«City manager»

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

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Ferdinand Bardamu
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«City manager»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

City manager è un forestierismo abbastanza recente: designa, sui quotidiani, quello che italianamente è il direttore generale di un comune. Questo è un organo disciplinato da un decreto legislativo del 2000 e ha funzioni di attuazione «[de]gli indirizzi e [de]gli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell'ente, secondo le direttive impartite dal sindaco o dal presidente della provincia», e «sovrintende alla gestione dell'ente, perseguendo livelli ottimali di efficacia ed efficienza» (dal testo del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, comma 1).

Il forestierismo impiegato nel linguaggio giornalistico italiano è piuttosto forviante (e errato), perché fa riferimento a una carica delle amministrazioni statunitensi che ha effettivamente funzioni di governo dell'ente, avendo il sindaco (mayor), nel modello council-manager, funzioni meramente cerimoniali. Il direttore generale italiano, invece, è piuttosto un collaboratore del sindaco: quest'ultimo rimane sempre il capo dell'esecutivo (giunta).

Il direttore generale, insomma, non è una specie di amministratore delegato del comune. Non ci sono quindi solo ragioni linguistiche per rifiutare questo (ennesimo) inutile anglicismo: sarebbe meglio attenersi all'italiano anche per non ingenerare fraintendimenti.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Il GRADIT registra questa sciocchezza, che data al 1992:

city manager manager che svolge i compiti di direzione generale di un comune.

Da notare che nell’etimologia c’è scritto: comp. di city “città” e manager “manager”. Fra qualche anno troveremo: city “city”...

E se non lo sapete, abbiamo anche city user: ma che richèza!

P.S. Ah, ho dimenticato di completare la lista: city airport, city architect, city bike, citycar [sic], cityplex, city tour. Ecco, siete edòtti. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ma che bella lista! Questa sí che arricchisce la nostra lingua! Come avremmo fatto a parlare di un aeroporto urbano, per esempio, senza city airport? (Questa è una delle piú stupide – a meno che l'anglicismo non abbia qualche significato particolare che mi sfugge – e mi stupisco che il GRADIT l'abbia registrata. Oh beh, non piú di tanto in realtà.)

Il Corriere della Sera oggi titola: «Parma, tra Grillo e sindaco | è rottura su una nomina | Lite su un candidato dg». Almeno usano direttore generale, anche se la sigla è scritta in minuscolo. :evil:
domna charola
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Intervento di domna charola »

...d'altra parte anche la categoria "manager" dispiega una sua articolazione molto interessante: noi in Regione ad esempio abbiamo il "mobility manager", che in pratica gestisce le convenzioni con i trasporti pubblici per avere lo sconto sugli abbonamenti.
D'altra parte ci occupiamo di "governance" (che dopo un tot di seminari di aggiornamento non ho ancora capito cosa sia...), e rispondiamo ad una "mission", che comprende fra le altre cose la "customer satisfaction"...
Questo il linguaggio di un ente pubblico italiano, in una regione in cui oltrettutto sono forti le spinte verso la salvaguardia delle tradizioni e dei dialetti locali (sic!...)
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

domna charola ha scritto:D'altra parte ci occupiamo di "governance" (che dopo un tot di seminari di aggiornamento non ho ancora capito cosa sia...)
In effetti la governanza - questo il traducente di governance (attestato sin dal XIV secolo ma con diverso significato) che una volta tanto l'AdC si è degnata di proporre - non è un concetto univocamente definito in campo economico: ha almeno 6-7 definizioni, a seconda del campo in cui si impiega, e deve ancora stabilizzarsi in letteratura, nonostante se ne parli ormai da almeno un decennio. Nella scrittura della mia tesi sperimentale di laurea (motivo per cui sono sparito e intervengo poco) tratto diffusamente del tema, e governanza è stato accettato come traducente, grazie anche all'avallo della AdC che mi ha aiutato convincere i relatori. Dopo la laurea potrei darle il collegamento alla versione in linea, se le fosse utile farsi un'idea più precisa del concetto. ;)

La mission poi, altro non è che la missione, la customer satisfaction la soddisfazione del cliente e il mobility manager è il responsabile della mobilità (questa l'unica denominazione ufficiale del decreto interministeriale Mobilità sostenibile nelle aree urbane del 27/03/1998).

P.S. Chi volesse può segnalare alla IATE e alla Cancelleria svizzera (sezione anglicismi) il traducente "responsabile della mobilità" con annessa fonte legislativa e altre; io in questo periodo ho tempi imprevedibili e capricciosi. :)
PersOnLine
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Intervento di PersOnLine »

Se poi, proprio, direttore generale suona così generico, si può sempre aggiungervi un aggettivo: direttore generale cittadino (DGC) o direttore urbano (DU), volendo.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Ringrazio anticipatamente per la tesi e auguro un buon esame di laurea.

