Mi accorgo che non demorde, bene, rileggiamo insieme quanto dice Nencioni.
Il signor Tommaso Bavaro ha scritto:Si può derogare alla regola che prescrive la ripetizione della preposizione articolata davanti al sostantivo coordinato al precedente?
(1ª domanda)
E da ritenere che l’uso della d eufonica, ormai in disuso quando segue una parola con vocale iniziale diversa (ed ora, ad uso, od anche), resti obbligatorio quando segue vocale identica (ed era, ad andare, od osare)?
(2ª domanda)
Poi c'è l'intervento del dottor Angelo Vocino su «la lingua latina e greca [...]», quindi la risposta.
Giovanni Nencioni ha scritto:Rispondo subito alla domanda sulla d eufonica, rinviando anche a quanto ho scritto sull’elisione, che tirava in ballo, come qui, l’eufonia. La grammatica di Luca Serianni avverte che “l’uso contemporaneo, almeno quello orale, tende a riservare questa variante [ed invece di e, ad invece di a] ai casi di incontro con la stessa vocale. Già il Manzoni, correggendo la lingua dei Promessi Sposi, era intervenuto in questo senso” (cap. XIV n. 13). Quindi non si può parlare di obbligo nemmeno in questo caso.
(risposta alla 2ª domanda)
Segue la risposta all'intervento del dottor Vocino, quindi riprende.
Giovanni Nencioni ha scritto:Più difficile è rispondere alla prima domanda, in cui si tocca, ancora una volta, il problema della concordanza, cruciale nella grammatica e sintassi italiane. Il sig. Bavaro cita una regola grammaticale che io, in verità, non ho mai conosciuta, la quale prescriverebbe la ripetizione della preposizione articolata (e, perché no?, dell’articolo) davanti al sostantivo coordinato al precedente; ma subito mi cita un passo di Leopardi che le contravviene, precisamente nel suo Zibaldone di pensieri, e. 168: «La cognizione del vero, cioè dei limiti e definizioni delle cose, circoscrive l’immaginazione» [...].
(risposta alla 1ª domanda)
È più chiaro così, vero?