«Testimonianze»

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rossosolodisera
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«Testimonianze»

Intervento di rossosolodisera »

Da alcuni anni sento e leggo spesso termini come testimonianza, testimoniare e testimone nel significato di condividere, riferire ad una platea esperienze di vita vissuta o di fede. Temo di avere torto io sulla base dei significati riportati da dizionari in rete da me consultati, che contemplano anche questa sfumatura, ma a me dà un notevole fastidio: per me testimoniare, come il relativo sostantivo astratto e il nome d'agente, indica in primis il significato più istituzionale, ovvero il deporre una propria dichiarazione su fatti accaduti davanti ad un giudice o figura affine. Inoltre più generosamente può andare benissimo quando si deve convincere di qualcosa un interlocutore qualsiasi che altrimenti (senza la "testimonianza") non ci crederebbe.
Visto che chiedo delucidazioni in questo fòro proprio perché per mia natura sono poco "arrendevole" ai vocabolari, vi chiedo cosa ne pensate voi, esponendo tesi vostre.

P.S. Ho controllato e da un primo risultato della ricerca interna non si trovano altri filoni simili da parte mia: se mi dimostraste il contrario (potrei infatti confondermi perché scrivo anche altrove e da un po' non entro in Cruscate), cancellerò questa discussione.
rossosolodisera
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Re: testimonianze

Intervento di rossosolodisera »

Già sono passati quattro anni: nessuno che voglia dire la sua?
Avatara utente
lorenzos
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Intervento di lorenzos »

Giovanni 1,7-8
7 Costui venne per testimonianza, affin di testimoniar della Luce, acciocchè tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli non era la Luce, anzi era mandato per testimoniar della Luce.
V. Diodati, 1607
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
Avatara utente
Carnby
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Intervento di Carnby »

A nessuno è venuto a mente martire (da μάρτυς mártys, ‘testimone’, prima in senso giuridico, poi ‘testimone della fede’)?
rossosolodisera
Interventi: 198
Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

grazie, ma...

Intervento di rossosolodisera »

Grazie dei vostri interventi. Ma per dirmi cosa?
Lo sapevo che testimonianza vuol dire anche dimostrazione (a testimonianza del fatto che…), che c'è il testimone inanimato per la staffetta alle olimpiadi, che ci si chiamavano anche i martiri.
Personalmente mi riferisco al definire testimonianze i racconti programmati nel programma di eventi, in cui i "testimoni" spontaneamente, senza costrizione e neppure richiesta, raccontano davanti ad una platea la loro conversione, oppure di come sono usciti dal tunnel della droga o da un altro problema che pareva insormontabile, o di come hanno cambiato la loro vita. A mio parere l'uso ridondante (se non del tutto improprio) suona come fastidioso. Ho anche sentito dire "altre testimonianze?" riferito alle impressioni che si volessero eventualmente condividere su una giornata di silenzio e quasi digiuno.
Addirittura una persona che conosco, quando anni fa mi riferiva di una sua crisi coniugale superata, chiesi: "ma tu e Danilo avete rischiato di separarvi?". Lei mi rispose "e come no: l'ho anche testimoniato" (raccontato ad una platea).
A mio parere se ne sta abusando. Ma leggerò volentieri sia argomenti a mio favore che contro.
Ultima modifica di rossosolodisera in data lun, 02 lug 2018 23:14, modificato 1 volta in totale.
Avatara utente
lorenzos
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Intervento di lorenzos »

rossosolodisera ha scritto:Grazie dei vostri interventi. Ma per dirmi cosa?

Solo per dire che non appare del tutto condivisibile l'affermazione iniziale:
rossosolodisera ha scritto:Da alcuni anni sento e leggo spesso termini come testimonianza, testimoniare e testimone nel significato di condividere, riferire ad una platea esperienze di vita vissuta o di fede.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
domna charola
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Intervento di domna charola »

