Varietà dell'italiano
Moderatore: Cruscanti
Varietà dell'italiano
In riferimento alle diverse varietà dell'italiano, ho sentito usare i termini standard, neostandard, substandard e chissà quanti altri ne esisteranno...
Ho fatto una ricerca veloce e sommaria sia su questo forum che su google, ma non sono ancora riuscito a trovare una spiegazione semplice (almeno per me) di questi termini.
Se qualcuno può chiarirmi le idee, lo ringrazio già da ora.
Ho fatto una ricerca veloce e sommaria sia su questo forum che su google, ma non sono ancora riuscito a trovare una spiegazione semplice (almeno per me) di questi termini.
Se qualcuno può chiarirmi le idee, lo ringrazio già da ora.
A parte l’orridezza di questa terminologia, neostandard è spiegato qui.
Italiano standard, o meglio, italiano normale è quello «senz’aggettivi», l’unica varietà di lingua riconosciuta come il modello nazionale. Substandard è tutto quello che si discosta da quel modello.
Italiano standard, o meglio, italiano normale è quello «senz’aggettivi», l’unica varietà di lingua riconosciuta come il modello nazionale. Substandard è tutto quello che si discosta da quel modello.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Riapro il filone per chiedere ulteriori lumi. In una discussione con amici sulla frase "Temo che hai ragione" mi viene indicata questa pagina, dove la frase viene elencata tra gli usi facoltativi del congiuntivo (punto 4:3). Possibile? Si può affermare che la frase "Credo che hai ragione" è corretta? Questa storia della "Ristandrizzazione" mi inquieta un poco…
http://www.maldura.unipd.it/romanistica ... ntivo.html
AGGIORNAMENTO
Ah, in effetti leggo poco più sopra (punto 2:3) un elenco di verbi per i quali viene indicato come obbligatorio l'uso del congiuntivo, e anche se i verbi di timore non sono esplicitamente citati, credo che "Temo che…" apparetenga a questa categoria…
http://www.maldura.unipd.it/romanistica ... ntivo.html
AGGIORNAMENTO
Ah, in effetti leggo poco più sopra (punto 2:3) un elenco di verbi per i quali viene indicato come obbligatorio l'uso del congiuntivo, e anche se i verbi di timore non sono esplicitamente citati, credo che "Temo che…" apparetenga a questa categoria…
- Ferdinand Bardamu
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- Località: Legnago (Verona)
Qui può trovare informazioni.
Mille grazie. In effetti il mio dubbio riguardava più che altro il verbo temere, ma dopo alcune ricerche fatte mi par di capire che esso ricada nella categoria dei verbi che richiedono senza dubbio il congiuntivo: "Temo che si sia perso".
"Reggono il congiuntivo i verbi che esprimono "una volizione (ordine, preghiera, permesso), un'aspettativa (desiderio, timore, sospetto)", Accademia della Crusca, qui, (ma anche Serianni mi sembra dica la stessa cosa).
"Reggono il congiuntivo i verbi che esprimono "una volizione (ordine, preghiera, permesso), un'aspettativa (desiderio, timore, sospetto)", Accademia della Crusca, qui, (ma anche Serianni mi sembra dica la stessa cosa).
- Ferdinand Bardamu
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