A parte la governanza, le traduzioni dei termini che ho citato sono assolutamente evidenti. La domanda sul perché un ente di governo italiano le usi correntemente, resta...
Con un'aggiunta: quale "cliente" deve soddisfare un ente di controllo? o è da intendersi nel significato latino del termine?... :roll:
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

Prego, e io la ringrazio degli auguri!
Non volevo essere pedante con la traduzione degli altri termini, mi sono lasciato un po' prendere la mano dalla "foga accademica" che caratterizza questo mio periodo di studio. :D Concordo con lei sullo stupore/delusione per l'uso massiccio di anglicismi superflui da parte delle istituzioni, che dovrebbero essere le prime a proporre e patrocinare i traducenti...
Il concetto di cliente è inserito nell'azione della Pubblica Amministrazione dalle teorie della Nuova Gestione Pubblica, NGP (altra traduzione avallata per la tesi a fronte di New Public Management), che fanno un uso intensivo di tecniche gestionali del settore privato. In quest'ottica i destinatari dei servizi non sono dei fruitori passivi ma operano scelte attive, similmente ai clienti delle imprese nel mercato. Ovviamente si tratta di una estensione semantica del concetto di cliente, e anche le teorie della NGP si preoccupano di di sottolineare la non perfetta corrispondenza (per molte ragioni differenti: non sempre c'è reale o totale autonomia nella scelta, ecc.) tra il cliente delle imprese privato e quello della PA. Il senso del termine è dunque è quello italiano, esteso nel significato al pari di quanto avvenuto per il suo omologo inglese customer.
PersOnLine ha scritto:Se poi, proprio, direttore generale suona così generico, si può sempre aggiungervi un aggettivo: direttore generale cittadino (DGC) o direttore urbano (DU), volendo.
Direttore urbano (DU) mi pare un'eccellente traduzione, chiara e veloce. ;)
Avatara utente
marcocurreli
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Intervento di marcocurreli »

Modna ha scritto:Direttore urbano (DU) mi pare un'eccellente traduzione, chiara e veloce. ;)
E magari in futuro protremmo chiamare il vigile urbano Vigile generale.

Segnalerei anche "report" per rapporto e "audit" per verifica. Veramente inAUDITo!
Avatara utente
.Silvia.
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Intervento di .Silvia. »

Marco1971 ha scritto:E se non lo sapete, abbiamo anche city user: ma che richèza!

P.S. Ah, ho dimenticato di completare la lista: city airport, city architect, city bike, citycar [sic], cityplex, city tour. Ecco, siete edòtti. ;)
Tra quanto citato, solo "citycar" mi risulta essere termine molto usato al momento. Gli altri son vezzi (o, se volete, qualsiasi altra cosa). Ma non si incontrano, per fortuna, con frequenza nella lingua di tutti i giorni.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
domna charola
Interventi: 1633
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

Nel caso degli uffici che "frequento", il "cliente" fornisce documenti da verificare e/o da approvare (es.: un piano regolatore con le aree edificabili e quelle a rischio), secondo procedure che sono obbligatorie. Quindi, se noi non approviamo l'istanza presentata, non può rivolgersi ad altro ente concorrente. Ovvero, operiamo in regime di monopolio, come tutti gli organi di controllo. E in genere, operiamo in maniera limitante rispetto ai desideri del "cliente", che difficilmente si sentirà "soddisfatto"dalle nostre decisioni. Questo non significa però che si debba autorizzare l'edificazione selvaggia in alveo o sotto un versante in frana, altrimenti il "cliente" è "insoddisfatto" (come invece spesso è avvenuto negli ultimi anni... poi si invocano le "catastrofi naturali" e la "Natura assassina"...).
A meno che il "cliente insoddisfatto" non decida di cambiare l'organo di controllo, votandone un altro a lui più favorevole... in pratica, il "cliente" ripaga in voti... avvicinandosi al concetto latino del termine...
Avatara utente
Modna
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Iscritto in data: lun, 22 ago 2011 20:09
Località: Modena

Intervento di Modna »

In effetti quello di cui mi parla è proprio un caso di cliente in senso "molto lato", in sostanza un'operazione più di facciata, nel tentativo di pubblicizzare una maggior attenzione all'utente finale da parte della PA, trattato come un vero cliente quando in realtà altro non può essere che un utente. Casi come questi sono esagerazioni che fanno proprio sorridere, sono pienamente d'accordo. :D Pensi che in alcune delle teorie più radicali della NGP - statunitensi - si considerano i carcerati come "clienti" della cucina del carcere, e ho detto tutto... :roll:
L'avvicinamento ai clientes latini può essere qui una conseguenza dell'esasperazione di concetti inapplicabili ai vostri compiti (in generale guardo la NGP con un po' di ironia, specie se esasperata), ma posso assicurarle che le teorie della Nuova Gestione non intendono cliente nel senso latino del termine, ma in quello italiano e con accezione di mercato (consideri, p.e., i servizi offerti da asili comunali diversi in competizione tra loro, tra cui i genitori possono scegliere quello che preferiscono). :)
Il meccanismo a cui si riferisce lei è il normale canale democratico, che esprime soddisfazione o insoddisfazione per l'operato del governo attraverso il voto democratico del cittadino durante le elezioni, includendo di riflesso anche il giudizio sull'operato degli enti pubblici in quegli anni di governo. ;)
domna charola
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Intervento di domna charola »

Concordo che sia il normale canale democratico. Mi viene solo da sorridere quando l'idea di non esercitare la funzione di controllo per non scontentare gli elettori - o la mancanza di coraggio nel dire a chiare lettere che certe cose non possono essere realizzate - viene camuffata sotto la "bella patina" del termine inglese...
Avatara utente
Modna
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Intervento di Modna »

domna charola ha scritto:Mi viene solo da sorridere quando l'idea di non esercitare la funzione di controllo per non scontentare gli elettori - o la mancanza di coraggio nel dire a chiare lettere che certe cose non possono essere realizzate - viene camuffata sotto la "bella patina" del termine inglese...
Sottoscrivo parola per parola. ;)
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