«Vado con la morosa» ~ «vado con la mia morosa»

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bubusettete
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«Vado con la morosa» ~ «vado con la mia morosa»

Intervento di bubusettete »

Ciao a tutti! E grazie in anticipo a chi risponderà a questo filone.

La domanda che voglio porvi è riguardo alla seguente frase: "vado con la morosa a..." o "vado con la mia morosa a...".

Cosa pensate dell'aggettivo possessivo "mia" prima di "morosa"?

PS: so che l'utilizzo della parola morosa è principalmente diffuso nel nord-Italia, dove spesso questa parola è utilizzata in un contesto colloquiale-dialettale (correggetemi se sbaglio), per cui chiederei l'opinione a persone originarie del nord.

Grazie mille
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Innanzitutto, benvenuto! :)

L’uso dell’aggettivo possessivo non è strettamente necessario in questo caso. L’articolo determinativo basta infatti a definire, in concorso con il contesto, che si tratta della morosa del parlante.

Morosa è, per l’appunto, colloquiale e regionale (settentrionale), ma va benissimo. Rammenti quel passo dei Promessi Sposi: «egli pensa alla morosa, ma io penso alla pelle».
bubusettete ha scritto:PS: so che l'utilizzo della parola morosa è principalmente diffuso nel nord-Italia, dove spesso questa parola è utilizzata in un contesto colloquiale-dialettale (correggetemi se sbaglio), per cui chiederei l'opinione a persone originarie del nord.
Spero che non se la prenda se le faccio due piccolissimi appunti. Post scriptum si abbrevia in P.S.; utilizzo e utilizzare sono ormai troppo diffusi per essere condannati, ma si ricordi anche dei piú brevi uso e usare. A rigore, poi, utilizzare avrebbe pure un significato lievissimamente diverso da usare, ma sono sottigliezze.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Qui si dice «con la mi' ragazza»; immagino che con una parola più tipica del Settentrione come morosa (che tuttavia, dall'esempio manzoniano, immagino fosse usata in qualche modo anche in Toscana) si possa tranquillamente omettere l'articolo.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Sí, è vero: con un possessivo e mamma, papà, ma anche morosa, al Norde in genere si omette l’articolo. Qui da me comunemente si dice mia mamma, mia morosa, non la mia mamma, la mia morosa.
bubusettete
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Intervento di bubusettete »

Grazie mille!

Ad ogni modo, chiunque altro volesse esprimere il suo punto di vista è bene accetto!

Buon fine settimana
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto:con un possessivo e mamma, papà, ma anche morosa, al Norde in genere si omette l’articolo. Qui da me comunemente si dice mia mamma, mia morosa, non la mia mamma, la mia morosa.
In lingua, l'articolo determinativo con i nomi di parentela dovrebbe seguire le regole del toscano: quindi la mia mamma, il mio babbo, il mio figliolo, però mio padre, mia madre, mio figlio. Ho qualche dubbio con papà, ma in lucchese, dove si usa la forma simile pappà, c'è l'articolo.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto:In lingua, l'articolo determinativo con i nomi di parentela dovrebbe seguire le regole del toscano: quindi la mia mamma, il mio babbo, il mio figliolo, però mio padre, mia madre, mio figlio. Ho qualche dubbio con papà, ma in lucchese, dove si usa la forma simile pappà, c'è l'articolo.
Ovviamente ha ragione. In buon italiano, si dovrebbe dire la mia mamma. Credo però che in tutta l’Italia settentrionale si dica spontaneamente, in italiano, mia mamma (e mio papà, mia morosa).

A questo riguardo, qui ho ricopiato un passo della grammatica del Serianni e della grammatica storica del Rohlfs.
bubusettete
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Intervento di bubusettete »

In realtà il mio dubbio era principalmente legato all'aggettivo possessivo, non all'articolo, per esempio:

- vado al cinema con la morosa
- vado al cinema con la mia morosa

Grazie!
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Ovviamente ha ragione. In buon italiano, si dovrebbe dire la mia mamma. Credo però che in tutta l’Italia settentrionale si dica spontaneamente, in italiano, mia mamma (e mio papà, mia morosa).
Io negli ultimi vent'anni sono passato al modello settentrionale (me ne sono accorto negli ultimi anni): tendenzialmente dico "mio babbo", "mia mamma".
I due suddetti continuano a usare entrambi l'articolo, così come tutti quelli della loro età.
Anche di questo mi sono accorto di recente, mi suona naturale in entrambe le maniere. Voglio ascoltare meglio quelli della mia età e i più giovani, per capire se è stato un cambiamento personale o generazionale.

