministrazioni pubbliche possono costituire un effettivo ostacolo alla partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese;
  • nell’Art. 6 della Costituzione della Repubblica italiana (principi fondamentali) che, affermando la condivisibile e imprescindibile tutela delle minoranze linguistiche, riconosce di fatto l’esistenza di una lingua di maggioranza della popolazione, la lingua italiana, nella quale è redatta la stessa Carta costituzionale;
  • La legge n. 241 del 7 agosto 1990, o delle Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, più conosciuta come Legge sulla trasparenza amministrativa. L’obiettivo dichiarato di tale normativa è appunto quello di garantire al cittadino una chiara comprensione del funzionamento della Pubblica amministrazione, introducendo meccanismi che consentano al primo una maggiore capacità di controllo e di intervento sulla seconda. La chiarezza comunicativa, fondata sulla comprensibilità linguistica, costituisce in questo ambito un presupposto forse implicito, ma certamente irrinunciabile.
L’uso dei forestierismi nelle comunicazioni istituzionali, trovando nella maggioranza dei casi un corretto equivalente in lingua italiana, risulta privo di fondamento ed evidenzia la insufficiente considerazione, all’interno degli stessi organi amministrativi, dell’importanza di un corretto uso della lingua da parte delle Pubbliche amministrazioni di ogni livello, come pure del suo effetto sull’efficienza e l’efficacia della comunicazione istituzionale interna e al cittadino. Al tempo stesso si ritiene che buona parte dei nuovi prestiti linguistici di necessità possano essere efficacemente sostituiti, attraverso la coniazione di efficaci e trasparenti neologismi in grado di rendere il concetto anche a chi non sia pratico di lingue straniere, in particolare della lingua inglese; la loro conoscenza, benché certamente utile e auspicabile, non è un dovere imposto ai cittadini italiani.
Lo scopo della proposta è pertanto che la Pubblica amministrazione si rivolga ai cittadini italiani in un italiano corretto, chiaro, accessibile, in ossequio alle norme sopra dichiarate e nel rispetto dei diritti fondamentali enunciati. Gli obiettivi che essa si pone per arrivare a tale scopo sono:
  1. il riconoscimento dell’importanza della lingua italiana nell’attività della Amministrazione pubblica, nonché del suo corretto uso nella comunicazione interna ed esterna alla stessa, in forma cartacea ed elettronica;
  2. la creazione di un tavolo di confronto permanente tra le rappresentanze delle Pubbliche amministrazioni e le principali associazioni linguistiche con scopo di tutela e promozione della lingua italiana. Tale struttura avrebbe tra i suoi principali scopi: la consulenza alle amministrazioni per questioni linguistiche; il controllo del corretto uso della lingua italiana nelle principali procedure amministrative; la traduzione dei nuovi forestierismi, con la creazione di neologismi, o l’ampliamento della portata semantica di termini esistenti, in grado di esprimere adeguatamente nuovi concetti, in accordo con le caratteristiche fondamentali della lingua italiana;
  3. l’assoluto rispetto dell'articolo 6 della Costituzione, conformando l’azione dell’Amministrazione pubblica alla tutela delle minoranze linguistiche nei modi e nei casi previsti dalla legge.
Un ulteriore aspetto, molto importante, da considerare, è il titolo della legge stessa. Credo però che la ricerca del titolo e la elaborazione del testo possano procedere in parallelo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Rinnovo i miei complimenti al caro e bravissimo Modna (già espressi in privato) per questo ingente e ottimo lavoro: per quanto mi riguarda, la sostanza e la forma sono ineccepibili, e invito tutti voi a esprimervi al riguardo. :)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Marco1971
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Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ebbene? Nessuno ha qualcosa da dire? Ci lasciate soli? :(
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Carnby
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Località: Empolese-Valdelsa

Intervento di Carnby »

Credo che sarebbe già una cosa positiva se negli atti pubblici si usassero solo termini fonotatticamente italiani, lasciando poi libertà d'uso nella lingua quotidiana: in questo modo, almeno la versione «ufficiale» della parola sarebbe italiana.
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