Elenco delle regole fantasma
Moderatore: Cruscanti
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- Sandro1991
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Si legga qui. Sta per diventare una regola fantasma?
- Ferdinand Bardamu
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Intende l'uso dell'articolo davanti a mamma, papà (babbo) preceduti dal possessivo? Nella mia variante regionale, dico mia mamma, mio papà, e suppongo che ci sia un'influenza sia del sostrato dialettale (dico infatti in dialetto me mama, me papà o me opà) sia, come avverte Patota nella Grammatica Italiana di Serianni, del modello di padre e madre, che rifiutano l'articolo.
La regola è la seguente: le forme alterate e familiari dei nomi di parentela richiedono l'articolo anche quando precedute da un possessivo (soccorretemi se dico inesattezze). Si dirà quindi mio zio, ma il mio zietto. Per completezza, riporto quanto afferma Serianni nella sua Grammatica:
Con padre, madre, figlio, figlia l'articolo si omette […]. L'articolo va espresso, invece, con le varianti affettive babbo, papà, mamma, figliolo, figliola […]. Nell'italiano familiare, specie fuor di Toscana, sono tuttavia ben saldi i tipi mia mamma e mio papà […].
Con altri singenionimi l'uso toscano predilige l'articolo, ma altrove è comune l'omissione, ben rappresentata, del resto, anche in scrittori toscani. Molti esempi senza articolo sono raccolti in BRUNET 1980: 34-43: «a mia sorella» (Cassola), «tua nonna» (Pratolini), «tua zia» (Landolfi), «tuo cugino» (Buzzati), «di mio nipote» (Tomasi di Lampedusa), «mio marito» (Sciascia), «mia cognata» (Moravia). [IV, 52-53]
La regola è la seguente: le forme alterate e familiari dei nomi di parentela richiedono l'articolo anche quando precedute da un possessivo (soccorretemi se dico inesattezze). Si dirà quindi mio zio, ma il mio zietto. Per completezza, riporto quanto afferma Serianni nella sua Grammatica:
Con padre, madre, figlio, figlia l'articolo si omette […]. L'articolo va espresso, invece, con le varianti affettive babbo, papà, mamma, figliolo, figliola […]. Nell'italiano familiare, specie fuor di Toscana, sono tuttavia ben saldi i tipi mia mamma e mio papà […].
Con altri singenionimi l'uso toscano predilige l'articolo, ma altrove è comune l'omissione, ben rappresentata, del resto, anche in scrittori toscani. Molti esempi senza articolo sono raccolti in BRUNET 1980: 34-43: «a mia sorella» (Cassola), «tua nonna» (Pratolini), «tua zia» (Landolfi), «tuo cugino» (Buzzati), «di mio nipote» (Tomasi di Lampedusa), «mio marito» (Sciascia), «mia cognata» (Moravia). [IV, 52-53]
- Ferdinand Bardamu
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Ho pubblicato la seconda scheda, sul gerundio a inizio di frase.
No, non credo. In milanese gli articoli ci sono eccome, eppure a Milano si dice "mia mamma" e "la mia mamma" viene avvertito come linguaggio infantile. Lo stesso vale per papà.Ferdinand Bardamu ha scritto:Nella mia variante regionale, dico mia mamma, mio papà, e suppongo che ci sia un'influenza sia del sostrato dialettale (dico infatti in dialetto me mama, me papà o me opà)
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
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Re: Elenco delle regole fantasma
Per puro caso sono finito sulla rubrica di De Rienzo, dove, a proposito di ma però, purtroppo leggo (a parte la e maiuscola accentata con l'apostrofo!):Marco1971 ha scritto:4. È errato ma però.
5. È errato a me mi piace.
«E' vero [...] Tecnicamente si tratta di un pleonasmo, cioè di un'inutile ripetizione ("ma" e "però" significano la stessa cosa), e dunque si tratta sicuramente di un errore».
Lo stesso, poco più sotto, per a me mi piace.
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Re: Elenco delle regole fantasma
Mi sembra inverosimile che Marco abbia potuto marcare come errate le due locuzioni sopra citate.Andrea Russo ha scritto:Per puro caso sono finito sulla rubrica di De Rienzo, dove, a proposito di ma però, purtroppo leggo (a parte la e maiuscola accentata con l'apostrofo!):Marco1971 ha scritto:4. È errato ma però.
5. È errato a me mi piace.
«E' vero [...] Tecnicamente si tratta di un pleonasmo, cioè di un'inutile ripetizione ("ma" e "però" significano la stessa cosa), e dunque si tratta sicuramente di un errore».
Lo stesso, poco più sotto, per a me mi piace.

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
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Volevo ben dire!Marco1971 ha scritto:Si tratta di regole fantasma, caro Fausto. E la citazione non è mia, è di De Rienzo.

«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
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Mi scuso se ciò che ho scritto è stato misinterpretato (dovrebbe essere giusto il termine...).
Comunque ho citato la rubrica di De Rienzo perché dovrebbe essere uno spazio in cui chiedere informazioni corrette sulla lingua italiana, e invece vi si trovano orrori d'ortografia, risposte superficiali che s'adattano alle idee sottese alle regole fantasma e obbrobriosi copia-incolla da Wikipedia (come per l'espressione cum grano salis).
Comunque ho citato la rubrica di De Rienzo perché dovrebbe essere uno spazio in cui chiedere informazioni corrette sulla lingua italiana, e invece vi si trovano orrori d'ortografia, risposte superficiali che s'adattano alle idee sottese alle regole fantasma e obbrobriosi copia-incolla da Wikipedia (come per l'espressione cum grano salis).
Sí, è corretto, anche se coniazione relativamente recente (1990) sul modello, piú o meno consciamente, dell’inglese misinterpret. La parola piú nostrale è fraintendere.Andrea Russo ha scritto:Mi scuso se ciò che ho scritto è stato misinterpretato (dovrebbe essere giusto il termine...).

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
La rubrica "Scioglilingua" del Corriere della Sera in rete è stata soppressa alla fine dello scorso anno. Il titolare De Rienzo è deceduto a luglio scorso, la moglie ha preso il suo posto fino a dicembre. Poi la soppressione. Rinascerà?
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L'influenza inglese è ovvia, ma non riuscivo a farmi venire in mente fraintendere!Marco1971 ha scritto:Sí, è corretto, anche se coniazione relativamente recente (1990) sul modello, piú o meno consciamente, dell’inglese misinterpret. La parola piú nostrale è fraintendere.Andrea Russo ha scritto:Mi scuso se ciò che ho scritto è stato misinterpretato (dovrebbe essere giusto il termine...).
La ringrazio molto per il chiarimento.

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