Il punto è il solito, secondo me... un termine assolutamente corretto in sé, usato in maniera appropriata, ma sull'onda di una moda che porta ad appiccicarlo a qualsiasi cosa, anche di importanza pressoché nulla, per trasformarla in un "evento" degno di essere tramandato ai posteri. Secondo me è questo abuso a dare fastidio, non la correttezza o scorrettezza in sé dell'uso che se ne fa.
Alla fine, siamo in presenza di un verbicidio (nel senso latino verbum = parola): quello che un tempo aveva un senso pregnante, era usato come elemento incisivo in un discorso, per evocare in maniera forte degli scenari precisi, ora diviene un'espressione incolore e svuotata di significato, buttata lì a caso ogni volta che sembra sinonimo prezioso di qualcosa d'altro più banale.
All'inizio, il giochino funziona, ci si sente più importanti perché si sta vivendo qualcosa di unico, di epocale da presentare ai posteri. Poi si sgonfia in sé, genera noia, perde potenza espressiva, viene abbandonato. Sul terreno rimane la misera spoglia di un'altra parola della nostra lingua usata, sfruttata, gettata via per poi trovarsi a cercare un qualche nuovo termine dal suono esotico che ci permetta di esprimere il medesimo concetto, con la medesima forza, in quegli stessi casi particolari.
Dietro tutto questo c'è anche la sindrome dell'apparire, l'ansia da vetrina in rete o da sito sociale. Una volta ognuno viveva la propria banale quotidiana vita, e basta, al massimo tediava la vicina di casa; oggi tutti si fotografano e si espongono in rete, sentendosi per questo divi, anche se nessuno più li guarda.
E' così che ogni opinione peregrina diviene "testimonianza", e persino farsi una banale pastasciutta alla fine di una giornata di lavoro si trasforma in una "esperienza" da "vivere"... che dire? probabilmente è un modo per sfuggire al grigiume quotidiano. Ci fa sentire meglio, ci dà importanza... però intanto ci stiamo lasciando dietro mucchietti di cadaveri linguistici che un tempo avevano avuto una vita propria, importante, rinomata, e che ora non sono più nessuno... peccato. Attendiamo trepidi il plotone dei sostituti da oltre frontiera...
rossosolodisera
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Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Intervento di rossosolodisera »

domna charola ha scritto:Dietro tutto questo c'è anche la sindrome dell'apparire, l'ansia da vetrina in rete o da sito sociale. Una volta ognuno viveva la propria banale quotidiana vita, e basta, al massimo tediava la vicina di casa; oggi tutti si fotografano e si espongono in rete, sentendosi per questo divi, anche se nessuno più li guarda.
E' così che ogni opinione peregrina diviene "testimonianza", e persino farsi una banale pastasciutta alla fine di una giornata di lavoro si trasforma in una "esperienza" da "vivere"... che dire? probabilmente è un modo per sfuggire al grigiume quotidiano. Ci fa sentire meglio, ci dà importanza... però intanto ci stiamo lasciando dietro mucchietti di cadaveri linguistici che un tempo ...
Ho l'impressione che lei abbia interpretato la mia "denuncia" come rivolta al linguaggio della Rete: io alludo invece ad un uso di tale termine constatato più che altro nella realtà.
Avatara utente
lorenzos
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Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

rossosolodisera ha scritto:[I]o alludo invece ad un uso di tale termine constatato più che altro nella realtà.
Salve rossosolodisera, credo di non essere in grado di suffragare la sua constatazione.
Mi è capitato, in riunioni di evangelici, pentecostali e carismatici, di udire testimonianze sulla potenza e la bontà del Signore. Forse ho anche sentito, in discussioni su argomenti controversi, dire qualcosa come: "Io posso testimoniare che avevo una malattia, un disturbo che nessun medico riusciva a curare e invece con l'omeopatia…". Non mi sembra un uso improprio.
In qualche sito che promuove corsi o seminari devo pure aver visto la pagina delle testimonianze: francamente non saprei con quale altro termine sostituirle.

Riguardo a…
rossosolodisera ha scritto:[U]na persona che conosco, quando anni fa mi riferiva di una sua crisi coniugale superata, chiesi: "ma tu e Danilo avete rischiato di separarvi?". Lei mi rispose "e come no: l'ho anche testimoniato" (raccontato ad una platea).
…Può essere che l’abbia fatto in un qualche incontro in cui si discuteva di “coniugi immaturi”, così come, magari in una riunione sindacale, uno potrebbe testimoniare il comportamento scorretto del datore di lavoro.
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
rossosolodisera
Interventi: 198
Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Intervento di rossosolodisera »

lorenzos ha scritto:Salve rossosolodisera, credo di non essere in grado di suffragare la sua constatazione.
Nel senso che non lo sente usare spesso o che non vi riconosce improprietà ?
lorenzos ha scritto:Mi è capitato, in riunioni di evangelici, pentecostali e carismatici, di udire testimonianze sulla potenza e la bontà del Signore.
ed è questa è l'accezione che mi da pià fastidio e che mi fa sentire isolato e incompreso (o "incomprendente" )
lorenzos ha scritto:Forse ho anche sentito, in discussioni su argomenti controversi, dire qualcosa come: "Io posso testimoniare che avevo una malattia, un disturbo che nessun medico riusciva a curare e invece con l'omeopatia…". Non mi sembra un uso improprio.

