«Dall'altra» senza nome

Spazio di discussione su questioni di carattere sintattico

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Olya
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«Dall'altra» senza nome

Intervento di Olya »

Buongiorno!

Vorrei chiedere se è corretto usare la parola "altra" senza nome in costruzioni come queste:

1) "L’ordine lineare dei clitici rispetto al loro ospite dipende da due fattori: il modo del verbo ospite e il carattere finito o meno del verbo dall’altra"?

2) "All’aeroporto l’ho salutata col braccio, le scarpe ancora in mano dopo i controlli. Se ne stava dall’altra, in mezzo ai parenti..."

3) "Nel fiume ci sono entrato così, come se fosse l’unica via per passare dall’altra. Semplicemente, a un tratto è finita la terra..."

4) ""C'è il profiterole" disse la signora Carucci tentando di aprire la porta della camera, ma Cristiano si opponeva dall'altra puntando i piedi a terra".

In tutti gli esempi mi viene da aggiungere un nome:
"Se ne stava dall’altra parte" (2),
"per passare dall'altra riva" (3),
"dall'altra parte della porta" (4).
E nel primo esempio non riesco nemmeno a capire quale sia il significato di quel "dall'altra" attaccato alla fine della frase. Fosse per me metterei il punto dopo "il carattere finito o meno del verbo" e ottenerei una frase completa e ben costruita: "L’ordine... dipende da due fattori: il modo del verbo e il carattere del verbo". Punto. Logico, no?

Vorrei chiedere se, secondo voi, sia corretto usare tutti questi "altra" senza nome né prima né dopo. Capirei fosse "Io sono andato da una parte... Lei se ne stava dall’altra" o "lei da una parte spingeva... lui dall'altra si opponeva". Credo che tutti abbiano presente la porta con due lati o il fiume con due sponde, ecc ma in ogni caso non mi pare naturale omettere le parole principali, importanti. Sbaglio?

È possibile dire, per esempio: "ha passeggiato lungo il fiume e ha deciso di costruito la sua casa sull'altra" avendo in mente "sull'altra riva" ma non dicendolo?

Grazie in anticipo!
Avatara utente
Animo Grato
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Intervento di Animo Grato »

Cara Olya, ha ragione Lei!
Si può dire [dal]l'altra senza aggiungere il sostantivo, ma il riferimento deve essere chiaro al di là di ogni possibile dubbio. In altre parole, il sostantivo dev'essere nominato poco prima: Ci sono due possibili cause [<-- sostantivo femminile] di questo fenomeno: vista l'improbabilità della prima [sottinteso: causa], deve dipendere per forza dall'altra [con causa di nuovo sottinteso].

Per quanto riguarda il primo esempio del Suo intervento, probabilmente l'autore all'inizio aveva scritto il modo del verbo ospite da una parte e il carattere finito o meno del verbo dall'altra (col classico impiego di da una parte... dall'altra per indicare una contrapposizione), poi l'ha ritenuto superfluo e ha eliminato da una parte, dimenticando però di cancellare dall'altra e rendendolo, quindi, incomprensibile.

Di sfuggita, osservo (sperando di farLe cosa gradita, e sapendo che l'autrice della frase non è Lei :wink: ) che sarebbe meglio evitare la formula o meno (per quanto sia molto comune) e sostituirla con il più tradizionale, e semplice, o no.
«Ed elli avea del cool fatto trombetta». Anonimo del Trecento su Miles Davis
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Avatara utente
Ferdinand Bardamu
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Intervento di Ferdinand Bardamu »

Concordo con Animo Grato. Le frasi, cosí come sono scritte, non sono del tutto comprensibili, proprio per l’assenza del primo elemento della struttura correlativa (segnatamente «da una parte»). Per maggiori informazioni, veda la voce «Strutture correlative» dell’Enciclopedia dell’Italiano.

Se invece l’autore non voleva inserire una struttura correlativa, avrebbe dovuto — come ha giustamente rilevato anche lei — aggiungere un sostantivo dopo «altra», secondo il contesto (dunque: «parte», «riva», «porta», ecc.).

In merito allo stilisticamente riprensibile o meno (che è estraneo alla nostra miglior tradizione letteraria), può consultare questo filone.
Olya
Interventi: 46
Iscritto in data: dom, 16 mar 2014 12:04
Località: Russia

Intervento di Olya »

Grazie per le spiegazioni, Animo Grato e Ferdinand Bardamu, mi siete sempre di grandissimo aiuto!

