«Anguria»

Spazio di discussione su questioni di dialettologia italiana e italoromanza

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Andrea Russo
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Re: Anguria

Intervento di Andrea Russo »

Infarinato ha scritto:
Andrea Russo ha scritto:melone […] per me è solo questo
…che però in Toscana è detto perlopiú popone. ;)
Esatto! :D
Diciamo che melone è una parola piú neutra rispetto a popone.
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SinoItaliano
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Intervento di SinoItaliano »

Ma "cocomero" non deriva dal latino?
Invece l'etimo di anguria è incerto.
Dal punto di vista botanico, un cocomero è un grande cetriolo, e quindi molte lingue hanno cognati di "cocomero" e "anguria" per indicare il cetriolo.
Carnby ha scritto:
SinoItaliano ha scritto:Allo stesso tempo "anguria" è molto diffuso nello scritto nel Centro.
Mah, qui in Toscana direi di no.
Ultimamente a Roma vedo sempre piú spesso parole "foreste", tipo brioche, branzino, anguria (al posto di cornetto, spigola e cocomero).
Questo di sette è il piú gradito giorno, pien di speme e di gioia: diman tristezza e noia recheran l'ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno.
domna charola
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Intervento di domna charola »

u merlu rucà ha scritto: Il cetriolo, invece, è stato coltivato prima in Inghilterra, quindi non ci sarebbe nulla di strano.
Forse cercavano anche loro di coltivare angurie, ma il risultato data la differenza di clima è stato una cosa striminzita e verdiccia, che comunque loro erano convinti fosse un "cocomero"...

Scherzo, ovviamente... come notato da altri, il cetriolo ha nome scientifico Cucumis sativus, dal latino cucumis che è appunto il cetriolo; mentre l'anguria è Citrullus lanatus.
Quindi tutto sommato hanno più ragione gli inglesi a chiamare il cetriolo cucumber, che non i centroitalioti l'anguria cocomero.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

domna charola ha scritto:[I]l cetriolo ha nome scientifico Cucumis sativus, dal latino cucumis che è appunto il cetriolo; mentre l'anguria è Citrullus lanatus.
Quindi tutto sommato hanno più ragione gli inglesi a chiamare il cetriolo cucumber, che non i centroitalioti l'anguria cocomero.
Non facciamo voli di fantasia: i nomi scientifici non vengono stabiliti secondo gli usi effettivi delle lingue naturali, ma da scienziati che spesso hanno cognizioni linguistiche molto vaghe. Inoltre, se una specie viene descritta da un autore con un nome (linguisticamente) sbagliato e successivamente la stessa specie viene descritta da un altro con un nome più corretto, è il primo ad avere la precedenza.
Ecco alcuni esempi: il genere Leopardus non comprende il leopardo (Panthera pardus) ma l'ocelotto ed altre specie sudamericane; il genere Trichechus non comprende il tricheco (in altre lingue chiamato walrus o morsa e nomi simili) ma il lamantino, mentre il nome italiano risale al tempo in cui il genere Trichechus comprendeva anche la specie Trichechus rosmarus, poi assegnata a tutt'altro genere (Odobenus) e famiglia; il gatto selvatico è Felis silvestris, mentre il pino silvestre è Pinus sylvestris; il babirussa è Babyrousa babyrussa (due differenti grafie per lo stesso nome tra genere e specie); il genere Mammuth non indica il mammut (genere Mammuthus) ma il mastodonte; il dinosauro da tutti conosciuto come brontosauro è in realtà un Apatosaurus perché la specie ascritta al genere Brontosaurus era praticamente identica all'Apatosaurus descritto prima da un altro autore; mentre nei primi tempi della tassonomia si usava latinizzare i nomi greci, in tempi più recenti si è iniziato a traslitterare semplicemente le forme greche e così abbiamo Carya e Eukaryota, Moeritherium gracile e Sarotherodon melanotheron, Octopus vulgaris e Calliopsis xenopous.
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

…Senza contare che Citrullus lanatus è sinonimo di Cucumis citrullus! ;)
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Carnby
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Intervento di Carnby »

I nomi scientifici vengono aggiornati continuamente sulla base delle nuove conoscenze biologiche e filogenetiche, non certo in base alla maggior correttezza filologica.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Ho citato il nome scientifico sottolineando che viene dal latino cucumis = cetriolo, che era l'elemento che mi interessava.
Che i nomi scientifici cambino, e che siano dati con criteri arbitrari lo so bene, però in quel caso, scientificamente, gli è stato dato proprio il suo nome latino.
Il genere Cucumis ha una quantità di sottogeneri, ognuno con le sue specie, per cui di tanto in tanto alcuni di queste vengono promosse al rango di specie a sé stante e acquisiscono un nuovo nome.

Così l'anguria, che oggi è data come

Citrullus lanatus (Thunb.) Matsum. & Nakai

ha come sinonimi (cioè nomi precedenti decaduti in quanto superati dalla nuova classificazione) anche:

Colocynthus citrullus (L.) Kuntze
Cucurbita citrullus L.

dove i nomi di persona apposti sono gli autori delle successive classificazioni... tanto per dare un'idea di quanto sia complicata la sistematica.

Resta il fatto delle origini.
In epoca medievale, nel '300 alla voce cucumis corrisponde ancora l'illustrazione di cose abbastanza piccole e oblunghe, bitorzolute e verdi. Ci sono anche immagini di qualcosa di più grosso, allungato, che potrebbe essere un melone verde, o forse un'anguria disegnata male, ma più o meno alla fine del '400. D'altra parte l'anguria nel mondo medievale arriva tardi, è un prodotto del mondo arabo che da noi si coltiva poco, mentre il cetriolo è presente da molto più tempo.

