Suppongo che minarie=minacce e che "caglia" sia il congiuntivo presente di calere. Che saranno, invece, le sberate? Bevute smodate?Non vaglion sberate,
minarie, bravate
che caglia l'ardire,
bisogna morire.
Sberate
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Sberate
Nel testo di una passacaglia del '600 si trova la seguente quartina:
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- u merlu rucà
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Nel dialetto pratese sberare significa urlare, minacciare, quindi sberate dovrebbe significare urla, minacce. Poiché gioco 'fuori casa', chiedo conferma agli amici toscani. Ho trovato anche una traduzione francese della Passacaglia e sberate viene reso con jérémiades, cioè lamenti (con evidente riferimento, credo, alle Lamentationes Jeremiae Prophetae).
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- u merlu rucà
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Ritengo interessante nel testo la presenza di forme aferetiche di "questo": 'sto colpo, 'sto nodo. Non pensavo fossero già attestate, e comunque credo ne rivelino una genitura popolare.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Una ricerca con Google sembra darle ragione:u merlu rucà ha scritto:Nel dialetto pratese sberare significa urlare, minacciare, quindi sberate dovrebbe significare urla, minacce.
Grassetto mio.Prato e Provinciareocities.com/MotorCity/Flats/3225/vocabo.htmlCondividi
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Sberare: urlare, minacciare. Tarabaralla: su per giù. Tiritomboli: ruzzoloni. Si dice "Andare a tiritomboli". Uzzolo: voglia, desiderio. Veggio: scaldino.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
- u merlu rucà
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Stefano Landi è l'autore della musica. È poco probabile che abbia scritto anche il testo.u merlu rucà ha scritto:L'autore della passacaglia è nato e morto a Roma, se non erro. E' curioso che abbia usato una forma vernacolare toscana molto particolare, non precisamente fiorentina.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
- u merlu rucà
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Per quanto oscura, ritengo più attendibile la versione da me citata; l'altra («Non voglion sperate / in arie bravate. / Che taglia da dire / bisogna morire. / Lustrina che giova...») mi sembra inattendibile e ancor meno comprensibile. "Lustrina che giova"? ma andiamo!u merlu rucà ha scritto:Navigando nella rete, ho notato che vi sono versioni testuali abbastanza diverse.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Re: Sberate
Buongiorno, ho trovato una versione digitalizzata del libro da cui è stato trascritto il brano: https://opac.kbr.be/Library/doc/SYRACUS ... ?_lg=fr-BE
Com'era intuibile, "minarie" è un errore di lettura per "minatie", quindi minatia per minaccia.
A mio avviso "caglia" è semplicemente l'indicativo presente di cagliare, sebbene qui usato impropriamente in forma transitiva. In pratica interpreto la frase come: non valgono le bravate alle quali l'ardire "dà consistenza" (caglia). L'immagine del latte che si addensa e solidifica per mezzo del caglio doveva essere piuttosto comune nel '600.
Quanto alle "sberate", non ho la minima idea di che cosa possano essere.
*Modifica: sono giunto alla conclusione che il fantomatico verbo "sberare" sia nient'altro che "esuberare" sotto mentite spoglie.
Com'era intuibile, "minarie" è un errore di lettura per "minatie", quindi minatia per minaccia.
A mio avviso "caglia" è semplicemente l'indicativo presente di cagliare, sebbene qui usato impropriamente in forma transitiva. In pratica interpreto la frase come: non valgono le bravate alle quali l'ardire "dà consistenza" (caglia). L'immagine del latte che si addensa e solidifica per mezzo del caglio doveva essere piuttosto comune nel '600.
Quanto alle "sberate", non ho la minima idea di che cosa possano essere.
*Modifica: sono giunto alla conclusione che il fantomatico verbo "sberare" sia nient'altro che "esuberare" sotto mentite spoglie.
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