(1) Me n'ero accorto.Marco1971 ha scritto:Anzitutto, rettifico due cose: (1) ho dimenticato il che nell’esempio 2, e (2) non è vero che in nessun caso il passato remoto possa esprimere anteriorità.

(2) Sono sollevato da questa Sua affermazione, ero già pronto a debellare per sempre il passato remoto in favore del trapassato...

Sono d'accordissimo con i quattro casi su esposti, un po' meno sul "semplificare": siamo in una piazza di discussione sulla nostra amata lingua, quindi non vedo perché "semplificare" quando si può [e si dovrebbe] approfondire.Marco1971 ha scritto:Per semplificare, io consiglierei di evitare l’uso del passato remoto nella lingua parlata (per i parlanti nella cui varietà d’italiano questo tempo non è adoperato spontaneamente) e di attenersi alla regola secondo la quale l’anteriorità si esprime (all’indicativo):
(1) Col passato prossimo in dipendenza dal presente (So che hai detto la verità);
(2) Col futuro anteriore in dipendenza dal futuro semplice (Dopo che avrai detto la verità, me ne andrò);
(3) Col trapassato prossimo in dipendenza da un tempo passato (Sapevo che avevi detto la verità);
(4) Col trapassato remoto in dipendenza dal passato remoto (Appena fu partito, rivelai la verità).

Unico appunto, in dipendenza dal presente non può esserci anche l'imperfetto e il passato remoto? La frase tra parentesi nel punto (1) del Suo specchietto può riferirsi tutta al presente: «So che [adesso/oggi/prima] hai detto la verità.»; per questo, se è passato molto piú tempo e il fatto non è piú sentito come focale, la frase «So che disse la verità.», in luogo di «So che aveva detto la verità.», non dovrebbe essere accettata grammaticalmente?
Ultimo esempio, «So che ha detto la verità su ciò che aveva fatto.» mi pare ineccepibile, ma anche [per i motivi suddetti] «So che disse la verità su ciò che ebbe fatto[sottintendendo: «, ma ora è passato molto tempo e non ha piú alcuna importanza.»].» («ebbe fatto», non «fece», perché il dire viene dopo il fare).
Poi, perché sconsiglia l'uso nel parlato di un tempo della nostra lingua che ha le sue qualità, anche là dove sarebbe corretto utilizzarlo appetto agli altri tempi composti e no, con la giustificazione del solo perché adoperato da un numero ristretto di persone in quel territorio?
Condivido appieno la premessa della presente parte di citazione, tuttavia non comprendo invece l'arbitraria scelta di consigliare ed invogliare i parlanti ad adeguarsi al “dialetto” (nel senso di adeguarsi al modello d'uso della lingua del proprio territorio) anziché, al contrario, a imparare il corretto utilizzo dell'italiano in tutte le sue forme, con tutte le sue sfumature, portando poi con sé un linguaggio chiaro, limpido, corretto e inequivocabile in tutta la penisola. (Senza nulla togliere alla bellezza di tutti i dialetti nostrani, ma o si parla in dialetto o si parla in italiano. Per me c'è molta differenza.)Marco1971 ha scritto:Nella lingua scritta, anche non letteraria, il passato remoto si può adoperare per riferirsi a un fatto sentito come psicologicamente slegato dalla situazione presente, ad esempio:
(5) Ricordo che in quel tempo avvenne un tragico incidente.
Frase, questa, che potrebbe anche essere pronunciata in una conversazione – in quelle varietà d’italiano in cui il passato remoto è parte integrante del sistema verbale.
Concludo con un’osservazione semplice ma importante: è sempre buona norma scegliere il modo in cui ci si esprime in funzione del contesto e del destinatario, non solo per una comunicazione efficace, ma anche per vivere in pace.![]()
Ultimo punto per me oscuro è "l'esprimersi in funzione del destinatario, sia per una comunicazione efficace sia per vivere in pace"


La ringrazio della correzione.Marco1971 ha scritto:P. S.: Tra le frasi da lei proposte, l'unica corretta è la (2b).

D'accordo, io pure non direi mai "ieri venisti".Marco1971 ha scritto:So che ci fu un inizio del mondo ci può stare, ma So che ieri venisti a casa mia? Chi pronuncerebbe mai questa frase?
Beh, detta cosí senza contesto, sono d'accordo; però in un contesto adatto non mi sembra "innaturale". Forse, sostituirei "prima" con «in anticipo» o, come ha fatto Lei, «prima del previsto». Personalmente, non do mai troppo peso agli esempi nei testi, dopotutto, non hanno la pretesa di essere idiomatici, bensí devono essere corretti grammaticalmente e indicativi della norma a cui fanno riferimento.Marco1971 ha scritto:Carla dice che Anna partí per le vacanze prima.
Non so voi, ma per me è una frase alquanto innaturale. Io direi Carla dice che Anna è partita per le vacanze prima del solito/prima del previsto.
