«Rapporto qualità prezzo»
Moderatore: Cruscanti
«Rapporto qualità prezzo»
Buongiorno a tutti,
spero anzitutto di aver scelto l'area corretta per questo filone.
Mi domandavo quale fosse la corretta dicitura per l'espressione "rapporto qualità prezzo".
Così, ho fatto una veloce ricerca sulle occorrenze in Internet. Mi è parso di vedere che più comunemente si scriva "rapporto qualità/prezzo", che però a ben vedere secondo me non è corretto. Correggetemi se sbaglio, ma ritengo che l'uso della barra obliqua sia indicato quando s'intende utilizzare uno dei due termini tra la barra o le barre, o si tratti magari di sinonimi.
Es.
Sostituire le persiane/tapparelle (o una o l'altra: il lettore sceglie quella che fa al caso proprio).
Colori disponibili: giallo/verde/rosso/grigio
Quindi sarei portata a scegliere "rapporto qualità-prezzo".
Cosa ne pensate?
spero anzitutto di aver scelto l'area corretta per questo filone.
Mi domandavo quale fosse la corretta dicitura per l'espressione "rapporto qualità prezzo".
Così, ho fatto una veloce ricerca sulle occorrenze in Internet. Mi è parso di vedere che più comunemente si scriva "rapporto qualità/prezzo", che però a ben vedere secondo me non è corretto. Correggetemi se sbaglio, ma ritengo che l'uso della barra obliqua sia indicato quando s'intende utilizzare uno dei due termini tra la barra o le barre, o si tratti magari di sinonimi.
Es.
Sostituire le persiane/tapparelle (o una o l'altra: il lettore sceglie quella che fa al caso proprio).
Colori disponibili: giallo/verde/rosso/grigio
Quindi sarei portata a scegliere "rapporto qualità-prezzo".
Cosa ne pensate?
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
- Animo Grato
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- Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11
La Sua osservazione sull'uso canonico della barra obliqua mi sembra ben argomentata, e quindi mi ha fatto sorgere qualche dubbio sulla liceità del suo impiego nell'espressione rapporto qualità/prezzo - fermarsi a pensare è sempre un errore! Ricambio il "favore" facendo notare che in questo caso potrebbe essere la presenza del termine rapporto a chiamare in causa, a ragione, la barra obliqua, perché si parla proprio del quoziente matematico tra due grandezze (in senso lato, ovviamente, visto che la qualità è difficilmente quantificabile). Insomma, se una cosa vale 10 e costa 5 e un'altra vale 10 e costa 10, la prima ha un rapporto qualità/prezzo superiore alla seconda, perché 2 (ovvero 10/5) > 1 (ovvero 10/10).
Riporto uno stralcio dalla definizione di rapporto fornita dal Treccani in rete (sottolineatura mia), e La lascio a rimuginarci sopra.
Riporto uno stralcio dalla definizione di rapporto fornita dal Treccani in rete (sottolineatura mia), e La lascio a rimuginarci sopra.
a. In matematica, r. tra due numeri, il loro quoziente; per es., il r. tra 6 e 3 (si dice anche r. di 6 a 3) è 6/3 o 6:3, cioè 2; r. tra due grandezze geometriche omogenee A e B (per es. due segmenti, due angoli, ecc.), la misura della prima grandezza rispetto alla seconda, presa come unità. [...]
b. Con sign. affine, il termine è usato anche nel linguaggio com. [...]
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
La ringrazio molto per la Sua risposta. Apprezzo veramente il Suo contributo. In effetti, l'uso potrebbe essere giustificato dal trasferimento del concetto matematico.
Sarebbe comunque interessante conoscere la forma migliore da usare.
Sarebbe comunque interessante conoscere la forma migliore da usare.
A te ricorro; e prego ché mi porghi mano
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
A trarmi fuor del pelago, onde uscire,
S'io tentassi da me, sarebbe vano.
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- Iscritto in data: sab, 06 set 2008 15:30
Quest'uso della sbarretta obliqua non è contemplato né nel Prontuario della Garavelli né nella Grammatica di Serianni; in sostanza, penso che non si possa neanche parlare di un uso pienamente ortografico, bensì [un prestito] matematico. Su quanto poi ne sia lecito l'uso nello scritto, ritengo sia caso affine a quello delle cifre, al posto delle lettere, per indicare i numeri.
Ultima modifica di PersOnLine in data dom, 10 ago 2014 17:30, modificato 1 volta in totale.
