Treccani, «L’italiano sta bene: vivo e imbarbarito»

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Ferdinand Bardamu
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Treccani, «L’italiano sta bene: vivo e imbarbarito»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Vi propongo quest’articolo sul sito del Treccani, scritto dalla professoressa Roberta D’Alessandro. Vi si sostiene, in sostanza, che le lamentele di chi vorrebbe limitare l’introduzione di vocaboli inglesi sono infondate, perché i forestierismi che importiamo sono automaticamente adattati alle strutture della nostra lingua.

La cosa, come sappiamo, è vera solo in parte, sicché affermazioni come questa:
  • E come la mettiamo con la stepchild? Non si potrebbe usare configlio? Si potrebbe, certamente, ma non si capisce perché si dovrebbe: anche stèpciaild è una parola italiana.
mi sembrano difficilmente accettabili: se l’abbreviatura dell’espressione inglese è certamente una forma d’adattamento (finalmente qualcuno che se n’accorge!), morfologicamente e fonologicamente non ci potrebbe essere parola piú lontana dall’essere italiana.

Mi stupisce, poi, che, del Machiavelli, la professoressa non abbia citato il piú interessante passo del Discorso intorno alla nostra lingua che sta nella firma del nostro Marco: «Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro». Se è vero che l’italiano ha (per fortuna!) un residuo potere d’adattamento, è altrettanto vero che esso non può essere paragonato a quello che aveva secoli fa: sicché affermare che stèpciaild è una parola italiana soltanto perché ha subito un banale adattamento di carattere sintattico è quanto meno bizzarro. Senza contare che la parola è comprensibile solo alla ristretta cerchia d’italiani che masticano un po’ d’inglese. Che ne pensate?
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Animo Grato
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Re: Treccani, «L’italiano sta bene: vivo e imbarbarito»

Intervento di Animo Grato »

Ferdinand Bardamu ha scritto:Che ne pensate?
Penso che il Suo intervento m'abbia risparmiato il fastidio di leggere l'articolo della sig.ra D'Alessandro. :wink:
Il giorno in cui stepchild diventasse stecciaio, potremmo dire di avere una nuova parola italiana.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
«E non piegherò certo il mio italiano a mere (e francamente discutibili) convenienze sociali». Infarinato
«Prima l'italiano!»
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Carnby
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Re: Treccani, «L’italiano sta bene: vivo e imbarbarito»

Intervento di Carnby »

Ferdinand Bardamu ha scritto: sicché affermare che stèpciaild è una parola italiana soltanto perché ha subito un banale adattamento di carattere sintattico
:shock: Semmai fonotattico. Bisogna comunque considerare valido il terzo sistema fonologico dell'italiano che permette l'uscita in consonante. Ma come facciamo con il nesso --?
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Ferdinand Bardamu
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Re: Treccani, «L’italiano sta bene: vivo e imbarbarito»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Carnby ha scritto:
Ferdinand Bardamu ha scritto: sicché affermare che stèpciaild è una parola italiana soltanto perché ha subito un banale adattamento di carattere sintattico
:shock: Semmai fonotattico.
Mi riferivo all’accorciamento di stepchild adoption in stepchild, ma mi accorgo che l’adattamento grafico può averla tratta in inganno. :oops:
Teo
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Intervento di Teo »

L'articolo è chiaramente antipuristico in modo assoluto. Non ne condivido tutte le tesi, ovviamente, ma soprattutto per le prime osservazioni, vorrei aggiungere un ulteriore rilievo. L'autrice nota giustamente che in passato i puristi censuravano i francesismi adattati al sistema fonotattico dell'italiano con la stessa veemenza (anzi, pure di più) con cui gli anti-anglicisti di oggi condannano gli anglicismi non adattati. Tra di essi, figuravano "massacro", "scialuppa", "salvataggio", "rotta". Come ho sostenuto più volte, se i puristi fossero stati meno ottusi allora e avessero accettato i francesismi e gli anglicismi adattati, come peraltro avevano fatto anche Dante (per i francesismi di allora) e Foscolo, oggi forse la battaglia contro gli anglicismi non adattati sarebbe più facile, perché il purismo non si sarebbe coperto di ridicolo.
Mi piacerebbe sentire in merito il parere di Fausto Raso. Peccato che ogni volta che l'ho interpellato in proposito si sia sottratto al confronto, anche quando gli ho fatto presente dell'assurdità di riportare e quasi condividere (come fece Gabrielli) la condanna del verbo "eliminare" come francesismo, dato che, oltre alla schietta origine latina, lo usavano anche Manzoni e Carducci.
Teo Orlando
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Carnby
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Intervento di Carnby »