Quindi, in effetti, hanno più ragione i dialetti che chiamano cocomero il cetriolo che non quelli che indicano così l'anguria. Nel senso che derivano il nome direttamente dai manuali medici medievali, senza bisogno degli inglesi.

Con tutto ciò, se mi dicono "cocomero" penso all'anguria e non al cetriolo...
PaDaSu
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Re: Anguria

Intervento di PaDaSu »

Come potete verificare nel TLIO esistono entrambi i lemmi.

Anguria (e languria) è attestato a partire dal 1399 nel volgarizzamento del Serapiom da parte di 'Frater Jacobus Philippus de Padua'.
Insieme ad anguria (languria senza articolo) ci sono però anche molòn, cogumbaro e citrolo.

Nel volgarizzamento fior. della fine del Duecento dell'Antidotarium Nicolai si registrano 2 occ. latinizzate della forma: «Anguerium id est cocumeris ortensis»; «Langurium id est cocumeris ortensis».

Per quanto riguarda il lemma cocomero (in molteplici forme) è presente in testi tosc.: Doc. fior. 1286; Stat. sen. 1309; B. Zucchero, Santà, 1310 (fior.); Stat. pis. 1327; Gloss. lat.-aret. XIV sec.; nonché in testi sett.: Belcalzer, 1299/1309 (mant.).

"... e oltre a ciò i lunghi melloni e i gialli poponi co' ritondi cocomeri, e gli scrupolosi cedriuoli e' petronciani violati con molti altri semi, de' quali la terra vie più s'abellia." (Boccaccio)
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Il ligure (e portoghese) pateca, il francese pastèque derivano dall'arabo. L'etimo tradizionale è biṭṭīķāh 'specie di cucurbitacea'. Per questa forma è necessario spiegare il passaggio b > p e i > a. Esiste però il siriano paṭṭīkā da cui, secondo me, è probabile che provenga almeno la forma ligure, visti gli ampi scambi commerciali con il Medioriente da parte della Repubblica di Genova. Per quanto riguarda il portoghese:
"No entretanto há vocábulos arábicos
em que o b é substituído pelo fonema p. A explicação deve assentar-
se na influência dos moçárabes; é uma das provas do bilingüismo dêstes"
(O romanço moçarâbico lusitano Mansur Guérios).
Il portoghese e il ligure potrebbero avere una forma convergente, benché alla base ci siano forme arabe foneticamente diverse.
Largu de farina e strentu de brenu.
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Non conoscevo la parola pateca. Grazie. Da noi questo si chiama melancia.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Pare che in greco attico la prugna si chiamasse kokkumelon (="frutto -μῆλον- del cucúlo"). L'assonanza fra kokkumelon e cocómero è di tutta evidenza, così come la possibilità che dal termine greco derivi anche melone (usato in Puglia iperonimicamente per designare meloni, angurie, cocomeri ecc.).
Ultima modifica di Zabob in data mar, 06 gen 2015 12:48, modificato 1 volta in totale.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
Brazilian dude
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Intervento di Brazilian dude »

Kokkumelon mi ricorda il portoghese cogumelo "fungo". Secondo un mio dizionario il termine deriva dal latino *cucumellum, diminutivo di cucuma, col significato di paiolo, caldaio, calderone.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ho qualche dubbio che κοκκύμηλον possa essere all'origine di cocomero e cogumelo. Se il prestito è avvenuto in epoca tarda la υ si sarebbe pronunciata già [y] o addirittura [і] e questo crea problemi sia nel caso di un prestito bizantino sia nel caso di un passaggio attraverso un latino COCCYMĒLUM.
Ultima modifica di Carnby in data mar, 06 gen 2015 22:49, modificato 3 volte in totale.
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Brazilian dude ha scritto:Kokkumelon mi ricorda il portoghese cogumelo "fungo". Secondo un mio dizionario il termine deriva dal latino *cucumellum, diminutivo di cucuma, col significato di paiolo, caldaio, calderone.
Nel ligure di ponente, nel piemontese e nell'occitano della provincia di Cuneo esiste il termine cucamela (con leggere varianti) per indicare un fungo specifico, cioè la mazza di tamburo. Questo esito presuppone una forma *CUCCAMELLA/CUCCUMELLA.
Largu de farina e strentu de brenu.
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Zabob
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Intervento di Zabob »

Carnby ha scritto:Se il prestito è avvenuto in epoca tarda la υ si sarebbe pronunciata già [y] o addirittura [і] e questo crea problemi sia nel caso di un prestito bizantino sia nel caso di un passaggio attraverso un (ipotetico?) latino coccymēlum.
In effetti (grazie a un vecchio dizionario tedesco-latino disponibile in Rete) ho scoperto che in lat. è attestato COCCYMĒLUM, nei Saturnali di Macrobio (che cita Cloazio: «Sunt autem genera malorum: Amerinum cotonium citreum coccymelum conditivum...») e nelle Etimologie di Isidoro di Siviglia («Coccymela [in altre edizioni coccimela, coquimela o coqui mela, N.d.Z.], quam latini ob colorem prunum vocant, alii a multitudine enixi fructus nixam appellant»).
Dal cucúlo (gr. κόκκυξ) deriva anche il nome del coccige (che, alla latina, andrebbe pronunziato piano: coccíge).
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)
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