[xTSC] Raddoppiamento fonosintattico con la preposizione «di» in fiorentino

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[xTSC] Raddoppiamento fonosintattico con la preposizione «di» in fiorentino

Intervento di Animo Grato »

Ho provato a guardare se questo caso particolare fosse già stato trattato in un altro filone ma, come potete immaginare, il motore di ricerca non è facilitato nel suo lavoro quando una delle parole chiave è "di".
Questo caso di raddoppiamento l'ho riscontrato in una pronuncia locale ma, vista l'eccezionalità del luogo in questione (Firenze), m'è sembrato opportuno portarlo alla vostra attenzione. Il collegamento in calce rimanda alla puntata di ieri di "Otto e mezzo", dove l'intervistato Matteo Renzi ne fa ampio sfoggio (1:20 "punto desiderio di [-p]parlare"; 1:58 "smetterà di [-p]parlare; 5:54 "posso permettermi di [-d]dire; 10:40 "avere il coraggio di [-d]dire"; 11:03 tartaglia un po', ma poi sputa "di [-f]farcela"; a 11:14, addirittura, c'è quasi una geminazione all'interno di una parola, con un triplice "dipende" che suona quasi "di[p]pende"; 11:30 "di [-c]correre", abbastanza lieve). Io mi sono fermato qui; se volete trovarne altri nel seguito dell'intervista, accomodatevi! Ma il raddoppiamento non è sistematico. A 3:28 dice "... abbia al proprio interno un percorso di primarie", senza raddoppiamento (ma forse c'è una minima pausa enfatica prima di "primarie" che inibisce il processo); a 7:03 "parlare di lui" (normale); a 9:04 "dal mio punto di vista" (normale).
Qualche illuminato glottologo può darmi spiegazioni sulle origini di questo raddoppiamento poco ortodosso, sulla sua diffusione geografica e sulla sua applicazione intermittente da parte dello stesso parlante?

https://www.youtube.com/watch?v=-EueUaL7XlQ
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
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Re: [xTSC] Raddoppiamento fonosintattico con la preposizione «di» in fiorentino

Intervento di Infarinato »

Si tratta semplicemente di un’indebita estensione analogica molto diffusa fra i parlanti fiorentini: da d’i’ ffare («del fare»), dove il raddoppiamento è giustificato dalla l dell’articolo il, che non cade, ma si assimila alla consonante successiva palatalizzazione della [l], a un incongruo *di ffare («di fare»).
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Intervento di Animo Grato »

Grazie mille!
Mi aveva insospettito la ricorrenza sistematica del raddoppiamento prima degli infiniti! Quindi possiamo dire che questo fenomeno è solo il sintomo di un'altra "anomalia fiorentina", cioè l'uso di sostantivare (sempre? spesso?) gli infiniti attraverso l'articolo? Infatti non abbiamo *punto di [-v]vista perché in questo caso è impensabile il coinvolgimento di il (*i' [-v]vista). Stesso discorso per primarie e lui.
E, in base alla sua viva esperienza, un'espressione come voglia di cambiamento come suonerebbe? Lì, volendo, un articolo ci si può infilare.
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Intervento di Infarinato »

Animo Grato ha scritto:E, in base alla sua viva esperienza, un'espressione come voglia di cambiamento come suonerebbe? Lì, volendo, un articolo ci si può infilare.
Sí, ma direi che il raddoppiamento anomalo in fiorentino si ha sistematicamente solo cogl’infiniti —i fiorentini mi correggano pure senza timore.

P.S. Su *dippende (mi scusi, ma m’era sfuggito): premetto che non ho ascoltato l’intervista di Renzi, ma direi che (molto presumibilmente) si tratta d’un caso d’ipercorrettismo. In fiorentino lí si avrebbe un’approssimante e, nel tentativo di rendere una [p] ortoepica, il Nostro ha finito col pronunciare una doppia —un po’ come certi attori d’origine settentrionale quando, nel tentativo di pronunciare l’ortoepico di/s/egno (quando si degnano di farlo, ovviamente!) invece del nativo di/z/egno, finiscono per produrre un «bel» *di/ss/egno (…per i meno bravi gioca un ruolo anche una diversa scansione sillabica).
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Intervento di Animo Grato »

Infarinato ha scritto:Su *dippende (mi scusi, ma m’era sfuggito):…
Si figuri! In ogni caso, è un accenno minimo: quasi non parlerei di geminazione (se questo presuppone almeno una coppia di gemelli), ma di un singolo neonato molto grasso. :wink:
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Intervento di valerio_vanni »

Infarinato ha scritto:
Animo Grato ha scritto:E, in base alla sua viva esperienza, un'espressione come voglia di cambiamento come suonerebbe? Lì, volendo, un articolo ci si può infilare.
Sí, ma direi che il raddoppiamento anomalo in fiorentino si ha sistematicamente solo cogl’infiniti —i fiorentini mi correggano pure senza timore.
Io l'ho sentito anche in altri casi.
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Intervento di Infarinato »

Quali, di grazia?
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Intervento di valerio_vanni »

Quello che ricordo per certo è "di chiaro".
La frase completa era "La stampante ha iniziato a fare un po' di chiaro" (nel senso di aree sbiadite).
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Intervento di Animo Grato »

Potrebbe essere un ipercorrettismo della gorgia? Ho indovinato? :D
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Intervento di Souchou-sama »

Caro Animo Grato, sono io a esserLe «grato», perché se non l’avesse fatto Lei l’avrei aperto io, prima o poi, questo filone. :D Anche se, in verità, avevo già ipotizzato la stessa risposta data da Infarinato. Comunque è sempre meglio averne la certezza.
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Intervento di Scilens »

Ce n'è qualche traccia anche a Massarosa, Viareggio e zone limitrofe, testimoniate anche iin cognomi come Fappani (panettiere)
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Intervento di Infarinato »

valerio_vanni ha scritto:Quello che ricordo per certo è "di chiaro".
La frase completa era "La stampante ha iniziato a fare un po' di chiaro" (nel senso di aree sbiadite).
Mah? :? Potrebbe anche semplicemente trattarsi d’un d’i’ (= «del»), cioè «del chiaro», «di quel chiaro» etc.

Comunque, tornando agl’infiniti, noto ora che Giannelli, rimandando a uno storico articolo del Fiorelli (P. Fiorelli, Senso e premesse di una fonetica fiorentina, «Lingua Nostra», 13 [1952]: 57–64, p. 63), addirittura sentenzia: «[d]a notare che [nel dialetto fiorentino] l’infinito non può essere preceduto dalla preposizione /di/ ma dalla corrispondente preposizione articolata: /di mˈmettere/ ’di mettere’, ecc.» (L. Giannelli, Toscana, Pisa: «Pacini», 2000² [1976¹], p. 45, grassetto mio).

P.S. Fappani sarà o «fa pani» con regolare raddoppiamento [in fiorentino/toscano/italiano] (sia che si tratti d’una 3ª sing. del presente indicativo sia che ci si trovi difronte all’antica 2ª sing. [raddoppiante] dell’imperativo) o «fa i ppani» (con regolare raddoppiamento [in lucchese] dell’articolo plurale i).
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