u merlu rucà ha scritto:Nel ligure la situazione è simile a quella del veneto:
bon "buono", parlà "parlare"
Premesso che so ben poco sui dialetti veneti, se non quanto si trova sui manuali, e che mi rendo conto che “simile”, forse, non significa identico, credo che l'importante, almeno per me, non sia tanto la forma irreprensibile di una frase quanto la voglia di capire effettivamente come stanno le cose.
Allora, è chiaro che, nel caso di ['-nV] (V rappresenta una vocale diversa da [a]), si ha lo stesso esito. Chiarisco, inoltre, che nei dialetti di tipo genovese, nell'esempio riferito, si ha bun ['buŋ] con anafonesi. Ma, per quanto concerne ['-rV] (V sempre diversa da [a]), no. I manuali danno, per i dialetti veneti, ['mal], ['kwɔr], [niŋ'sjol] = lenzuolo, [kae'gɛr] = calzolaio, mentre nei dialetti liguri - tranne eccezioni di punti davvero isolati – si hanno, rispettivamente, ['ma:] = male/-i, ma anche mare/-i, ['kø:] = cuore/-i, [leŋ'sø:] - sing e plur. -, [kai'ga:] - sing. -. Prendiamo un esempio facile: “male” o “mare”. L'r era già un approssimante: ['ma:le]>['ma:ŕe]>['ma:ŕə]>['ma:ŕ]>(['ma:ə]>)['ma:a]>['ma:]. L'approssimante è diventato vocale e si assimila al timbro contiguo. Lo stesso è accaduto per “cuore”, “lenzuolo” e “calzolaio” e la transizione evolutiva risulta del tutto analoga. Non mi risulta che questi processi evolutivi si siano verificati nel veneto. Le trascrizioni valgono, letteralmente, per i dialetti di tipo genovese, ma “concettualmente” per tutti i dialetti liguri.
Tra l'altro, non credo neppure che la "caduta" di [o] dopo [l/r], che si verificò in [niŋ'sjol] = lenzuolo e [kae'gɛr] = calzolaio, sia generalizzabile nei dialetti veneti.
Quando menzionavo punti liguri isolati pensavo alla località, spesso citata, di Pigna, in cui, effettivamente, nei casi riferiti, permane una specie di "-r", cioè un fonema approssimante. Che nel resto della Liguria, come detto, "scomparve" (vocalizzandosi). Ma anche a Pigna non si tratta altro che del normale esito intervocalico ligure di [-r-] che interviene in qualsiasi posizione. Infatti, anche in "cuore" [-r-], originariamente, era sì intervocalico, ma non finale. E' lo stesso identico processo evolutivo per cui, in genovese ormai desueto, si pronunciava æn-a ['ɛŋa] - cioè a(r)ena, la sabbia -.
Gli esperti di veneto potrebbero fornire qualche chiarimento.