Teo ha scritto:L'autrice nota giustamente che in passato i puristi censuravano i francesismi adattati al sistema fonotattico dell'italiano con la stessa veemenza (anzi, pure di più) con cui gli anti-anglicisti di oggi condannano gli anglicismi non adattati. Tra di essi, figuravano "massacro", "scialuppa", "salvataggio", "rotta".
C'è una differenza grande quanto una montagna tra scialuppa e stepciaild e non importa essere puristi o antipuristi, linguisti o semplici italofoni per accorgersene.
Teo
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Intervento di Teo »

Carnby ha scritto:C'è una differenza grande quanto una montagna tra scialuppa e stepciaild e non importa essere puristi o antipuristi, linguisti o semplici italofoni per accorgersene.
Già, ma per i puristi di 150, o anche 50 anni fa (vedi il troppo decantato Gabrielli, su questo forum: delle sue opere lessicografiche Raffaele Simone recentemente mi ha detto che erano una "porcheria". Forse ha esagerato un po', ma secondo me il suo ottuso veteropurismo ha provocato più danni che benefici, impedendo di prendere in considerazione un'intelligente politica di avversione ai forestierismi non adattati), le cose non stavano così: per loro anche "scialuppa" era un "abominevole francesismo", come si esprimevano con linguaggio tanto pittoresco quanto ridicolo.
Teo Orlando
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Teo ha scritto:Come ho sostenuto più volte, se i puristi fossero stati meno ottusi allora e avessero accettato i francesismi e gli anglicismi adattati, come peraltro avevano fatto anche Dante (per i francesismi di allora) e Foscolo, oggi forse la battaglia contro gli anglicismi non adattati sarebbe più facile, perché il purismo non si sarebbe coperto di ridicolo.
In che senso sarebbe più facile? Nel senso che saremmo in grado di adattare a destra e a manca o che si accetterebbe ogni anglicismo non adattato senza alcuna téma?
Teo
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Intervento di Teo »

Ivan92 ha scritto:
Teo ha scritto:Come ho sostenuto più volte, se i puristi fossero stati meno ottusi allora e avessero accettato i francesismi e gli anglicismi adattati, come peraltro avevano fatto anche Dante (per i francesismi di allora) e Foscolo, oggi forse la battaglia contro gli anglicismi non adattati sarebbe più facile, perché il purismo non si sarebbe coperto di ridicolo.
In che senso sarebbe più facile? Nel senso che saremmo in grado di adattare a destra e a manca o che si accetterebbe ogni anglicismo non adattato senza alcuna téma?
Ovviamente no! Né l'una né l'altra. Ma ha letto bene quanto ho scritto?
La strada giusta l'aveva additata Bruno Migliorini con la sua cosiddetta "glottotecnica". Se il purismo fosse stato una cosa ragionevole, non avremmo avuto anatemi idioti e considerati da molti espressione di nazionalismo reazionario contro verbi come "funzionare" o "controllare". Così i puristi sarebbero stati ritenuti non dei linguaioli pedanti e anacronistici, ma dei ragionevoli sorveglianti della lingua e oggi contrastare gli anglicismi non adattati sarebbe una prassi più accettata anche negli ambienti scientifici.
Teo Orlando
Ivan92
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Intervento di Ivan92 »

Teo ha scritto:Ovviamente no! Né l'una né l'altra. Ma ha letto bene quanto ho scritto?
La strada giusta l'aveva additata Bruno Migliorini con la sua cosiddetta "glottotecnica". Se il purismo fosse stato una cosa ragionevole, non avremmo avuto anatemi idioti e considerati da molti espressione di nazionalismo reazionario contro verbi come "funzionare" o "controllare". Così i puristi sarebbero stati ritenuti non dei linguaioli pedanti e anacronistici, ma dei ragionevoli sorveglianti della lingua e oggi contrastare gli anglicismi non adattati sarebbe una prassi più accettata anche negli ambienti scientifici.
Sono d'accordo con Lei. Però Carnby non ha tutti i torti: cioè, di là dall'ignobile trattamento che i puristi hanno riservato ai termini di cui sopra, uno si dovrebbe accorgere che c'è differenza tra scialuppa e stepciaild. Se non si riconosce questo, siamo sconfitti ancor prima di partire, e non è questione di purismo o antipurismo.
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