Parola composta italiano-inglese

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

Moderatore: Cruscanti

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Federico8E
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Parola composta italiano-inglese

Intervento di Federico8E »

La parola composta doccia-time (lungi da me questo genere di neogrammatica cibernetica, sto facendo un'indagine sul fenomeno) come qualsiasi neologismo che associa un termine italiano a uno inglese, come si puó definire? Un prestito, un calco? Ciao a tutti
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Un calco è un tipo di prestito, ancorché adoperi materiale lessicale della lingua d’arrivo. Doccia time sembra un calco incompiuto: riprende il costrutto inglese, ma conserva soltanto la testa del sintagma originale.

Una parola del genere può essere soltanto scherzosa: l’ibridazione angloitaliana sta lí a testimoniarlo. Nessuno che volesse sfoggiare la propria conoscenza dell’inglese si arrischierebbe a dire o scrivere un simile pasticcio.

D’altro canto, questo costrutto non si potrebbe importare per intero, traducendolo parola per parola, perché sarebbe agrammaticale (*doccia ora). E un prestito integrale come shower time è una pedantería poco giustificabile, dato il contesto in cui questa parola potrebbe occorrere.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Parlerei di ibridismo, non so se ci sia un termine piú di moda, forse hybrid word sarà preferito dai linguisti piú aggiornati.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Manutio
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Intervento di Manutio »

A proposito di ibridi. In Italia se ne creano di tutti i generi, scherzosi, semischerzosi, seriosi. Sui giornali trovo nominati i papa boys. Era cosí difficile chiamarli pope boys, come sicuramente avrebbero fatto in altri paesi? Facciamo i poliglotti ma non sentiamo la stonatura che c’è in quell’accostamento. Ancora: i negozi romani di ricordini sono pieni di magliette e ‘oggettistica’ varia con la scritta: I ♥ Roma (il pittogramma andrebbe inteso: ‘I love’, o qualcosa di simile). Ci voleva tanto a scrivere Rome? I Tedeschi, nello stesso caso, scrivono I love Munich, non I love München. Se c’è anche I love München Oktoberfest, ciò si giustifica perché quell’espressione è considerata invariabile, quasi una citazione. E visto che la cosa già semidimenticata è tornata ultimamente d’attualità, faccio notare che solo noi, credo proprio solo noi, eleggiamo miss Italia. I sunnominati Tedeschi eleggono miss Germany, non miss Deutschland, come gli Ungheresi miss Hungary, non miss Magyarország, e i Greci miss Greece, non miss Ελλάδα. E ci sarebbe da ricordarne altre, come il No Tasse Day, indetto dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi. Insomma, ci avventuriamo nelle lingue forestiere, ma restiamo a metà strada.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Manutio ha scritto:Ancora: i negozi romani di ricordini sono pieni di magliette e ‘oggettistica’ varia con la scritta: I ♥ Roma (il pittogramma andrebbe inteso: ‘I love’, o qualcosa di simile). Ci voleva tanto a scrivere Rome? I Tedeschi, nello stesso caso, scrivono I love Munich, non I love München.
A questo riguardo, segnalo la traduzione italiana della campagna pubblicitaria d’un noto canale a pagamento (qui una schermata): «I ♥ CANTARE» (!).

Quest’uso del cuoricino stilizzato non dovrebbe sconvolgere nessuno: è diffusissimo tra i giovani e rende piú rapida la comunicazione. Sarebbe però opportuno che ogni lingua lo traducesse nella pronuncia, perché «ài lòv cantare» è un capolavoro di comicità involontaria.

Per interpretare il simbolino «♥» come ‹amo› invece che ‹love› bastava scrivere «IO» invece che «I».
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto:«I ♥ CANTARE» (!).
Che ne dite di questa trovata di una ditta di gabinetti mobili, con il cuoricino capovolto a mo' di fondoschiena? Creatività o semplice cattivo gusto?
Ferdinand Bardamu ha scritto:Per interpretare il simbolino «♥» come ‹amo› invece che ‹love› bastava scrivere «IO» invece che «I».
Ho trovato anche «I Firenze» o qualcosa del genere tra le bancarelle e gli esercizi fiorentini.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto:Che ne dite di questa trovata di una ditta di gabinetti mobili, con il cuoricino capovolto a mo' di fondoschiena? Creatività o semplice cattivo gusto?
Per me, la seconda che ha detto. :) Ma d’altronde parliamo di pubblicità: vale solo il principio del «purché se ne parli».
Ferdinand Bardamu ha scritto:Ho trovato anche «I Firenze» o qualcosa del genere tra le bancarelle e gli esercizi fiorentini.
Per restare in tema, the ultimate scempio. :D
Federico8E
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ci avventuriamo nelle lingue forestiere, ma restiamo a metà

Intervento di Federico8E »

Riprendo il commento di Manutio, "ci avventuriamo nelle lingue forestiere, ma restiamo a metà strada". Come ha ben detto Lei, se le altre lingue riprendono l'intera forma inglese, noi "ibridiamo" con forme come Miss Italia. E' una difficoltà dallo "staccarsi" dalla lingua italiana? o una scarsa conoscenza dell'inglese, onde per cui si tenta di mediare per rendere "miss Italia" e forme del genere più popolari e comprensibili? O forse un pasticcio neologistico che tenta di fondere le due lingue per accattivare i destinatari di tale messaggio? Probabilmente un insieme delle tre cose. :roll: :!:
Federico8E
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Intervento di Federico8E »

P.S. : dal momento che il termine "miss" compare nel vocabolario della lingua italiana, perché scandalizzarsi se si usa la forma Miss Italia al posto di Miss Italy?
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Infarinato
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Intervento di Infarinato »

Perché in [«vero»] italiano non bisognerebbe dire né l’una né l’altra cosa, ma Reginetta d’Italia. ;)
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Luca86
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Intervento di Luca86 »

Difatti, più di due anni fa, lo proposi (prima qui e poi qui) come traducente di miss da aggiungere alla lista ma i messaggi non vennero presi in considerazione.
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