Sia o sarebbe?

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Utente cancellato 1536

Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Ben trovati!

"Non so se le analisi siano considerate valide o se invece sia/sarebbe meglio ripeterle."

Le due opzioni sono ugualmente accettabili? Qual è, secondo voi, preferibile?

Grazie!

P.S. Perdonatemi se in precedenti filoni l'argomento sia stato già discusso. :wink:
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Marco1971
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Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Marco1971 »

Secondo me, lei non ha letto questo. ;)

E dopo aver letto, potrà correggere anche il sia del suo P.S. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1536

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Grazie per il collegamento, Marco. Dalla scheda riassuntiva deduco la validità della variante con il condizionale. Ritengo tuttavia - non so se a torto o a ragione - che anche quella con il congiuntivo possa essere accettata. Riguardo all'allusione al secondo "sia" inserito nel poscritto, le dico che, per quanto meno comune rispetto a "è", non mi sentirei di correggerlo... Non lo consideri un affronto, gentile Marco: ho imparato molto dai suoi numerosi interventi e la stimo per tale ragione. Saprebbe dirmi il perché della sua indicazione?
Grazie in anticipo.
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Marco1971 »

I due se presenti nella sua frase sono interrogativi, quindi, per il secondo, può scegliere il tempo che meglio rappresenta la sfumatura che intende suggerire.

Il se del poscritto invece è un se ipotetico, incompatibile con il congiuntivo presente:

*Se lui venga, vengo anch’io.

*Perdonatemi se mi sia sbagliato.

Ecco alcuni esempi:

…perdonatemi, se nel Dante ha altro senso il verso che cito… (Studi sul poema sacro di Dante Alighieri, 1850)

Perdonatemi, se vi ho incomodato. (Goldoni, Commedie, 1824)

Perdonatemi, se troppo v’ho gravato di parole. (St. Catharine of Siena, 1859)

…ma perdonatemi se con tutto il rispetto alla vostra degna persona di questa contesa voglio giudici i proprj miei occhi. (Gesuiti, 1760)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1536

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Ringrazio Marco per la paziente e come al solito dettagliata delucidazione😊
Utente cancellato 1536

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Mi sia perdonata un'annotazione tardiva: il congiuntivo del mio poscritto non è presente ma passato (sia stato). A questo punto mi domando se sia comunque incompatibile con il "se ipotetico". Se avessi optato per "qualora" o "nel caso che", il congiuntivo sarebbe stato legittimo (almeno credo) e dal punto di vista semantico non ci sarebbero state grosse differenze. Ma forse mi sbaglio...
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Marco1971 »

Il se ipotetico esclude il congiuntivo presente e passato (si vedano i due esempi asteriscati sopra). Le possibilità sono quindi:

(1) Perdonatemi se l’argomento è già stato discusso.

(2) Perdonatemi se l’argomento fosse stato già discusso.

(3) Perdonatemi qualora l’argomento fosse stato/sia stato già discusso.

(4) Perdonatemi nel caso in cui/casomai l’argomento fosse stato già discusso.
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1536

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Grazie ancora per l'intervento. Un'ultima domanda, se mi è concessa: la costruzione dell'esempio 4 non tollererebbe il congiuntivo passato?
Avatara utente
Marco1971
Moderatore
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Iscritto in data: gio, 04 nov 2004 12:37

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Marco1971 »

Con nel caso in cui/nel caso che, sí, è possibile:

E questo farò medesimamente nel caso che l’articolo sia scritto da qualcun altro; poiché in ogni modo certamente sarà dato conto della vostra opera nell’Antologia: e vi manderò l’articolo stampato. (Leopardi, Epistolario)

Con casomai ne ho trovato un solo esempio, con che aggiunto. Mi sembra che nell’uso attuale casomai si adoperi solo col congiuntivo imperfetto e trapassato – anche perché il mai reca con sé l’idea di possibilità alquanto remota, «se mai fosse possibile».

D. Santoni non mi ha data nessuna commissione, e il vostro sospetto è ingiusto. Caso mai che suo zio si risolva di morire, desidero che il nostro amico trovi nel testamento dello zio degli articoli che lo consolino. (Vincenzo Monti, Epistolario)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Utente cancellato 1536

Re: Sia o sarebbe?

Intervento di Utente cancellato 1536 »

Grazie di cuore, Marco. La sua presenza nel forum è una garanzia di sollecitudine e competenza. Se aggiungo che è "indispensabile", la metto in imbarazzo? La prego di accettare un complimento meritato... 😊 un saluto e di nuovo grazie.
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