Freelancer ha scritto:Seguendo quanto suggerisce Bice Mortara Garavelli, che a sua volta cita un esempio di Luca Serianni "nel caso di epato- e nefropatie", sarebbe meglio scrivere una poltrona del Sette- e Ottocento.
Riporto il passo citato dal gentile Roberto (per coloro che ancora non possiedano il Prontuario di punteggiatura della Garavelli; pp. 39-40):
La funzione abbreviatrice del trattino è morfologicamente rilevante, specialmente in testi scientifici, «quando si susseguono due parole composte che abbiano in comune il secondo elemento»; in tale circostanza si adotta una convenzione assai diffusa in altre lingue per ogni tipo di testo: «la parola iniziale per esigenze di brevità può ridursi al primo elemento, seguito dal trattino: “nel caso di epato- e nefropatie” (= epatopatie e nefropatie)» (Serianni I, § 234).
Un paio di pagine prima, nello stesso manuale, si legge (p. 37):
[...] [il trattino] equivale a una congiunzione indicante unione o alternativa, ad esempio quando è posto tra due numerali, scritti sia in cifre sia in lettere (il fascicolo del 2-3 luglio [= 2 e 3]] / due-tre compresse al giorno [due o tre]) [...]
Quindi, o Sette-Ottocento o Sette e Ottocento.
P.S. Quello che – almeno nelle intenzioni – voleva essere un piccolo fuori tema è divenuto una discussione a sé stante, per cui proporrei di creare un filone a parte.
Ultima modifica di Luca86 in data sab, 31 ago 2013 22:45, modificato 2 volte in totale.
Luca86 ha scritto:P.S. Quello che – almeno nelle intenzioni – voleva essere un piccolo fuori tema, è divenuto una discussione a sé stante, per cui proporrei di creare un filone a parte.
Ecco fatto.
Altri due esempi, sempre dal sopraccitato libro di L. Serianni:
Il carattere aulico del tratto è confermato dalle varianti pariniane [...]; la rapida decadenza a cavaliere tra Otto e Novecento... (p. 218)
...(tipo analogico egli avessi, diffusosi nel fiorentino tre- e soprattutto quattrocentesco [...])... (p. 219)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Quindi è sbagliatissimo scrivere: il 2/3 luglio, il sette/ottocento, passare dal forno per 120/130 minuti e così via?
Capisco che sono frasi ben diverse, ma mi capita molto spesso di trovare "...che siano genitori e/o nonni...", "...le Forbici d'Oro assegnate a sarti/e che nell'anno..."
Magari, lo "slash" (caro Marco ) non compare nemmeno fra la punteggiatura nella grammatica italiana?
Grazie, e un cordiale saluto a tutti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
Fabio48 ha scritto:Quindi è sbagliatissimo scrivere: il 2/3 luglio, il sette/ottocento, passare dal forno per 120/130 minuti e così via?
Sí.
Fabio48 ha scritto:Capisco che sono frasi ben diverse, ma mi capita molto spesso di trovare "...che siano genitori e/o nonni...", "...le Forbici d'Oro assegnate a sarti/e che nell'anno..."
In questi casi va bene perché si segnala un’alternativa.
Fabio48 ha scritto:Magari, lo "slash" (caro Marco ) non compare nemmeno fra la punteggiatura nella grammatica italiana?
La sbarretta o barra obliqua (;)) fa parte dei segni di interpunzione in italiano.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
C’è un articolo su questo nella Crusca per voi, forse di Serianni o Nencioni, non ricordo, ma credo di Nencioni, che, se non erro, non lo condanna.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
numero 2, aprile 1991 Quesito dell’Avv. Guido Salvadori del Prato di Milano sull’uso dell’articolo prima dei titoli e sulla formula e/o, risposta di Giovanni Nencioni, p. 15.
Ho trovato dell'altro: Domande ricorrenti - La punteggiatura «La sbarretta serve a indicare l’alternativa tra due possibilità (scelga il mare e/o la montagna) e nelle date è usata al posto del trattino.»
A cura di Mara Marzullo - Redazione consulenza linguistica - Accademia della Crusca
Riporto ciò che scrive Serianni a tal proposito (I.241; sott. mia):
La sbarretta, oltre al suo uso in linguistica (cfr. I.2), può segnalare alternanza tra due possibilità: «I viaggiatori diretti a Torino / Milano saranno instradati via Bologna» (= diretti a Torino o a Milano); «e/o» (« i docenti di materie letterarie e/o storiche»; si intenda: a – quelli di materie letterarie, b – quelli di materie storiche; c – quelli di che insegnano le une e le altre: ma è formula da usare con grande parsimonia).
Ultima modifica di Luca86 in data gio, 27 ott 2011 19:25, modificato 2 volte in totale.
marcocurreli ha scritto:Comunque continua a non piacermi.
Abbiamo tutti gusti personali, ma qui si tratta di una formula funzionale, che lei può decidere di non adoperare, anche se non ha nulla, oggettivamente, di strano o di cattivo.
Grazie a Luca per la citazione.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Però, Marcocurreli, se una ricetta prevede di guarnire il dolce con more e/o lamponi, seguendo il suo discorso, la guarnizione dovrà essere fatta con un tipo solo della frutta indicata.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
Fabio48 ha scritto:se una ricetta prevede di guarnire il dolce con more e/o lamponi, seguendo il suo discorso, la guarnizione dovrà essere fatta con un tipo solo della frutta indicata.
Non necessariamente. Normalmente l'esclusione viene espressa con la doppia o (o con more o con lamponi); oppure con una forma del tipo: "con more o lamponi, a scelta", "con della frutta a scelta fra more e lamponi".
Giustamente Luca ha sottolineato la citazione del Serianni "ma è formula da usare con grande parsimonia". Oggi se ne fa un uso smodato.
No, in questo caso con more e/o lamponi suggerisce tre possibilità:
1. con more;
2. con lamponi;
3. con more e lamponi.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Sbaglia, perché more o lamponi significa o more o lamponi: ‘o’ è congiunzione disgiuntiva che introduce un’alternativa, non la possibile alternativa di inclusione, donde la comodità di e/o.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.