Accenti tonici «sbagliati»

Spazio di discussione su questioni di fonetica, fonologia e ortoepia

Moderatore: Cruscanti

Avatara utente
Incarcato
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Intervento di Incarcato »

Solo la pronuncia regíme è corretta, come s'evince, per esempio, dal De Mauro.
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Federico
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Intervento di Federico »

Fabio48 ha scritto:Cosa mi dite di "règime" (che mi sembra preferito dai tecnici) o "regìme" come mi sembra preferito dalla maggioranza?
Sempre la storia della lectio difficilior: in ambito tecnico sembra piú corretto pronunciarlo sdrucciolo: nella formula uno, ad esempio, mi pare sia comunissimo sentir dire dai commentatori "a pieno régime".
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Règime (con e aperta, Federico ;)) è la pronuncia etimologica, ancora preferita, nell’Ottocento, dal Tommaseo, che però avversava la voce stessa. Ormai si dice regíme, ma naturalmente non erra chi pronunzia alla latina.
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Federico
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Intervento di Federico »

So che la e è aperta: però quei commentatori che stavo citando la pronunciano chiusa. :wink:
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

E fanno malissimo... :roll:
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Federico
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Intervento di Federico »

E cosí siamo tornati al punto di partenza. :)
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

In buon italiano: Back to square one. 8)
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Grazie, caro Marco, come al solito.

Avendo sempre lavorato in aziende di produzione, ho continuamente avuto a che fare con Direttori (di produzione appunto), in buona maggioranza ingegneri, che parlavano di motori a "basso règime" o di pompe ad "alto règime".

Uno di loro, secondo me molto valido e non solo tecnicamente, mi disse che un suo famoso professore, usava règime per tutto quello che riguardava la tecnica, e regìme per tutto il resto (politico, alimentare,ecc.).

A quello che ho capito però, non è una distinzione giusta, anche se a mio figlio, che si è laureato due anni fa in Ingegneria delle Telecomunicazioni,
è stato insegnato ad usare "règime" quando deve parlare di cose attinenti alla sua professione... Sembra quasi voler essere un segno di distinzione tra "addetti ai lavori" e "non".

Cordialmente.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Intervento di Incarcato »

Ma credo che Serianni, nella sua grammatica, sconsigli di usare la forma sdrucciola. (Come al solito, non l'ho qui.)


P.S.
Se posso permettermi, caro Fabio48, l'avverbio olofrastico negativo in italiano è solo no.
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Marco1971
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Intervento di Marco1971 »

Non ho trovato nulla nel Serianni, ma è per regíme anche il Gabrielli:
Tuttavia, allo stato attuale della lingua, mi pare senz’altro da preferirsi regíme, con l’accento sulla i. E cosí in ogni caso, anche estensivamente parlando per esempio del motore di un’automobile. (Il museo degli errori, Milano, Mondadori, 1977, p. 35)
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Incarcato ha scritto:P.S.
Se posso permettermi, caro Fabio48, l'avverbio olofrastico negativo in italiano è solo no.
Non è che può permettersi, caro Incarcato: deve!
Sono io che ho pensato di abbreviare, scrivendo solo "non" e pensando di sottintendere "addetti ai lavori".
Ma credo che sia una scusa che regge ben poco vero? :wink:

Cordialmente.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Intervento di Infarinato »

Fabio48 ha scritto:Non è che può permettersi, caro Incarcato: deve!
Sono io che ho pensato di abbreviare, scrivendo solo "non" e pensando di sottintendere "addetti ai lavori".
E pensava giusto: si tratta infatti d’un’ellissi… che personalmente trovo completamente inaccettabile solo quando l’elemento sottinteso è un sintagma verbale.
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Fabio48
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Intervento di Fabio48 »

Caro Infarinato,
La ringrazio per la Sua cortesia e disponibilità.

Le porgo i miei più cordiali saluti.
...un pellegrino dagli occhi grifagni
il qual sorride a non so che Gentucca.
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Intervento di Incarcato »

Sempre, però, rifacendosi alla scheda dell'Accademia citata da Infarinato, si legge:
Lo stesso si dica di altri costrutti omologhi: e no (si pensi al romanzo di Vittorini Uomini e no), perché no, come no, se no oltre all'ormai raro anziché no. [...] Giustificare storicamente la genesi di un costrutto non significa necessariamente giustificarlo dal punto di vista normativo. Nonostante la sua attuale diffusione, il costrutto infastidisce ancora orecchie particolarmente sensibili.
Orsú Infarinato, non vorrà farmi dubitare delle sue orecchie? Se lo sapesse Luciano... :lol:
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Intervento di Infarinato »

Incarcato ha scritto:Sempre, però, rifacendosi alla scheda dell'Accademia citata da Infarinato, si legge:
Lo stesso si dica di altri costrutti omologhi: e no…
Orsú Infarinato, non vorrà farmi dubitare delle sue orecchie?
Lo so bene: non per nulla ho parlato di percezione «personale»… che però credo abbia una sua giustificazione: l’ellissi di un sintagma nominale, aggettivale, avverbiale o preposizionale è propria [anche] del linguaggio tecnico-scientifico (calco?), cioè anche di una prosa in qualche modo «alta» :roll:, per cui «uno» finisce per farci l’orecchio; quella d’un sintagma verbale (e.g., il citato «ti piaccia o non» Immagine), oltre a essere piú «sostanziosa», è invece —per ovvie ragioni— tipica d’un parlare sciatto (segnatamente settentrionale)…
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