«Significato ‹referenziale›»

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Marco1971
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«Significato ‹referenziale›»

Intervento di Marco1971 »

Mi riferisco a quest’articolo:
In conclusione, sovente, di sovente, soventemente (e spesso) non differiscono tra di loro sul piano del significato referenziale, essendo a tutti gli effetti sinonimi, ma mostrano diversità d’uso significative in relazione ai caratteri del contesto situazionale e del tipo di testo e alla provenienza geografica e collocazione sociale dei parlanti.
Esiste un significato non referenziale? Se si dice che i termini sono sinonimi a tutti gli effetti, ciò non vuol già dire di per sé che il loro significato è lo stesso?

Oziosa prolissità…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

E meno male che è il sito della Crusca… Colgo l’occasione per porre una domanda al riguardo: dal momento che referente è inaccettabile, come si può sostituire referenziale? Se al posto di referente è meglio dire designato, possiamo creare un designativo?
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Marco1971
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Marco1971 »

E qualcuno, non sapendo, forse, che pesci pigliare, ce li ficcò tutti e due:

…sia per la sua ricorrenza costante nello stile oratorio fascista sia per il suo scarso valore designativo-referenziale, presenta notevoli affinità, non saprei dire quanto ricercate, con gli aggettivi esornativi (epitheta ornantia) dell’epica classica… (Gli italiani trasmessi: la radio, Accademia della Crusca, 1997)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Ah ma la ridondanza è una fissa dei cruscanti, allora. :lol:
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Marco1971
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Marco1971 »

Mi sembra una tendenza molto di moda: a scuola ci parlano di «competenze operazionali», come se esistessero competenze non operazionali. È un po’ come parlare di acqua bagnata (contrapposta all’acqua secca) e di fuoco caldo (immaginando l’esistenza di un fuoco freddo)…
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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lorenzos
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di lorenzos »

Marco1971 ha scritto: sab, 30 nov 2019 14:50Esiste un significato non referenziale?
Per quanto ne capisco, direi di sì: (per me) moglie, coniuge, consorte sono sinonimi a tutti gli effetti sinonimi, ma mostrano diversità d’uso significative.
Riguardo le «competenze operazionali», un geometra ha competenze su come si fa la malta, sulle percentuali dei componenti e sui tempi di miscelamento ma operativamente ne sa, di certo, meno di un manovale.
Mi scuso se ho scoperto l'acqua calda.
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Marco1971
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Marco1971 »

Quando le saranno ben chiari i concetti di significato, significante e referente (da ribattezzare designato), le si accenderà la lampadina riguardo al titolo di questo filone.

Per la differenza tra conoscenze, abilità e competenze, la rimando qui. E sono sicuro di non aver bisogno di chiarirle il senso di operazionale. ;)
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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lorenzos
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di lorenzos »

Trascrivo la risposta che gentilmente il prof. Massimo Cerruti ha voluto dare al quesito che gli ho sottoposto:
"[...]Sì, esiste un significato non referenziale: è il significato sociale, ovvero il significato che un certo elemento linguistico (una parola, una pronuncia, un costrutto sintattico, ecc.) può assumere in relazione ai rapporti tra parlanti. Un elemento linguistico dotato di significato sociale, in altre parole, veicola informazioni sulla provenienza geografica dei parlanti, sulla loro collocazione sociale, o sui caratteri della situazione comunicativa in cui quei parlanti si trovano a interagire. Ad es., toso, guaglione e caruso hanno lo stesso significato referenziale ma diverso significato sociale (forniscono cioè informazioni sulla diversa provenienza geografica dei parlanti); casi analoghi possono essere fegato, coraggio e ardire (con differenze di significato sociale connesse in primo luogo al carattere formale/informale della situazione) oppure, appunto, sovente, di sovente, soventemente (e spesso). Nel testo citato all'interno del forum, che è tratto da una mia risposta a un quesito posto al servizio di Consulenza della Crusca, la questione non è esplicitata. Volendola esprimere apertamente, si sarebbe potuto scrivere così (v. aggiunta in corsivo): "In conclusione, sovente, di sovente, soventemente (e spesso) non differiscono tra di loro sul piano del significato referenziale, essendo a tutti gli effetti sinonimi, ma in termini di significato sociale, ovvero mostrano diversità d’uso significative in relazione ai caratteri del contesto situazionale e del tipo di testo e alla provenienza geografica e collocazione sociale dei parlanti". Spero di aver chiarito almeno un po' il problema; se lo ritiene utile, trasmetta pure quanto le ho scritto ai partecipanti al forum."
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Ferdinand Bardamu
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Ferdinand Bardamu »

Grazie a Lorenzos e al professor Cerruti. Mi chiedo allora quale sia la differenza tra significato sociale e connotazione:?
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Marco1971
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Re: «Significato ‹referenziale›»

Intervento di Marco1971 »

C’era davvero bisogno di usare il significato figurato di significato per inventare «significato sociale» e ribattezzare cosí i termini tecnici «connotazione» e «registro»? Nel caso di toso/guaglione/caruso si parla di geosinonimi o termini connotati regionalmente; nel caso di fegato/coraggio/ardire si parla di registri (rispettivamente familiare, comune, letterario). Se poi si desidera parlare dell’impatto sociale che l’uso di certi termini può avere, si esula dalla questione, e si elude.

In ogni caso, il discorso non cambia: anche volendo accettare il termine (improprio, non tecnico) «significato sociale», non si esce dal concetto di referenzialità, visto che un termine connotato regionalmente, come negli esempi fatti e come qualsivoglia parola dell’umana favella, fa necessariamente riferimento a una realtà (fisica o astratta).

Non esiste un significato non referenziale, qualunque sia il senso attribuito a questo aggettivo, perché senza designato (o, impropriamente, referente) non c’è significato.

La frase poteva essere scritta cosí (evitando le molte ridondanze): «In conclusione, sovente, di sovente, soventemente (e spesso) sono sinonimi a tutti gli effetti; differiscono soltanto per l’ambito e la frequenza d’uso, e per le connotazioni insite in ciascuno dei termini.»

P.S. Ferdinand mi ha preceduto...
Ma quella lingua si chiama d’una patria, la quale convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati da altri nell’uso suo, et è sí potente che i vocaboli accattati non la disordinano, ma ella disordina loro.
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