Impariamo l'italiano
Moderatore: Cruscanti
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Impariamo l'italiano
Un sito utilissimo, credo, per imparare la LINGUA ITALIANA
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
- LauraLauretta
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- Iscritto in data: sab, 13 nov 2010 16:36
Ciao a tutti!! Vi suggerisco anche questo sito utilissimo per imparare la lingua italiana (adatto in particolar modo agli anglofoni): www.learnitaliano.net
Re: Impariamo l'italiano
ciao a tutti, forse sbaglio "filone" ma volevo porvi una domanda:
è più corretto scrivere:
"Spera che i Maya avessero ragione" oppure
"Spera che i Maya abbiano ragione"?
grazie a chiunque saprà rispondere e scusate se non ho posto la domanda nel filone corretto
è più corretto scrivere:
"Spera che i Maya avessero ragione" oppure
"Spera che i Maya abbiano ragione"?
grazie a chiunque saprà rispondere e scusate se non ho posto la domanda nel filone corretto

La domanda andava posta nella sezione Sintassi. 
I Maya sono un antico popolo perito dalla Terra, per cui useremo il congiuntivo imperfetto in correlazione col verbo reggente al presente per segnare il rapporto di anteriorità: Spera che i Maya avessero ragione (frase che, fuori d’ogni contesto, suona assai bizzarra…).

I Maya sono un antico popolo perito dalla Terra, per cui useremo il congiuntivo imperfetto in correlazione col verbo reggente al presente per segnare il rapporto di anteriorità: Spera che i Maya avessero ragione (frase che, fuori d’ogni contesto, suona assai bizzarra…).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
con o senza di?
Ciao.
Ho un dubbio: nella frase che segue devo o no mettere "di"?
Il suo destino è affrontare. (Il suo destino è di affrontare?)
Grazie!
Ho un dubbio: nella frase che segue devo o no mettere "di"?
Il suo destino è affrontare. (Il suo destino è di affrontare?)
Grazie!
Ha ragione. Non avevo fatto la ricerca, e in effetti, nella nostra letteratura, il di è espresso, quindi è la costruzione da preferire. 
La gloria? il mio
Destino è d’agognarla, e di morire
Senza averla gustata. (Manzoni, Adelchi)
Il nostro destino è di esser posti alla prova. (De Roberto, Illusione)
Né volle andare al suo cammino ancora
come le aeree anime, cui tarda
prendere il volo, simili all’incenso
il cui destino è d’olezzar vanendo. (Pascoli, Poemi conviviali)

La gloria? il mio
Destino è d’agognarla, e di morire
Senza averla gustata. (Manzoni, Adelchi)
Il nostro destino è di esser posti alla prova. (De Roberto, Illusione)
Né volle andare al suo cammino ancora
come le aeree anime, cui tarda
prendere il volo, simili all’incenso
il cui destino è d’olezzar vanendo. (Pascoli, Poemi conviviali)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Di nulla! 
Vorrei comunque illustrare – fermo restando che il ‘di’ è preferibile – la costruzione diretta senza preposizione.
...loro destino era _ fare i soldati dell’Impero Ottomano, di cui, poi, costituivano le truppe più fedeli e disciplinate. (Rinaldo Panetta, Pirati e corsari turchi e barbareschi nel Mare Nostrum)
Forse il suo destino era _ amare l’assenza… (Repubblica, 4 aprile 2011)
Da bambino recitavo Otello per me stesso davanti allo specchio: capii già allora che il mio destino era _ divertire. (Corriere della Sera, 20 gennaio 2009)

Vorrei comunque illustrare – fermo restando che il ‘di’ è preferibile – la costruzione diretta senza preposizione.
...loro destino era _ fare i soldati dell’Impero Ottomano, di cui, poi, costituivano le truppe più fedeli e disciplinate. (Rinaldo Panetta, Pirati e corsari turchi e barbareschi nel Mare Nostrum)
Forse il suo destino era _ amare l’assenza… (Repubblica, 4 aprile 2011)
Da bambino recitavo Otello per me stesso davanti allo specchio: capii già allora che il mio destino era _ divertire. (Corriere della Sera, 20 gennaio 2009)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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