Continuo a usare l'articolo per i nonni, forse perché gli stessi risalgono a un'epoca precedente. Il termine "figliolo", invece, non riesco a concepirlo senza l'articolo.

La fidanzata, qui, è detta "ragazza" ("la mia ragazza" "il suo ragazzo" etc).
In Romagna invece è molto diffuso "morosa", ma anche lì l'articolo non manca. Non mi è mai capitato di sentire "viene anche mia morosa".
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

bubusettete ha scritto:In realtà il mio dubbio era principalmente legato all'aggettivo possessivo, non all'articolo…
E siamo riusciti a dissiparglielo? Sennò, ce lo faccia pure sapere. :)
valerio_vanni ha scritto:La fidanzata, qui, è detta "ragazza" ("la mia ragazza" "il suo ragazzo" etc).
In Romagna invece è molto diffuso "morosa", ma anche lì l'articolo non manca. Non mi è mai capitato di sentire "viene anche mia morosa".
Interessante. Lei, se non ricordo male, si trova suppergiú sopra la linea La Spezia-Ancona. Dico bene?

Qui da me, invece, non usiamo proprio gli articoli, nemmeno con nonna (mia nonna, tuo nonno).
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u merlu rucà
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Intervento di u merlu rucà »

Anche in Liguria senza articolo: mio papà, mia mamma, mio nonno.
Largu de farina e strentu de brenu.
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Carnby
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Intervento di Carnby »

bubusettete ha scritto:In realtà il mio dubbio era principalmente legato all'aggettivo possessivo, non all'articolo, per esempio:

- vado al cinema con la morosa
- vado al cinema con la mia morosa
Andare al cinema con la ragazza si dice anche qui. Però si può creare qualche equivoco.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ferdinand Bardamu ha scritto:
valerio_vanni ha scritto:La fidanzata, qui, è detta "ragazza" ("la mia ragazza" "il suo ragazzo" etc).
In Romagna invece è molto diffuso "morosa", ma anche lì l'articolo non manca. Non mi è mai capitato di sentire "viene anche mia morosa".
Interessante. Lei, se non ricordo male, si trova suppergiú sopra la linea La Spezia-Ancona. Dico bene?
Sì, è una zona ibrida linguisticamente. A volte vedo anche delle isoglosse che girano dentro casa ;-)
La frase in grassetto, però, è relativa alla Romagna.
Qui da me, invece, non usiamo proprio gli articoli, nemmeno con nonna (mia nonna, tuo nonno).
Temo che l'eccezione dei nonni sia una stranezza mia, all'interno di un'altra stranezza. Una volta usavo gli articoli anche per i genitori.

Ma direste "viene mia morosa" o "viene mia ragazza"? A me danno l'impressione di frasi pronunciate da stranieri.
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Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

valerio_vanni ha scritto:Ma direste "viene mia morosa" o "viene mia ragazza"? A me danno l'impressione di frasi pronunciate da stranieri.
«Viene mia morosa» sí, viene *«viene mia ragazza» no, anche perché ragazza non fa parte della mia competenza nativa: è una parola che ho appreso con l’italiano.

Si tratta di un’influenza di sostrato: in dialetto direi «vien me morosa». Ragazza nel mio dialetto è butèla o buteleta, ma non si usa per riferirsi alla morosa, bensí a una giovane donna. Potrebbe dirlo una mamma parlando di sua figlia.
valerio_vanni
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Intervento di valerio_vanni »

Ferdinand Bardamu ha scritto:«Viene mia morosa» sí, viene *«viene mia ragazza» no, anche perché ragazza non fa parte della mia competenza nativa: è una parola che ho appreso con l’italiano.

Si tratta di un’influenza di sostrato: in dialetto direi «vien me morosa».
Sulla maggior parte del territorio comunale il dialetto [1] è romagnolo, ma l'articolo è decisamente presente. «E mi bab, la mi mama, e su fió, la su fióla» (ortografia approssimativa). Essendo però una zona di confine, non sono sicuro che questo valga anche per i dialetti romagnoli di pianura.

[1] Diciamo "quello che ne rimane": la mia generazione (40) lo capisce ma è troppo giovane per parlarlo.
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