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
Dissento. Come in francese (il Petit Robert dà come grafia rapport qualité-prix), mi sembra piú corretto il trattino, visto che la qualità non è certo una grandezza matematica: rapporto qualità-prezzo.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Si può però quantificare con un'appropriata scala, e quindi trattarla matematicamente. L'unità di misura può anche comprendere una componente soggettiva, questo non ha importanza. Nei campi specialistici si trovano le unità di misura più strane, proprio per rendere possibili comunicazioni precise.Marco1971 ha scritto:Dissento. Come in francese (il Petit Robert dà come grafia rapport qualité-prix), mi sembra piú corretto il trattino, visto che la qualità non è certo una grandezza matematica: rapporto qualità-prezzo.
Ad esempio, c'è l'unità di misura della piccantezza dei perperoncini, usata sul mercato internazionale per la valutazione della merce, ed è espressa con numeri, ricavati da sensazioni riferite dagli assaggiatori. Analogamente alla "durezza" dei minerali, del resto, anch'essa numero che discende da una valutazione empirica.
In un certo ambito, si può dare un valore di qualità alla merce in base a parametri codificati.
Posta una merce di qualità 1 e un'altra di qualità 2, se ambedue hanno un prezzo unitario di 10, il rapporto qualità-prezzo sarà rispettivamente di 1/10 e 2/10, e sarà quindi confrontabile.
Decidere come formulare la scala dei valori di qualità, se dare valore basso a qualità alta o viceversa, è poi una mera convenzione - come tutta la matematica del resto - stabilita la quale acquisisce significato anche il rapporto "alto" o "basso".
La struttura di ragionamento che c'è dietro resta comunque di tipo matematico, e si presta a trattazione matematica.
Dal mio punto di vista si tratta di una espressione linguistica. Dove gli eventuali agganci matematici sono del tutto incidentali. La barra obliqua (/) segna un'alternanza, mentre il trattino (-) congiunge/associa.
Scusino, ma trovo corretto solo quest'ultimo.
A rigore, qualità/prezzo si potrebbe intendere 'qualità o prezzo'.
Può darsi però che per ragioni di comunicazione pubblicitaria risulti più efficace la barra.
Scusino, ma trovo corretto solo quest'ultimo.
A rigore, qualità/prezzo si potrebbe intendere 'qualità o prezzo'.
Può darsi però che per ragioni di comunicazione pubblicitaria risulti più efficace la barra.
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
La sbarretta segnala alternanza tra due possibilità (Serianni I.241) e il trattino si usa per un qualsiasi rapporto di relazione (Serianni I.234).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Vediamo. Se dovesse scrivere qualcosa sul 'rapporto italiano-latino' come lo scriverebbe? O sulle 'divisioni Bianchi-Neri'? (bianchi:neri?)
Non c'è nulla di diverso, non si tratta di scrivere una formula matematica, ma soltanto una frase italiana dove i simboli non possono avere un'interpretazione matematica, ma soltanto linguistica. E in campo linguistico gli stessi segni hanno significati e usi diversi.
Volendo essere pignoli, la divisione si segna con due punti (:) e la barra obliqua equivale a "tale che".
Ciò non toglie, comunque, che in un manifesto pubblicitario si possa scrivere qualità/prezzo, ma credo che sia veramente sconsigliabile scriverlo in una tesi o in altri documenti ufficiali.
Non c'è nulla di diverso, non si tratta di scrivere una formula matematica, ma soltanto una frase italiana dove i simboli non possono avere un'interpretazione matematica, ma soltanto linguistica. E in campo linguistico gli stessi segni hanno significati e usi diversi.
Volendo essere pignoli, la divisione si segna con due punti (:) e la barra obliqua equivale a "tale che".
Ciò non toglie, comunque, che in un manifesto pubblicitario si possa scrivere qualità/prezzo, ma credo che sia veramente sconsigliabile scriverlo in una tesi o in altri documenti ufficiali.
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- Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09
In un testo italiano "serio" scriverei - e scrivo - "il rapporto fra qualità e prezzo", così come scriverei "ventisette pagine" e "il Trecento".
In un testo tecnico in cui sto considerando delle precise quantità, mi porrei invece il problema della formula abbreviata.
Quello fra Italiano e Latino non è un "rapporto" matematico, ma una relazione fra lingue, con tutta la complessità conseguente.
In un testo tecnico in cui sto considerando delle precise quantità, mi porrei invece il problema della formula abbreviata.
Quello fra Italiano e Latino non è un "rapporto" matematico, ma una relazione fra lingue, con tutta la complessità conseguente.
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