L'"erre moscia" di Parma

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Animo Grato
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L'"erre moscia" di Parma

Intervento di Animo Grato »

Forse la sezione più adatta per questo filone sarebbe stata "Pronunce locali" ma, in mancanza di meglio, "Dialetti" costituisce un'accettabile approssimazione.
Qualcuno può gentilmente illuminarmi sulle ragioni dell'endemica presenza dell'"erre moscia" nella parlata di Parma? Me lo sono sempre chiesto, e non ho mai trovato una risposta soddisfacente. La spiegazione più popolare (in tutti i sensi) fa risalire questa anomalia alla dominazione francese del Ducato, ma sinceramente mi è sempre parsa un'argomentazione piuttosto debole. C'è qualcuno a conoscenza di ragioni più stringenti?
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Non saprei dirle nulla, ma segnalo soltanto che anche nell'Alessandrino-Novese molti pronunciano l'"r moscia", sebbene suoni un po' diversa da quella di Parma.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Zabob ha scritto:anche nell'Alessandrino
In effetti viene súbito in mente Umbevto Eco… :D
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Cosa si intende per r moscia in questo caso?
La pronuncia della r come in francese?
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Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Il passero solitario mi ha subito beccato! :lol:
Sono stato vago perché non so assolutamente districarmi nel ginepraio di "alveolare, uvulare, fricativa, barricata ecc.", comunque sì, a occhio e croce diciamo "alla francese".
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Animo Grato ha scritto:a occhio e croce diciamo "alla francese"
Ovverosía, in ogni caso, uvulare. :) (Mentre il modo d’articolazione può variare.)
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

La r uvulare, generalmente, in italiano è un allofono, ma in vari dialetti è la regola, come in francese e nello svedese meridionale per esempio.
Dalle mie parti c'è un piccolo paese, Verdeggia, frazione del comune di Triora, in cui la r uvulare è molto forte e anche a Trucco, frazione del comune di Ventimiglia, tanto da essere presi in giro per questa caratteristica. Non si tratta di influsso francese ma di evoluzione fonetica.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

u merlu rucà ha scritto:Dalle mie parti c'è un piccolo paese, Verdeggia, frazione del comune di Triora, in cui la r uvulare è molto forte e anche a Trucco, frazione del comune di Ventimiglia
Mentre a Buggio, fraz. di Pigna, c'è la 'r' palatale: v. qui.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Souchou-sama ha scritto:Ovverosía, in ogni caso, uvulare. (Mentre il modo d’articolazione può variare.)
L'«erre moscia» può essere anche una semplice approssimante labiodentale (parlare con l'evve) ['ʋa:ʋo] (cfr. § 3.9.1 del DiPI).
u merlu rucà ha scritto:La r uvulare, generalmente, in italiano è un allofono
Si può definire correttamente allofono? Lo chiedo perché non sono sicuro nemmeno io, dato che l'«erre moscia» dipende da caratteristiche idiolettali, geografiche e socioculturali e non dall'essere una «normale» variante contestuale del fonema /r/.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Carnby ha scritto:
Souchou-sama ha scritto:Ovverosía, in ogni caso, uvulare. (Mentre il modo d’articolazione può variare.)
L'«erre moscia» può essere anche una semplice approssimante labiodentale (parlare con l'evve) ['ʋa:ʋo] (cfr. § 3.9.1 del DiPI).
A me però il termine "moscia" pare appropriato solo quando è un'approssimante. Quando è una vibrante uvulare il suono mi pare aspro, più aspro di quanto sia la /r/ normale. A volte ho sentito definire quella /r/ come "arrotata".
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Carnby
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Intervento di Carnby »

valerio_vanni ha scritto:Quando è una vibrante uvulare il suono mi pare aspro, più aspro di quanto sia la /r/ normale. A volte ho sentito definire quella /r/ come "arrotata".
Strano, in francese la [r] alveolare («normale» in italiano) è detta roulée; la «r» uvulare è detta [ʁ] guttural o, quando è [ʀ] (Canepari la trascrive capovolta), grasseyé.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Qui potete farvi un'idea della r di Verdeggia. Il dialetto è di tipo brigasco e faccio un po' di fatica pure io a capirlo. Ci sono inoltre filastrocche, favole e canti in vari dialetti del ponente ligure.
http://www.descurundu.it/filastrocche.htm
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Devo fare una correzione, la frazione di Ventimiglia con la r uvulare è Torri e non Trucco.
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Souchou-sama
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Intervento di Souchou-sama »

Carnby ha scritto:L'«erre moscia» può essere anche una semplice approssimante labiodentale (parlare con l'evve) ['ʋa:ʋo]
Sí, certo. (È cosí anche nell’inglese britannico, per esempio.) Ma io stavo esclusivamente riferendomi all’erre «alla francese». :) Poi non so quale sia piú diffusa nel parmense, sinceramente…

Quanto al concetto d’allofono, per chiarirsi le idee basta distinguerne i 3 tipi: individuale, contestuale e geografico. :wink:
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Souchou-sama ha scritto:Poi non so quale sia piú diffusa nel parmense, sinceramente…
Sul DiPI (§ 10.4.2) Canepari parla di [ʀ ʁ] (e la «sua» [ʀ] rovesciata) come realizzazioni del fonema /r/ molto frequenti specie nella zona di Fidenza.
Souchou-sama ha scritto:Quanto al concetto d’allofono, per chiarirsi le idee basta distinguerne i 3 tipi: individuale, contestuale e geografico.
In questo caso si tratterebbe dunque di un allofono individuale o geografico, (non contestuale).

Tornando all'«r francese», ritenete che questa cartina sia attendibile? Secondo me, no (e non solo per quanto riguarda l'Italia).
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