colori: nomi composti

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domna charola
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colori: nomi composti

Intervento di domna charola »

Sto leggendo delle descrizioni (di rocce) in cui compaiono definizioni cromatiche costituite da due termini, es.: grigio chiaro, a volte scritto staccato, a volte col trattino.
Ci sono varie situazioni:

- rocce di colore grigio chiaro (e quindi potrebbe essere un aggettivo che specifica il colore e concordato con esso), rosso o verdastro (altri due colori possibili, separati ciascuno dai precedenti)

- rocce grigio chiare (o grigio-chiare? o grigie chiare? nel testo si trovano tutte le versioni, ma penso sia meglio uniformare), rosse etc.

- rocce grigio chiaro verdastre (unico colore), rosse o brune (colori separati)

Sull'ultimo esempio non so veramente come comportarmi... trattino, trattini, concordanza ?... :?:
Avatara utente
Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Nei nomi di colore composti del tipo ‘aggettivo + aggettivo’ il trattino è facoltativo: basta scegliere una delle due possibilità e rimanere coerenti all’interno del testo. Per quanto riguarda la concordanza, gli aggettivi di colore modificati da altre parole sono di norma invariabili, quindi: rocce grigio(-)chiaro, rocce grigio(-)chiaro(-)verdastro (in quest’ultimo esempio opterei per il trattino, che forse estenderei, in un testo tecnico, a tutti i casi di nomi di colore composti).

Quando i colori sono separati, naturalmente avremo la concordanza: rocce rosse o/e brune, ecc.

Ecco gli esempi scelti per il mio DiNo (che non vedrà mai la luce):

Monaci bianchi, e neri, e marrone, monaci scalzi o con gli zoccoli... (Serao, Il paese di Cuccagna)

...e palpa e tasta i molti scampoli di tela, bianchi e anche colorati, celesti, rosei, lilla, e i varii merletti... (Pirandello, Come prima, meglio di prima)

...e lascia una polvere rosso-mattone, che ha tutto l’aspetto del solfuro manganoso... (Guarini, Trattato di chimica, 1838)

...hanno sangue bianco e ghiandole giallo pallido. (Istituto sperimentale per la cerealicoltura, Genetica agraria, 1963)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Ecco gli esempi scelti per il mio DiNo (che non vedrà mai la luce):
Perché no?
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Procombètte il troppo «ambizioso spirto».
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
domna charola
Interventi: 1631
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Intervento di domna charola »

Grazie... ora ricontrollo tutto alla luce di ciò.
Avatara utente
Zabob
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Bicolore

Intervento di Zabob »

Ricordo di passaggio questi versi di Gozzano:
«Tra bande verdigialle d'innumeri ginestre / la bella strada alpestre scendeva nella valle.»

A proposito: quale sarà il plurale di "bicolore"? I dizionari sembrano concordi nel dire "bicolori", e così per "tricolori" (anche sost.), "multicolori", "trimotori" e "monocordi". Su "monocolore" invece non c'è accordo: il Gabrielli online dice "monocolori", il Treccani non lo segnala come invariabile, al contrario del DISC in linea e dello Zingarelli per i quali è invariabile. "Monomotore" è assente sul DISC, mentre lo Zingarelli, al contrario di "monocolore", lo considera agg. e sost. variabile, al pari degli altri due vocabolari (ma per il Treccani è solo aggettivo, per il Gabrielli solo sostantivo). "Monodose" invece è invariabile per tutti.
Cercando con Google, le "calze bicolori" vincono di misura su quelle bicolore, mentre le "scarpe bicolore", viceversa, sono quasi il doppio di quelle bicolori.
Ultima modifica di Zabob in data ven, 10 ago 2012 0:40, modificato 2 volte in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Sarà una licenza poetica di «quella cosa vivente detta guidogozzano»... :D

Per gli altri plurali da lei menzionati fa fede il DOP. Mi parrebbe strano un bicolore invariabile. Tempo fa s’era parlato di questa morbosa tendenza a lasciare invariato bilingue, monolingue, ecc., mentre il corretto plurale è regolarmente bilingui, monolingui, ecc.
Ultima modifica di Marco1971 in data ven, 10 ago 2012 11:02, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Evidentemente la terminazione -lingue viene già sentita come se fosse un plurale di lingua.

P.S.: il verdigialle di Gozzano viene anche riportato nella lezione staccata, "verdi gialle".
Ultima modifica di Zabob in data ven, 10 ago 2012 1:01, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Andrea Russo
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Intervento di Andrea Russo »

Marco1971 ha scritto:blingui
Il primo refuso che le vedo fare, Marco! :wink:
Avatara utente
Marco1971
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

L’avevo visto ieri sera, ma ero troppo stanco. L’ho corretto or ora.

Tornando agli aggettivi di colore composti: quando sono forme lessicalizzate (e quasi sempre scritte univerbate), come grigi[o]azzurro, verdegiallo, gialloblú, grigioverde, ecc., seguono la regola degli aggettivi composti, ossia si declina solo il secondo elemento (come agrodolce > agrodolci, sordomuto > sordomuti e non *agridolci, *sordimuti). Quindi l’esempio di Gozzano, pur segnalato dal DOP come meno comune, non è da seguire. Ho trovato solo l’esempio di D’Annunzio citato nel DOP.

Chiudon la tromba del Tritone arguto
i licheni ed i muschi verdegialli.
(D’Annunzio, Poema paradisiaco)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Avatara utente
Zabob
Interventi: 927
Iscritto in data: sab, 28 lug 2012 19:22

Intervento di Zabob »

Basti pensare ai colori delle squadre di calcio, usati metonimicamente (è giusto?) per indicare le squadre stesse: i bianconeri, i giallorossi. Ma i palermitani sono designati più spesso come "i rosanero", anziché come "i rosaneri". I brasiliani sono verdeoro, invariabile.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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