«Crack» (gergo sportivo)

Spazio di discussione su prestiti e forestierismi

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Ferdinand Bardamu
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«Crack» (gergo sportivo)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Anche il linguaggio dei giornalisti sportivi si va sempre piú «arricchendo» di forestierismi (inutili). L’ultimo che mi è capitato di sentire è crack, che significa pressappoco ‹fenomeno, fuoriclasse, ecc.›. Eccone un esempio:
  • Proprio i soldi spesi dal club per l'acquisto sono un fardello pesante da portare, specie se in tutto un anno collezioni 9 presenze e segni solo al Bologna: decisamente poco per un attaccante pagato quasi 30 milioni di euro e considerato il nuovo crack del calcio brasiliano, ecco perché Gabigol si fa chiamare sempre meno spesso con il suo nome d'arte e più volentieri con il suo vero nome, Gabriel Barbosa. (FONTE, grassetto mio)
Quest’anglismo non è però una novità nel gergo giornalistico. Ne ho trovato un’occorrenza pure in un articolo della Repubblica datato 1988:
  • E' davanti a Vialli, è il cannoniere di questa piccola Coppa, nove reti in otto partite, la media-gol è impressionante, ma se le cifre si estendono a tutta l'estate, ecco che per Baggio diventa un trionfo. Ha fatto gol amichevoli al Casteldelpiano, al Poggibonsi, alla Lucchese (prima delle quattro doppiette finora realizzate,), al Torino. E poi quasi sempre in Coppa Italia, all'Avellino, alla Virescit, all'Ancona, all'Udinese, infine all'Inter. Siamo di fronte al nuovo crack del calcio italiano. La Fiorentina lo acquistò dal Vicenza per poco meno di tre miliardi. Lo prese nonostante la rottura dei legamenti. (FONTE, grassetto mio)
Una volta, insomma, le promesse diventavano fuoriclasse, oggi i prospetti diventano crack. :roll:
Avatara utente
GFR
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Intervento di GFR »

Tutto sommato il crack mi sembra poco pericoloso‚ stante la presenza consolidata del crac con significato opposto. A meno di cercare giochi di parole: il crack ha fatto crac.
Il closing invece, secondo me, è perfido e insinuante. Lo ha usato persino il dottor Berlusconi in un’intervista.
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