[xTSC] «Varràmista»

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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PaDaSu
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Iscritto in data: sab, 14 lug 2012 10:45
Località: Monteriggioni

Re: [TSC] «Varràmista»

Intervento di PaDaSu »

Ringrazio u merlu rucà del gentile benvenuto.

Per meglio chiarire il mio marginale contributo, ricordo:
1) Se è vero che i confini storici dell'Etruria centrale sono stati indicativamente l'Arno a Nord ed il Tevere a Sud, è altrettanto vero che la lingua etrusca si è ampiamente diffusa sia in pianura padana, sia nell'entroterra campano.
2) Molti toponimi in aree diverse da quelle indicate sopra, sono stati ricondotti ad una matrice etrusca (Cfr. G. Rohlfs e G.B. Pellegrini)
3) Una delle spie che ci indicano che un toponimo possa essere derivato da un lemma di matrice etrusca è l'accentazione proparossitona o sdrucciola che dir si voglia.
4) I toponimi accertati di matrice etrusca sono quasi tutti relativi all'antroponimia con qualche eccezione di ambito religioso.

Ciò premesso, considerato che l'ipotesi Ramtha si riferisce ad un nome proprio femminile, la sua traduzione in un gentilizio (probabilmente matronimico perché prevalente in area etrusca settentrionale), potrebbe essere stata Ramthi o Ramthal (con sincope) corrispondente a Ràmithi/Ràmithal. Purtroppo i suffissi per i gentilizi sono molti e si raggruppano con varianti sia diatopiche sia diacroniche.
Non esistono comunque suffissi in -sta, anche se ne esistono in -s ed in -Vs.

La mia personale convinzione mi porta a guardare quindi in direzione di un toponimo derivato dalla lingua etrusca, non come certezza, ma come livello di maggiore probabilità rispetto ad altre ipotesi.

Forzando una plausibile interpretazione, Ràmista potrebbe essere derivato dal locativo etrusco esplicitato dalla particella suffissale -thi (cioè 'nel', 'in' etc..). In questa ipotesi il toponimo originale potrebbe essere stato qualcosa di simile a Ràmthisthi.
Ultima modifica di PaDaSu in data gio, 26 lug 2012 13:48, modificato 4 volte in totale.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1337
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

Non sono certo un esperto di lingua etrusca, però ho cercato 'disperatamente' un suff. -sta senza trovarlo. Lei mi conferma che, almeno finora, non esiste in etrusco.
Ho esposto un ventaglio di ipotesi plausibili per stimolare la discussione, anche se, ad istinto, l'ipotesi etrusca mi sembra valida.
Peucezio
Interventi: 11
Iscritto in data: dom, 08 lug 2012 20:08

Re: [TSC] «Varràmista»

Intervento di Peucezio »

u merlu rucà ha scritto:Lo riporta l'Alessio nel collegamento citato da Infarinato. Non specifica di quale dialetto si tratti; presumo, considerata la conservazione della -u finale, che si tratti di un dialetto salentino. La forma tarantina tardë non credo possa dare un'indicazione su quale fosse la pronuncia originale, in quanto la scomparsa della seconda sillaba porta inevitabilmente l'accento sulla prima (tarantu > tarandë > tardë).
No, no, aspetti, non è pensabile che una sillaba tonica in quei dialetti possa scomparire, è semmai l'accento sulla prima che provoca la scomparsa della seconda sillaba: Taranto, pur essendo al confine con l'area salentina, è ancora un dialetto apulo-barese e come tale ha una struttura accentuativa in cui la sillaba tonica viene pronunciata con forte intensità e le atone tendono a ridursi quando non a scomparire.
Per quanto riguarda i dialetti salentini invece, non escludo che in alcuni di essi Taranto possa dirsi Taràntu, anche se non l'ho mai sentito.
Avatara utente
u merlu rucà
Moderatore «Dialetti»
Interventi: 1337
Iscritto in data: mar, 26 apr 2005 8:41

Intervento di u merlu rucà »

La posizione linguistica di Taranto è stata oggetto di discussioni annose, in quanto presenta tratti 'pugliesi' e tratti 'salentini'. In effetti probabilmente la pronuncia tarantina parte da tàrantu, quella salentina da taràntu (a Lecce è taràntu).
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