Ferdinand Bardamu ha scritto:Per me cambia poco o nulla tra videata e schermata. La mia era solamente una considerazione personale. Screenshot abbisogna d'un traducente univoco?
Secondo me è d'uopo avere un traducente univoco per
screenshot.
Ferdinand Bardamu ha scritto:Mi scusi Carnby, ma non capisco questa correzione. È un errore?
Non lo definirei un «errore». Il fatto è che non mi piace pronunciare
iato senza... iato, ma con il (famigerato) «dittongo ascendente» /ja/.
Luca Serianni ha scritto:Davanti alla semiconsonante /j/, pur sussistendo ancora le varianti minoritarie il («il Jugoslavo» P. Levi, cit. in SATTA 1981:118) e l' («l'iato» Calvino, Ti con zero), lo e il rispettivo plurale gli sembrano ormai le forme prevalenti, almeno nell'uso scritto se non nella codificazione grammaticale [...]. [IV.5]
Credo che in questo specifico caso il Serianni faccia un po' di confusione tra due tipi di parole differenti.
Iugoslavo/
jugoslavo infatti comincia con /ju-/ (e non potrebbe essere altrimenti);
l'iugoslavo/
l'jugoslavo (continuo a preferire la forma con
i-, anche se è meno comune per influsso della grafia serbocroata) riflette una pronuncia /ljugo'zlavo/ con una sillaba /lju/ rara in italiano, ma fonotatticamente possibile.
Il jugoslavo, che io non avevo mai sentito né letto, probabilmente è dovuto a una pronuncia della
j più «decisa», forse (semi-)fricativa come nel tedesco
jung (oggi si preferisce decisamente
lo jugoslavo, anche se la parola è ormai poco usata per le note vicende geopolitiche).
Iato (dal latino
hiātus) era considerato tradizionalmente trisillabo (/i'a-to/), con uno stacco (un
iato appunto) tra la /i/ e la /a/. Quindi /li'ato/, con
i pienamente vocalica. Per la rarità di questo tipo fonologico,
iato è stato successivamente accorpato nella pronuncia corrente a parole come
iapigio, rompendo l'
autologicità che era insita nella parola stessa.
[
Segue digressione…]