Non avevo letto
questa pagina tratta dall’
Enciclopedia dell’italiano Treccani che contiene una marea di errori e imprecisioni. Mi fermo solo alle considerazioni sul toscano, che conosco abbastanza bene.
Luciano Romito ha scritto:In Toscana sono diversi i nessi sentiti come difficili. Essi sono soprattutto quelli il cui secondo segmento è una nasale o una laterale come in [zm], [pl], [tm] e [gl].
Per cominciare, /zm/ non pone particolari problemi in toscano; i nessi /pl-, bl-, -tl-, kl-, gl-/ nella parlata rustica passano a /-pr-, -br-, -kr-, -gr-/ (/tl/ è raro e *
atreta e *
atrante, seppur possibili, non li ho mai sentiti), mentre nel registro più formale restano intatti. Le parole che presentavano questi nessi in latino o nelle lingue germaniche hanno subito la palatilzzazione (
più,
bianco,
chiave,
ghiotto) tra il V e il VII secolo; più tardi una nuova palatalizzazione di /-lt-/ e nessi simili ha dato origine a forme come
aittro >
attro,
aimmeno,
uitimo >
utimo e anche
puicce >
pucce. Tutti questi fenomeni non sono più produttivi. Il nesso /tm/ va considerato insieme a /ps-, -kt-, -pt-/, ovvero estraneo all’italiano «trecentesco» e come tale soggetto naturalmente all’assimilazione nel registro rustico.
Luciano Romito ha scritto:In Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Salento, Sicilia, Lazio, Abruzzo e Molise oltre al nesso [tm], come in atmosfera che si pronuncia [atəmoˈsfeːra], anche i nessi [kn], [pr] e [ml] subiscono anaptissi: tecnica si pronuncia [ˈtekːəniːka], proprietà [propərjeˈta] e Amleto sarà [aməˈleːto]
Come sopra, questi nessi (tranne /pr/) non appartengono all’italiano «di Dante» e come tali vengono adattati in vario modo in tutta l’Italia centromeridionale.
Luciano Romito ha scritto:in Toscana il crearsi di un nesso [nz] durante la produzione orale di in Svizzera porterà ad anaptissi di [ɪ] e quindi alla produzione di [inɪzviˈtːseːra], che ha un riflesso anche nella forma grafica (in Isvizzera)
Qui si fa molta confusione: è vero che in toscano non esiste /-nz-/ ma non è questa la causa di «in Isvizzera», tant’è che si presenta anche «in Ispagna» dove c’è /-ns-/ (nesso tolleratissimo a Firenze perfino nel registro rustico, nel resto della regione si pronuncia [nʦ]) ma il fatto che dopo /-ns-, -nz-/ ci sia un'altra consonante, venendo a creare incontri come /-nsp-, -nzv-/ che suonano veramente male in bocca toscana.
Luciano Romito ha scritto:Sempre in Toscana l’incontro tra due parole differenti con rafforzamento fonosintattico causa anaptissi: per es., è nudo diventerà [ɛ iˈɲːuːdo]
Qui veramente non ho parole: «è gnudo» è la
vera voce vernacola toscana, mentre
ignudo suona come dotto, letterario o arcaico. Che vuol dire «l’incontro tra due parole differenti con rafforzamento fonosintattico causa anaptissi»?
A e
dio sono due parole «attivanti» (per dirla con Canepari) eppure si dice normalmente «grazie a (d)Dio» e non «grazie a (id)Dio», forma possibile, meno comune, perché esiste
Iddio lemmatizzato, ma non perché ci sarebbe un automatismo di epentesi vocalica tra due parole, una cogeminante e una pregeminante, consecutive.