Sì, tutte e quattro le frasi non sono mie. Proprio per questo avevo dei dubbi: i madrelingua dovrebbero sapere meglio di me come usare "altra". Ma loro non hanno nominato il sostantivo. E siccome mi sono imbattuta nei simili esempi più di una volta ho creduto che c'è qualche regola segreta. Anche perché gli autori in questione (Niccolò Ammaniti e Andrea Bajani) sono italiani e abbastanza famosi e letterati mentre io sono tutto il contrario.

Non mi aspettavo che in tutti i miei esempi gli autori avessero dimenticato di togliere il superfluo residuo di una frase modificata o commesso un errore di battitura. Ma avrete ragione voi. Il esempio con "causa" sottintesa mi è completamente chiaro.

Grazie anche per la voce «Strutture correlative», Ferdinand Bardamu, la leggerò volentieri!

Per quanto all'uso della parola "meno" – è molto interessante, non mi rendevo conto di questa sfumatura stilistica. Ci presterò attenzione!
Avatara utente
Ferdinand Bardamu
Moderatore
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Iscritto in data: mer, 21 ott 2009 14:25
Località: Legnago (Verona)

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Olya ha scritto:Sì, tutte e quattro le frasi non sono mie. Proprio per questo avevo dei dubbi: i madrelingua dovrebbero sapere meglio di me come usare "altra". Ma loro non hanno nominato il sostantivo. E siccome mi sono imbattuta nei simili esempi più di una volta ho creduto che c'è qualche regola segreta. Anche perché gli autori in questione (Niccolò Ammaniti e Andrea Bajani) sono italiani e abbastanza famosi e letterati mentre io sono tutto il contrario.
Banalmente, è possibile che i brani che ha riportato siano monchi. Per esempio, ho trovato la frase 3) (di Bajani) scritta come segue:
  • Nel fiume ci sono entrato così, come se fosse l’unica via per passare dall’altra parte.
Cosí va bene: è corretta.

La 1), invece, è tratta da qui:
  • L’ordine lineare dei clitici rispetto al loro ospite dipende da due fattori: il modo del verbo ospite (➔ modi del verbo) e il carattere finito o meno del verbo dall’altra.
Non ho trovato, nel contesto, nulla che giustificasse quel «dall’altra», perciò dev’essere sicuramente, come ha notato Animo Grato, una correlativa mutila.

La 4) è di Ammaniti ed effettivamente appare scritta proprio cosí:
  • «Di là c’è la torta. Venite pure voi. Dài Cristiano, porta il tuo amico di là. C’è il profiterol» disse la signora Carucci tentando di aprire la porta della camera, ma Cristiano si opponeva dall’altra puntando i piedi a terra.
Lo stesso vale per la 2), che scrivo per intero:
  • All’aeroporto l’ho salutata col braccio, le scarpe ancora in mano dopo i controlli. Se ne stava dall’altra, in mezzo ai parenti, tutti a vedere andar via gli altri di schiena, e prima svuotarsi le tasche, sfilarsi orologi e cinture, e passare in calzini sotto il metal detector alzando le braccia, lasciando le impronte dei piedi sudati per terra.
Non so. L’una e l’altra sottintendono ovviamente parte e non mi suonano inesorabilmente errate. Tuttavia, non mi verrebbe spontaneo adoperare quest’espressione neanche nel parlato piú rilassato. Il suo uso però mi sembra strettamente limitato alle determinazioni spaziali e ai contesti in cui il suo significato sia inequivoco: in assenza di una correlativa, non si può usare in senso figurato (es. *«Dall’altra penso che…» in luogo di «D’altra parte penso che…»).
Avatara utente
GFR
Interventi: 310
Iscritto in data: ven, 10 ott 2014 21:39

Intervento di GFR »

La 2) e la 4) sono proprio assurde. Le frasi si saranno formate così, spontaneamente, nella testa degli scrittori che poi non le hanno più corrette.
La poesia è sfuggente al comando/ma so che esiste in ciò che mi circonda/timida basta la cresta di un'onda/per dir che l'attimo si sta annunciando/ A volte il lago mi si apre allorquando/nei suoni colgo il suo canto alla sponda/
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