Trapassato o passato prossimo?

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Moderatore: Cruscanti

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patrizio
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Trapassato o passato prossimo?

Intervento di patrizio »

Buonasera, nella fase: "Quando arriva l'inverno la cicala non ha da mangiare perché aveva passato tutta l'estate a cantare invece di fare provviste". È corretto l'uso del trapassato prossimo o si dovrebbe usare il passato prossimo (ha passato)? Grazie mille.
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marcocurreli
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Iscritto in data: ven, 25 set 2009 22:36
Località: Cagliari

Intervento di marcocurreli »

Secondo me son giusti entrambi (ma potrei sbagliarmi).

A proposito:
Chiedo scusa alla favola antica
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto non vende, regala.

[Alla formica (Gianni Rodari)]
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Animo Grato
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Re: Trapassato o passato prossimo?

Intervento di Animo Grato »

Io avrei usato solo il passato prossimo.

A proposito dell'a proposito di Marco Curreli: io invece starei dalla parte della cicala che si facesse pagare per cantare. Così oggi i musicisti, quando alla domanda «Tu cosa fai?» rispondono: «Suono», non si sentirebbero ribattere: «Sì, ma di lavoro?» :evil:
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Fausto Raso
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Intervento di Fausto Raso »

Anch'io avrei usato il passato prossimo. Concordo, quindi, con Animo Grato.
«Nostra lingua, un giorno tanto in pregio, è ridotta ormai un bastardume» (Carlo Gozzi)
«Musa, tu che sei grande e potente, dall'alto della tua magniloquenza non ci indurre in marronate ma liberaci dalle parole errate»
patrizio
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Iscritto in data: ven, 08 mag 2015 19:13

Intervento di patrizio »

Grazie mille, ma il trapassato non va bene neanche se si considera quell'arriva come un presente storico? Grazie di nuovo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

No, non va bene, perché quand'anche fosse un presente storico, allora anche il passato prossimo diventa storico. Cioè, la correlazione temporale va rispettata. Le due possibilità sono queste:

(1) Quando arriva l'inverno la cicala non ha da mangiare perché ha passato tutta l'estate a cantare invece di fare provviste.

(2) Quando arrivò l'inverno la cicala non aveva da mangiare perché aveva passato tutta l'estate a cantare invece di fare provviste.
Ultima modifica di Marco1971 in data mer, 25 nov 2015 21:14, modificato 1 volta in totale.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
valerio_vanni
Interventi: 1312
Iscritto in data: ven, 19 ott 2012 20:40
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Intervento di valerio_vanni »

Marco1971 ha scritto:(2) Quando arrivò l'inverno la cicala non ha da mangiare perché aveva passato tutta l'estate a cantare invece di fare provviste.
Quel presente "non ha da mangiare" non sta bene, lì ci vorrebbe un passato remoto (o un imperfetto).
Ivan92
Interventi: 1416
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Intervento di Ivan92 »

valerio_vanni ha scritto: Quel presente "non ha da mangiare" non sta bene
Non sono in grado d'esprimere un giudizio così categorico, ma suona male anche a me. :roll:
Avatara utente
Animo Grato
Interventi: 1384
Iscritto in data: ven, 01 feb 2013 15:11

Intervento di Animo Grato »

valerio_vanni ha scritto:Quel presente "non ha da mangiare" non sta bene
Credo che si tratti di una banale svista.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
Interventi: 10445
Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Intervento di Marco1971 »

Sí, grazie di averla segnalata, ho corretto. Avevo fatto un copincolla della frase dimenticando di modificare il tempo nella seconda frase. :oops:
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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