«Mi taccio»
Moderatore: Cruscanti
«Mi taccio»
Sento: "fatemi dire questa cosa, poi MI TACCIO". Verrebbe da dire " di che ti tacci? Di delinquente?"
Uno non "si tace". Tace. E basta.
Quando s'ordina di tacere si dice "taci!". Non "taciti!" né "taccia!".
Che sappia, il verbo è intransitivo, ma non è mai riflessivo. E tacciare è un verbo diverso da tacere.
A Loro la palla.
Uno non "si tace". Tace. E basta.
Quando s'ordina di tacere si dice "taci!". Non "taciti!" né "taccia!".
Che sappia, il verbo è intransitivo, ma non è mai riflessivo. E tacciare è un verbo diverso da tacere.
A Loro la palla.
Saluto gli amici, mi sono dimesso. Non posso tollerare le contraffazioni.
Certamente, nell'uso comune è sempre tacere senz'altro aggiunto.
La particella pronominale fa parte d'un uso squisitamente letterario, come ci informa il Treccani (e come possiamo verificare nella vasta nostra letteratura):
Nell’uso letter., rafforzato con la particella pron.: il sinistro ululare delle sirene finalmente si tacque; per che quella sì grata un giorno ... Cetra si tace ...? (Parini).
La particella pronominale fa parte d'un uso squisitamente letterario, come ci informa il Treccani (e come possiamo verificare nella vasta nostra letteratura):
Nell’uso letter., rafforzato con la particella pron.: il sinistro ululare delle sirene finalmente si tacque; per che quella sì grata un giorno ... Cetra si tace ...? (Parini).
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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- Iscritto in data: mar, 19 set 2006 15:25
Bisognerebbe farlo sapere alla folta schiera di politici che "bazzicano" i vari studi radiotelevisivi.Marco1971 ha scritto:Assolutamente inadoperabile fuori di un contesto letterario, certo.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
Lo ha usato anche l'ex Presidente della Repubblica Napolitano una volta.Fausto Raso ha scritto:Bisognerebbe farlo sapere alla folta schiera di politici che "bazzicano" i vari studi radiotelevisivi.
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