Buongiorno a tutti gli amici del Forum.
Desidererei un parere sulla correttezza dell'uso del "che" nel testo che segue: "... qui i mobili sono disposti diversamente che a casa tua."
Ringrazio ed auguro a tutti un buon proseguimento di giornata.
Ugo51
Uso del «che» in una comparazione
Moderatore: Cruscanti
Re: Uso del «che» in una comparazione
Credo che dovrebbe cercare come 'che polivalente'.
La poesia è sfuggente al comando/ma so che esiste in ciò che mi circonda/timida basta la cresta di un'onda/per dir che l'attimo si sta annunciando/ A volte il lago mi si apre allorquando/nei suoni colgo il suo canto alla sponda/
Re: Uso del «che» in una comparazione
Grazie del consiglio e buona serata.
Ugo51
Ugo51
Re: Uso del «che» in una comparazione
Si tratta del che comparativo, come in Fa piú caldo in estate che in primavera. Basteranno due esempi storici.
E furono gl’Italiani animati a far uso della volgare nella poesia dall’esempio dei Provenzali, appo i quali la plebea romana, secondo la diversità del lor clima, diversamente che in Italia si alterava e proferiva, ed appellata veniva lingua romanza, come quella nella quale appo loro i cittadini romani parlavano. (Gian Vincenzo Gravina, Della ragion poetica, 1708)
Molti luoghi depresse, molti ricolmò suscitando i monti e le colline, cosperse la notte di stelle, rassottigliò e ripurgò la natura dell’aria, ed accrebbe il giorno di chiarezza e di luce, rinforzò e contemperò più diversamente che per l’addietro i colori del cielo e delle campagne, confuse le generazioni degli uomini in guisa che la vecchiezza degli uni concorresse in un medesimo tempo coll’altrui giovanezza e puerizia. (Leopardi, Storia del genere umano, 1832)
E furono gl’Italiani animati a far uso della volgare nella poesia dall’esempio dei Provenzali, appo i quali la plebea romana, secondo la diversità del lor clima, diversamente che in Italia si alterava e proferiva, ed appellata veniva lingua romanza, come quella nella quale appo loro i cittadini romani parlavano. (Gian Vincenzo Gravina, Della ragion poetica, 1708)
Molti luoghi depresse, molti ricolmò suscitando i monti e le colline, cosperse la notte di stelle, rassottigliò e ripurgò la natura dell’aria, ed accrebbe il giorno di chiarezza e di luce, rinforzò e contemperò più diversamente che per l’addietro i colori del cielo e delle campagne, confuse le generazioni degli uomini in guisa che la vecchiezza degli uni concorresse in un medesimo tempo coll’altrui giovanezza e puerizia. (Leopardi, Storia del genere umano, 1832)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
Re: Uso del «che» in una comparazione
Gentile Marco1971,
La ringrazio per le informazioni fornite e Le auguro una buona giornata.
Ugo51
La ringrazio per le informazioni fornite e Le auguro una buona giornata.
Ugo51
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