Ferdinand Bardamu ha scritto:In altri casi, ho osato, in articoli di giornale.
Io oserei anche in libri tecnici (poi in fondo inserirei un glossario).
Ritornando in tema, se dovessi scrivere un articolo, userei un termine italiano e, se lo ritengo necessario per la corretta comprensione, metterei tra parentesi e in corsivo fact checking.
Il problema sa qual è? Che si fosse importato solo il concetto, rivestendolo d’italiano, non staremmo qui a discuterne. Del resto, verifica delle informazioni non abbisogna di glosse, nemmeno in italiano. Se mi dovesse capitare di parlarne, io scriverei solo verifica delle informazioni, quindi.
Piú difficoltosa è la traduzione di fact checker, il nomen agentis. Verificatore (d’informazioni)? La questione però è meno pressante, perché non sembra che ci sia questa figura nelle redazioni italiane (ma posso sbagliarmi).
Ferdinand Bardamu ha scritto:La traduzione piú ovvia è verifica delle informazioni (correggetemi se sbaglio, ma in questo caso fatti mi suona come calco dall’inglese).
A me il banale "verifica dei fatti" suona benissimo. Caso mai, dovrebbero essere gli anglofoni a sentire un profumo esotico in fact, e dire checking of what's been done.
Apani ha scritto:Risollevo il tema per segnalare la riapparsa del forestierismo.
È un neologismo di suo conio? Abbiamo già riapparizione e ricomparsa.
Oggi com'oggi non si sente dire dieci parole, cinque delle quali non sieno o d'oltremonte o nuove, dando un calcio alle proprie e native. (Fanfani-Arlìa, 1877)