questo neppure a me
lorenzos ha scritto:…Può essere che l’abbia fatto in un qualche incontro in cui si discuteva di “coniugi immaturi”, così come, magari in una riunione sindacale, uno potrebbe testimoniare il comportamento scorretto del datore di lavoro.
No, no : intendeva dire che lo aveva raccontato davanti ad una platea, una sotrta di esperienza di vita : anche questa accezione mi dà fastidio .
In altre parole la testimonianza secondo me è una dichiarazione :
- di fronte ad una autorità (giudice, arbitro, liquidatore, preside, genitore... ) per influenzarne l'opinione ed eventualmente una decisione ;
- di fronte ad una o più persone, o anche di fronte ad un giornalista, su una cosa di cui si ammette la plausiblilità dello scetticismo : un miracolo, uno squalo balena avvistato a Senigallia, l'atterraggio di un'astronave , ma anche cose meno eccezionali come l'efficacia di una cura, di una dieta, di uno stile di vita ( che corrisponde se non erro al secondo caso da lei indicato ) .
domna charola
Interventi: 1624
Iscritto in data: ven, 13 apr 2012 9:09

Intervento di domna charola »

rossosolodisera ha scritto:Ho l'impressione che lei abbia interpretato la mia "denuncia" come rivolta al linguaggio della Rete: io alludo invece ad un uso di tale termine constatato più che altro nella realtà.
No. Anche partendo dal caso reale, dalla persona che mi dice direttamente "questa è la mia testimonianza sul gatto della vicina", il contesto a cui mi viene da ricondurre questo tipo di protagonismo, di comportamento che fa sentire in dovere di "testimoniare" su tutto - anziché semplicemente riferire, raccontare, descrivere etc. - è quello cresciuto e coltivato sulla rete e sui mezzi sociali di comunicazione.
Avatara utente
lorenzos
Interventi: 649
Iscritto in data: lun, 30 mar 2015 15:59

Intervento di lorenzos »

rossosolodisera ha scritto:
lorenzos ha scritto:Salve rossosolodisera, credo di non essere in grado di suffragare la tua constatazione.
Nel senso che non lo sente usare spesso o che non vi riconosce improprietà ?
Nel senso di un uso (frequente e inappropriato) di questo termine. Sarà che alla tv guardo solo le partite e nessuno testimonierebbe di aver visto una bella rete; ma ad un altro potrebbe scappar detto:”Posso testimoniare che il calcio è un gioco violento: a mio cugino han rotto una gamba” e un po’ perplesso rimarrei anch’io.
rossosolodisera ha scritto:
lorenzos ha scritto:Mi è capitato, in riunioni di evangelici, pentecostali e carismatici, di udire testimonianze sulla potenza e la bontà del Signore.
ed è questa è l'accezione che mi da pià fastidio e che mi fa sentire isolato e incompreso (o "incomprendente" )
Ma credo che proprio questo sia l’uso più diffuso e originario e che proprio da questi ambiti sia trasceso (passando dalla rete? Non ne ho proprio idea, a me pare di non averlo mai incontrato). I vangeli sono pieni di testimonianze e chi cerca di seguirli, se del caso ma spesso anche no, viene invitato e vuole rendere la sua.
rossosolodisera ha scritto:di fronte ad una o più persone, o anche di fronte ad un giornalista, su una cosa di cui si ammette la plausiblilità dello scetticismo.
Ma, al limite, si può essere scettici su tutto: qualcuno potrebbe allora testimoniare sul valore di una piazza come Cruscate.
E anche sui gatti… boh, nessuno mi ha mai testimoniato che il suo è molto affettuoso ma non mi stupirei se qualcuno, parlando di terrremoti, portasse la sua testimonianza che il gatto lo aveva sentito arrivare [ma rimarrei scettico lo stesso [sull’uso del termine, anche se corrisponde al secondo caso da me indicato]).
Gli Usa importano merci ed esportano parole e dollàri.
rossosolodisera
Interventi: 198
Iscritto in data: lun, 30 dic 2013 17:30

Re:

Intervento di rossosolodisera »

domna charola ha scritto: mar, 03 lug 2018 16:04
rossosolodisera ha scritto:Ho l'impressione che lei abbia interpretato la mia "denuncia" come rivolta al linguaggio della Rete: io alludo invece ad un uso di tale termine constatato più che altro nella realtà.
No. Anche partendo dal caso reale, dalla persona che mi dice direttamente "questa è la mia testimonianza sul gatto della vicina", il contesto a cui mi viene da ricondurre questo tipo di protagonismo, di comportamento che fa sentire in dovere di "testimoniare" su tutto - anziché semplicemente riferire, raccontare, descrivere etc. - è quello cresciuto e coltivato sulla rete e sui mezzi sociali di comunicazione.
Prendiamo atto che siamo in minoranza.
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